14 Dicembre 2021 – 23 Gennaio 2022
Si ripete anche per quest’anno il tanto atteso appuntamento satirico, frizzante e vivace con il brioso artista capitolino Maurizio Battista che ogni volta al teatro di Piazza Gentile da Fabriano riesce a radunare sempre una grande massa di spettatori convinti di trovare un genio funambolico della parola che l’entusiasma con battute fulminanti a doppio senso, che vengono prese da un approfondito sguardo sulle problematiche sociali e dal contatto a “ cuore aperto” con le prime file e coppie di persone scelte a campione tra i presenti. Stavolta è partito martedì 14 il loquace Maurizio con una “ performance” di quasi tre ore e sarà all’Olimpico fino al 23 Gennaio su un palcoscenico dove si scorgono un bellissimo albero di Natale riccamente addbbato, un tavolo con giornali e riviste, un fondale luminoso con l’immagine di Battista ed altri simbolici tasselli. Da principio l’arguto intrattenitore pone umoristicamente la sua attenzione e denuncia civile sui ragazzi che, per il divampare della variante Omicron, sono tornati a collegamenti in dad con la scuola e ad occupare alcuni Istituti, oltre a manifestazioni di piazza per le carenze delle strutture scolastiche. Fa rilevare che alcuni giovani ed altre persone dalla vantata prosopopea leggono opuscoli, manuali e pubblicazioni di varie discipline, che li fanno sentire eruditi anche senza una specifica competenza di valore per avere voce in capitolo ed interloquire a ragion veduta con gli altri, come quelli che discorrono adesso di vaccini per contestarli insieme alle nuove misure che hanno allungato l’emergenza fino al 31 marzo, anche se non sono scienziati e quelli che muoiono sono uno su tre “No Vax”. Poi ha lasciato il posto ad un video che ha messo a fuoco il tempo che le persone passano davanti ai “social network”, in cucina per mangiare, a letto con la compagnia di Orfeo e negli amplessi sessuali. Il suo parlare è stato sarcastico, a ruota libera senza un filo rosso unitario ed una drammaturgia complessa strutturalmente, mentre il suo monologo è stato dettato dall’impatto visivo con la platea con cui ha brillantemente dialogato con curiose domande sulle loro condizioni sociali, i luoghi circoscrizionali da cui provenivano dai diversi settori della città, i tipi di lavoro ed i ruoli occupazionali che detengono nella comunità romana. La maggior parte degli interrogati è risultata civilmente vedova e di livello medio socialmente, con la funzione di dipendente privato od impiegato pubblico con un’affluenza da differenti zone, come Monteverde, Magliana , Nomentana e Salario, oppure la litoranea romana. Ad accompagnarlo in scena è stato a tratti Dado che ha strimpellato in scena la sua chitarra con frecciate politiche contro coloro che si servono dei loro privilegi per accrescere le loro risorse e spostarsi in aereo pure per tratte di corto respiro. Perciò discorrendo con il pubblico sul più e sul meno, con la sua malizia colpisce le varie coppie argomentando su da quanto tempo stiano insieme e chi vinca nella relazione perché le donne sono più sensibili e razionali degli uomini per cui non si capisce per quale motivo vogliano sostituirsi al maschio nelle leve di comando, assumendo i suoi caratteri distintivi. Lui confessa d’essersi sposato tre volte per non aver individuato l’anima giusta, d’aver ripreso la bonarietà del quartiere San Giovanni con una forte famiglia di professione gastronomica artigianale , un lavoro con molti apprendisti giovani formati dalla nonna deceduta in tarda età, che gli lasciò l’amore per la cucina, che come “ gourmet” ha trasmesso alla seconda moglie, che aveva scarso successo con i fornelli. Ha raccontato inoltre un episodio casalingo riportando il diverbio con la moglie sposata in seconde nozze che non sapeva cucinare, mentre ad uno spettatore che gli chiedeva di parlare del matrimonio ha fatto visionare un altro spezzone del filmato che documentava una donna vestita di bianco per le nozze che arrivava all’altare su un trattore, un cavallo ed un dromedario per distinguersi dalle altre in stravaganza ed eccentricità. Sempre per ridere goliardicamente ha aggiunto che la cognata gli aveva mandato un invito di matrimonio e subito s’era accesa un’acerrima discussione con la moglie sul regalo da fare e successivamente la consorte gli aveva indicato circa 1000 Euro come cifra maggiormente degna del dono di 4 invitati alla cerimonia. Sono stati pertanto 150 minuti di fragranti risate che hanno scatenato un autentico boato di risate d’un incontenibile massa di scatenati ed estasiati convenuti alla prima del popolare ed estroso attore quirite, che ha il difetto di perdersi nell’epilogo in quanto non ha la facoltà deduttiva dell’amene conclusioni di quanto comunicato con feconda perspicacia ilare in scena e Dado l’ha aiutato organizzandogli una gigantesca “ola “ del pubblico da un lato all’altro della platea in dimensione orizzontale. Per ripagare gli astanti del loro calore e dell’essere stati al gioco delle sue prese in giro con gigionesche allusioni e velenose frecciate è stato munifico e generoso dispensatore dell’ormai abituale dono – regalo da spirito libero e novello Pasquino, che nel suo discorrere è battitore libero e non si lascia imbrigliare da norme etiche o schemi, pregiudizi e preconcetti ; stavolta il presente non sono stati suoi libri ricordo, bensì una maglietta XL coniata per l’occasione. Visto che per Natale e Capodanno sono state adottate nuove misure restrittive precauzionali per non dover richiudere tutto e non far risalire l’ondata di contagi con la conseguente cancellazione delle manifestazioni all’aperto, chi vorrà godere una serata di spassosa e giuliva allegria saprà dove andare, dato che tutti i Teatri assicureranno lo spettacolo di fine anno con brindisi allo spumante e cotechino con lenticchie anche se con un ritocco dei prezzi. Basterà saper selezionare il proprio interesse e prenotare in anticipo, stando attenti allo slittamento degli orari di rappresentazione.
Giancarlo Lungarini