Si erano conosciuti molti anni fa a Firenze. Lei bellissima, giovane, ungherese, alta, affascinante. Lui? Alessandro Maiorano, giovanotto di belle speranze, capelli lunghi, indomito, non bello ma con un fascino particolare e intrigante. La corte? fu di quelle che non lasciano scampo. “Io ti sposerò”, ripeteva lui. Lei? Rideva ma quel “puttino” le piaceva. La corsa in Porsche fino al Piazzale Michelangelo e lì la proposta: “Ho perso la testa per te, tu sei per me come l’alta marea, tu sei dentro di me, sposami.”
Ma lei era incerta. Troppe voci su quel ragazzo dipendente di Palazzo Vecchio, donnaiolo, scapestrato, il quale cambiava macchina ogni sei mesi. La pressione dei genitori di lei: “Ma cosa stai facendo? Ma sai chi è quello? Lascialo, sei ancora in tempo.” Ma dentro il cuore della bella Agata era nato un sentimento per quel Giovane fiorentino con precedenti penali pesanti e con la fama di essere un attaccabrighe. Alessandro voleva quella donna più di ogni altra cosa al mondo e dopo un “assedio” durato mesi Agata disse “Sì”.
Ma come spesso accade gli amori giovanili devono cozzare spesso con la cruda realtà. Si lasciarono e non senza traumi e danni, ma l’amore verso quel “bandito dalla faccia d’angelo” Agata lo ha sempre avuto. A distanza di molti, molti anni si sono incontrati. “Sei diventato famoso”, dice lei, mentre lui: “Sei sempre bella.” A volte gli amori fanno giri strani per poi rincontrarsi.
Luana Parenti
