Manifesto

“In quanto uomo posso fallire, ma la mia idea la devo esprimere”

“Corriere dello Spettacolo” sta per “tutto quello che è spettacolo”. Spettacolo è teatro, spettacolo è cinema, spettacolo è un libro, spettacolo è un quadro, spettacolo è musica. Tutte le Arti sono spettacolo, perché tutte le Arti si prestano a uno spettatore, a quello spettatore che può leggere un libro, ascoltare della musica, vedere un quadro, o che può trovarsi di fronte a qualcosa di più complesso – a qualcosa che può sia vedere, sentire, qualcosa con cui può fisicamente e spiritualmente interagire, come il teatro.

“Corriere dello Spettacolo” è un giornale di recensioni, d’interviste, di opinioni e di saggi critici riguardo a quelle arti che prima ho definito appunto spettacolari.

“Corriere dello Spettacolo” tratta eventi di qualità. Non sempre potrà arrivare dappertutto, ma, quello che è certo, è che dove arriverà si comporterà sempre con sincerità, avvalendosi di collaboratori preparati culturalmente e onesti intellettualmente. Il fatto di essere onesti intellettualmente non significa essere infallibili, ma evitare di vendere le proprie idee a favore della strada più facile. Proprio su questo punto si è persa un po’ la critica generale odierna di spettacolo, là dove le parole dei critici non sono spesso quelle dei critici stessi, ma delle loro testate, e là dove non sembra più possibile estremizzare un parere – anche se si è pienamente convinti delle proprie idee. La critica di spettacolo, come la cultura in genere, stanno andando – o sono già andate – verso uno sprofondamento e un appiattimento di opinioni che il “Corriere dello Spettacolo” vuole evitare, con tutti gli errori che umanamente potrà commettere.

“Qualità” è parola fondamentale della testata, convinta che tutta la Comunità la desideri; convinta che la Comunità s’interessi a quello che le si propone. La nostra società ha proposto negli ultimi anni alla nostra Comunità materiale scadente – avvalendosi della forza mediatica. Materiale scadente che inizialmente la nostra Comunità ha accettato per poi in seguito distaccarsene. Adesso la Comunità non vuole più quella cultura volgare e sempliciotta, ma desidera la qualità – qualità intellettiva e culturale. Il Pubblico vuole sapere! Vuole conoscere! Vuole sentire il brivido della Bellezza sulla propria carne! Non vuole più fermarsi davanti al già detto e alla finzione che vuol essere fatta passare per realtà. Il pubblico si sente tradito e ha bisogno di Sincerità! Di Sincerità e di Conoscenza! Una Conoscenza che il “Corriere dello Spettacolo” cercherà d’infondere, nell’umiltà delle sue potenzialità, attraverso recensioni e documenti delle Arti dello Spettacolo.

“Corriere dello Spettacolo” sta per “personalità” e non per “impersonalità”. Chiaro è che la prima regola dell’odierno giornalismo non ci soddisfa più: la regola dell’obiettività. A un giornalista s’insegna a essere impersonale, oggettivo e obiettivo, ma, nella maggior parte dei casi, ci siamo resi conto di come questa istituzione cardine non regga più e come sotto una falsa oggettività si nasconda la propensione a portare il Pubblico verso un punto di vista predefinto. Una truffa camuffata da verità obiettiva insomma, a cui il “Corriere dello Spettacolo” risponde con l’abbandono dell’impersonalità a favore della personalità, con l’espressione di un punto di vista personale che può solo sbagliare, ma non truffare. (Gli articoli scritti in grande calligrafia aiuteranno i lettori a scorrere con piacere nella lettura, senza dover far ricorso a occhiali o lenti d’ingrandimento).

“Corriere dello Spettacolo” sta per un ente che vuole portare l’alta cultura a chiunque, perché chiunque è interessato alla Bellezza. La testata vuole anche parlare delle “Arti spettacolari del Sogno”, che in Italia purtroppo sono trascurate a favore delle “Arti spettacolari Veriste”. Nella cultura italiana è ancora forte il contenuto verista dell’Arte, ma esiste oramai una larga cerchia di Artisti che con le sue creazioni si rivolge all’astrazione anziché alla realtà, allo spirito anziché la carne. Il “Corriere dello Spettacolo” vuole dare grande spazio proprio a loro: agli “Artisti del Sogno”, un sogno che in questo Paese non è mai arrivato alla sua completezza a causa del predominio degli “Artisti Veristi”, il cui lavoro va comunque del tutto apprezzato e appoggiato, ma di certo pareggiato a quello degli “Artisti del Sogno”.

L’Italia, come il resto dell’Europa, non sta attraversando un periodo felice dal punto di vista economico, ma questo non dovrà fermare la creatività e l’ispirazione artistica, ma, anzi, dovrà incrementarla. Perché, proprio ora, quando tutto è da ricostruire, bisogna sprigionare la propria volontà e il proprio ingegno senza paure, senza inibizioni. L’apparente sterile terreno si dimostrerà invece molto fertile se tutti noi, amanti della Cultura, crediamo che potrà dare vita alla più florida foresta che il mondo abbia mai visto.

Rimbocchiamoci le maniche allora, amanti dell’Arte! Lavoriamo sodo per il nostro futuro, quel futuro in cui il valore culturale e artistico dell’Italia ridarà i suoi frutti, come un tempo. In questo non si sa ancora quanto sarà fondamentale l’apporto del “Corriere dello Spettacolo”. Sarà forse misero, forse immenso, forse mediocre, ma quello che è certo è che il suo urlo di rinascita sarà uno dei più potenti e i suoi echi, si spera, non rimarranno senza un seguito.

Stefano Duranti Poccetti
Federico Mascagni

Cortona, 20/02/2012