Nel ‘600 nacque il presepe, rappresentazione della nascita di Gesù sotto forma di vera e propria opera d’arte cui, nel tempo, si sono dedicati non solo artisti e artigiani ma anche persone che di mestiere si occupano di tutt’altro.
Napoli è il centro universalmente riconosciuto dell’arte presepiale al punto da dedicare una strada esclusivamente a botteghe in cui nascono le opere, San Gregorio Armeno.
In realtà, è in tutto il centro storico della città partenopea che non solo nel periodo di Natale si possono notare posti in cui i presepi si creano, si vendono, si creano e si vendono.
È una tradizione talmente scolpita nelle viscere di molti napoletani che non è affatto difficile che, ad esempio, un avvocato del lavoro come un bancario o un professore di liceo dedichino il proprio tempo libero alla manifattura di vere e proprie opere d’arte intrise di sapienza, tradizione e spiritualità.
Una sorta di “hobby d’arte”.
La maestria dei creatori di presepi non professionisti è sovente equiparabile agli artigiani che lo fanno per vivere.
È un fenomeno impressionante e affascinante.
Col tempo qualche bottega ha inserito personaggi contemporanei e dell’ attualità all’interno dei presepi creando una “variante” che incuriosisce i turisti ma che a più di un napoletano fa storcere il naso.
Creta, cartapesta, colla, tessuti anche pregiati, colori acrilici.
Questi gli ingredienti per la realizzazione di un vero presepe napoletano che, spesso e volentieri, fa bella mostra di sé per tutto l’ anno in molte case.
A San Martino, nella zona alta della città, vi è anche un museo del presepe dove a sconvolgere i visitatori per maestosità e bellezza svetta il “Presepe Cuciniello”.
La realizzazione di un presepe mette insieme diverse discipline: scultura, pittura, sartoria, in qualche caso addirittura architettura.
È un summa di capacità da concentrare e incanalare.
Il risultato finale è spesso un capolavoro ammirato da credenti e non.
D’ altronde, come tutte le forme ed espressioni dell’ arte, anche l’ arte del presepe parla un linguaggio universale.
La bellezza parla e va solo ascoltata.
Sempre.
ROViRO’