“Un’estate italiana”. La musica racconta i sogni di un goal e momenti storici e culturali

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Filosofia dello sport e musica con “Un’estate italiana” di G. Nannini e E. Bennato. Alla ricerca di una nuova prospettiva socio-educativa per la nostra cultura

“Forse non sarà una canzone, a cambiare le regole del gioco/ma voglio viverla coìi quest’avventura/senza frontiere e con il cuore in gola/E il mondo in una giostra di colori/e il vento accarezza le bandiere/arriva un brivido e ti trascina via/e sciogli in un abbraccio la follia/notti magiche, inseguendo un goal/sotto il cielo/di un’estate italiana/E negli occhi tuoi/voglia di vincere/un’ estate/un avventura in più…

Quel sogno che comincia da bambino/ e che ti porta sempre più lontano/ non e una favola – e dagli spogliatoi/escono i ragazza e siamo noi/notti magiche/inseguendo un goal/ sotto il cielo/ di un’estate italiana/E negli occhi tuoi/voglia di vincere/un’ estate/un avventura in più/notti magiche/inseguendo un goal/sotto il cielo/di un’estate italiana,

E negli occhi tuoi, voglia di vincere/un’ estate/un avventura in più/un avventura/un avventura in più/un avventura goal!”

Essa ci racconta l’entusiasmo, la gioia di prendere parte a un gioco, l’amore verso il percorso di un’avventura, che nel testo ovviamente simbolizza il mondiale di calcio; avventura che comunque possiamo vivere ogni giorno, nel nostro quotidiano; un’avventura è tutta la vita, ogni passo che compiamo è un’avventura da vivere, con amore. Ogni avventura viene vissuta con il cuore in gola, perché abbiamo consapevolezza che possiamo fallire e il nostro tiro potrebbe entrare in porta come no. Parliamo di avventure ma anche di sogni che iniziano da bambini. Tra i tanti sogni c’è quello di raggiungere un riconoscimento non solo individuale, ma anche attraverso la collaborazione con gli altri esseri umani. Sogni e obiettivi come quello di fare parte di un Stato sano, di un popolo unito che si impegni appunto a perseguire una missione comune… come quello appunto di fare un goal, che ci toglie un nodo in gola, un’ansia, quella paura del fallimento. In tale quadro, la musica, come l’arte in generale, è in grado di comunicare delle emozioni, dei sentimenti umani; delle realtà e anche dei momenti storici. “Un’estate italiana” racchiude tutto questo. Parliamo di un brano, un’opera d’arte, che, come vuole la sua tradizione, dipinge un mondo meraviglioso, lontano da ogni lacuna o squilibrio; nel caso del testo qui trattato, si racconta un’Italia bella, unità, fatta di amore… racconta di un popolo unito; una realtà in parte vera, anche se non sempre, se la osserviamo attentamente, perché a volte ci dimentichiamo di essere italiani, non sentiamo nel cuore un amore per il nostro meraviglioso Paese. Ad esempio non facciamo valere e fiorire il senso di essere in un Paese in cui prevale la Repubblica democratica, che resta solamente un’apparenza o un concetto retorico. Il brano comunque ci parla di una nazione molto diversa da quella di oggi, ossia di una nazione in cui prevalgono i rapporti umani, la volontà di creare, di costruire per il bene comune. Parliamo di un momento storico dove in cui qualche modo reggeva ancora il benessere economico; parliamo di un momento in cui nelle votazioni politiche non si votava il personaggio, ma il partito; parliamo di un momento in cui si assisteva a quella che viene definita “Prima Repubblica”. Quella è un’Italia che ci manca e che dovremmo in parte recuperare, un’Italia fatta di sentimenti e di entusiasmo, un’Italia piena d’amore.

Attraverso i pregi e i limiti del nostro passo dovremmo cogliere gli elementi per fondare nuovi percorsi socio – educativi per una nuova cultura. Dovremmo ricostruire quegli ideali che i nostri nonni volevano raggiungere o che hanno raggiunto per un periodo di tempo. Gli stessi che sono stati abbandonati e oggi non si pensa più al benessere comune, ma al benessere personale. Dovremmo quindi ricominciare a credere in ogni singolo individuo, nel suo contributo e nelle sue facoltà al benessere di tutti; puntare su i suoi sogni e aiutarlo affinché possa realizzarli. Credo che “Un’estate italiana” racchiuda quanto appena detto, l’entusiasmo dei mondiali, ma il comportamento storico di un popolo – l’arte narra anche la storia, disciplina fondamentale per conoscere e scoprire anche aspetti che abbiamo abbandonato.

Giuseppe Sanfilippo

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