«”La Classe” conduce il pubblico all’interno di un’aula di recitazione nella quale quattordici allievi attori preparano uno spettacolo che racconta la vita di Anders Behring Breivik, l’attentatore norvegese che il 22 luglio del 2011 ha provocato la morte di 77 connazionali – scrive il regista nelle sue note -. Spiamo le prove, ne origliamo le discussioni, ridiamo della loro leggerezza, ma soprattutto li seguiamo in un tentativo, forse maldestro, di mettersi a nudo di fronte ad un argomento oscuro e indecifrabile quale è il delirio di un uomo che ha ritenuto necessario il massacro di decine di giovani vite».
Gli attori interpretano loro stessi, in un continuo scambio tra realtà e finzione. Il testo intelligente di Francesco Ferrara, l’attenta regia di Gabriele Russo e l’affiatamento di un gruppo che lavora insieme da ormai tre anni, consentono ai giovani talenti della Bellini Teatro Factory di dare risalto a tutta la bravura e la competenza acquisita negli anni di studio proprio presso quel magico teatro.
Possiamo dire che se quel folle eliminò molti giovani, qui i ragazzi del Bellini sono vivi e vegeti e trasmettono la loro passione, seppur cosi giovani, al pubblico in sala, dote che attori più adulti e navigati faticano ancora oggi ad avere.
Il tentativo di cui parla Russo nelle note, di mettersi a nudo quando incontrano ciò che non comprendono, è pienamente riuscito. In questo modo, «gli attori in scena non sono più soltanto attori, ma anche qualcosa di più, o di diverso, o di analogo, diventano individui a confronto con il presente, esseri umani alla ricerca di risposte e uomini posti di fronte ad una realtà che non riescono ad interpretare.»