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Hellen Pole. Dalle stalle alle stelle

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Innamorata pazza dei cavalli, la sua vita è passata dalle stalle alle stelle. Fuor di battuta, Hellen Pole da un anno a questa parte ha scoperto che, oltre che per l’equitazione, è “fatta” per stare davanti all’obbiettivo della macchina fotografica. Lo ha scoperto quasi per caso, buttandosi in quest’avventura e iniziando a farsi immortalare in mezzo alla natura, negli spazi dei maneggi, fra scuderie e sellerie. Il risultato è stato che la passione si è trasformata in un mezzo lavoro che la porta in giro per l’Italia. Anche se, naturalmente, i cavalli rimangono la sua vita. E lei, a 39 anni portati come se fosse una ragazzina, ha ritrovato sorriso, serenità e tanta autostima. “Mi piace essere femminile e sensuale davanti ad una macchina fotografica” svela con l’entusiasmo della ragazzina che si sta facendo strada. Giocando con la malizia, mantenendo l’eleganza.

Eppure nella tua vita quotidiana, i cavalli restano la priorità.

Non potrebbe essere altrimenti, mi sveglio ogni mattina alle 5 solo per loro. È una passione che coltivo da sempre, il cavallo è un animale dall’intelligenza così fina che è in grado di comprendere umori, stati d’animo, giornate no…

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Tante emozioni che trasformi in fotografie…

Questo mondo mi ha davvero dato la possibilità di raccontare me stessa, di trasmettere tutto quello che ho dentro. È stata una scoperta fantastico ed è per questo che ogni giorno sono in cerca di set sempre diversi. Certo, scattare nei contesti legati alla natura e ai cavalli, per me è qualcosa di speciale…

Come ti sei buttata in questo mondo?

Ho fatto una toccata e fuga quando ero ancora piccola, ma rimase una parentesi che si chiuse ben presto. Poi ogni tanto mi ci sono riavvicinata, ma era destino che arrivassi alla fotografia da… donna, non da ragazza. Ed allora eccomi qui, con l’intenzione di proseguire a lungo…

Cosa ti ha dato la fotografia?

Conoscenze fantastiche, stima di me stessa e del mio corpo, poter trasmettere sensualità senza scadere nel volgare. E, poi, la possibilità di rivedermi e di fermare il tempo.

Perché una donna di 39 anni accetta di mettersi in gioco davanti all’obbiettivo?

Io posso raccontare la mia storia. Un fotografo mi ha convinto dicendomi che davanti all’obbiettivo potevo ancora far bene, io mi sono convinta delle sue parole e ho lasciato da parte tutte le mie esitazioni. Ed allora eccomi qua, con le mie migliaia di foto sul pc, i miei tanti shooting collezionati a diverse età, e la continua voglia di mettermi in gioco e sperimentare.

Che rapporto hai col tuo corpo?

Adesso, grazie anche alla fotografia, direi ottimo. Sono orgogliosa della femminilità che riesco a trasmettere con una semplice immagine, mi piace che questo lato sensuale emerga durante il set.

Come ti rivedi dopo aver scattato?

Se riguardo i miei scatti, vedo nel mio volto la felicità e la soddisfazione per quello che ho saputo mettere in atto in quel momento. Voglio migliorare, lavoro costantemente per quello, perché è il dettaglio che fa la differenza e fa sì che non ci si improvvisi fotomodelle.

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Come si concilia fotografia e lavoro?

Facendo tanti sacrifici, svegliandosi molto presto al mattino, lavorando per migliorarsi sotto ogni punto di vista. Non si può aver paura del giudizio della gente, ma bisogna sempre operare in modo tale da non andare mai oltre il limite della volgarità. Questo in fotografia non è sempre facile.

Che traguardi ti piacerebbe raggiungere?

Poter usare la mia immagine mettendola a disposizione dei progetti che i fotografi hanno in mente, aiutandoli ad interpretare i loro sogni… fotografici!

 Alberto T.

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