Sale Petrassi e Sinopoli – Auditorium Parco della Musica di Roma, il 5 e il 6 gennaio 2017
Non solo per il Natale e il Capodanno v’è stato un grande afflusso di pubblico all’AUDITORIUM di via De Coubertin, ma pure per L’Epifania, od in chiave popolare la vecchina della befana con la scopa e la calza, che è stata solennizzata nelle sale minori con ritmi e musiche diverse, però sempre con una ricerca intorno alle tematiche religiose legate al Bambinello. Ha cominciato la bionda Rossana Casale nella Petrassi con canti in varie lingue, dal fado portoghese all’iberico, inglese e latino classico, fino ai grandi compositori del ‘900 uniti all’insegna del blues e del jazz. Si sono uditi brani sacri come”silent night”e “chocolate Jesus” di Tom Waits, il poetico” le pere Noel”, la petite ficce, rispetto ai motivi laici della popolare “invocacao” di Maria Betwania o della naturalistica cantata “Le Noel de la rue” della famosa Edith Piaf, per non scordare la celeberrima “zat you santa claus” del jazzista Luis Armstrong. Per la Casale nel Natale bisogna cogliere tutti gli aspetti umani implicati, povertà, giustizia, amore, pace, vita, e fraternità solidale;questo per lei solo il discorso universale muto e serafico che la sonorità consente di fare. Per la tradizione musicale Italiana, la rassegna curata invece alla Sinopoli dal maestro Sparagna è giunto alla sua decima edizione. Le voci e gli strumenti delle differenti regioni nostrane, dalla siciliana d’origine albanese od “abresc” Eleonora Portonaro alla partenope di Mario Incudine ed alle tipiche Launeddas Campidanesi di Orlando ed Eliseo Mascia, si sono congiunti prima al coro delle voci bianche infantili e poi a quello popolare diretti con magistrale perizia musicale e didattica da Anna Rita Colaianni. Era la prima volta che il coro dei bambini, nato all’interno della fondazione Musica per Roma, s’esibiva sul repertorio Natalizio. Ospiti particolari sono stati i solisti dell’ensemble greco di Salonicco”en chordais”formato da Drosos e Kyriakos che hanno cantato in bizantino accompagnandosi con i loro strumenti tipici.Ciò ha reso ardua la comprensione del messaggio, consentendo solo l’apprezzamento delle note sonore.IL loro studio incentrato soprattutto sull’area del Bosforo di Costantinopoli. Tali briosità grecanicae risuonano ancora da noi,in alcune zone della Puglia Tarantina e Salentina,della Calabria sud-ovest di Lungro e dell’Aspromonte fino alla Sicilia di Piana degli Albanesi. Adesso l’appuntamento è per la prima domenica di Febbraio con suoni e danze del folklore Irpino,intorno al monte Partenio, ovvero la terra di Capossela.
Susanna Donatelli