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Le maschere folkloristiche dell’Irpinia, i suoi riti tradizionali e canti popolari con l’orchestra di Ambrogio Sparagna per aprire l’annuale ricorrenza del carnevale

Data:

Auditorium – Sala Sinopoli di Roma, il 5 febbraio 2017

Una delle danze più giulive, spensierate,laicamente felici e tipiche della gente mediterranea è la tarantella tipica e particolare della Unità Campana ovvero del limite estremo della  Magna Grecia, sui cui ritmi il maestro Sparagna con la sua fisarmonica ha pensato d’impostare in prima assoluta il progetto ideale di raccogliere figure e maschere della terra Irpinia per farle sfilare la mattina, negli spazi e sotto i portici dell’Auditorium per poi il pomeriggio organizzare un grande concerto nella Sala Sinopoli. Dunque con circa 300 musicisti e ballerini dell’orchestra popolare Italiana in una sala gremita all’inverosimile di persone in piedi,abbiamo ascoltato le voci suadenti e conosciute di Raffaele Simeoli e Valentina Ferraioli, membri del collettivo musicale di Sparagna,mentre sfilavano in maniera affascinante i grandi gruppi come la “Tarantella di Montellarano”, “Il ballo intreccio di Forino” con corone di fiori,  “La mascherata di Serino” come la vecchia che viene bruciata per dimenticare le cose antiche come nella notte di Capodanno. Il carnevale di Castelvetere e Pasquale Zuccarino per finire con “La zezza di Marcogliano e Capriglia” ossia la figlia del sovrano che contro il volere del padre sposa il povero pulcinella. I suonatori ed i membri dei vari cortei popolari sono scesi in platea con i loro strumenti, le maschere e i fiori delle ghirlande suscitando il delirio del pubblico e l’ovazione a scena aperta, sancite da flash scatenati dei cellulari. Il coro diretto come sempre con abile maestria da Anna Rita Colaianni ha fatto gustare motivi imperdibili ed assai note in quelle zone, che partecipano con gioia ed entusiasmo al Carnevale di cui Sparagna giustificazioni etimologiche che si perdono nel tempo del mito. La più nota e caratteristica di tali feste è proprio quella di Montemarano dove le musiche ammalianti e frenetiche vengono guidate dal “caporaballo” individuabile dal vestito bianco ricoperto dal mantello purpureo. Una celebrazione profana che riporta ai “saturnali” quiriti ed ai lavori agrari dedicati alla Dea Demetra per far sbocciare a primavera i campi. Il prossimo appuntamento ora con la musica tradizionale e ipnotica, ricreativa del maestro Sparagna,con il coro della Colaianni e l’orchestra popolare Italiana sarà il 1° maggio per la festa del lavoro.

Susanna Donatelli

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