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“Teorema” da Pasolini in una coinvolgente trasposizione di Milan Marković Matthis al Teatro Sloveno di Trieste

Data:

Trieste, Teatro Stabile Sloveno / Slovensko stalno gledališče, dal 10 al 19 marzo 2017

Trieste è una città difficile da definire, situata nello stesso tempo al margine e al centro dal punto di vista geografico, storico, etnico e linguistico, ma non solo. Uno dei privilegi di questa condizione è la possibilità di incontrare modalità diverse di esprimersi, di osservare, di considerare la realtà; luogo principe di questo è senz’altro il mondo dell’arte in generale e del teatro in particolare.

A Trieste il numero dei teatri è abnorme rispetto al territorio e agli abitanti, dalle sale più piccole a quelle di importanza nazionale: una fondazione lirica e ben due teatri di rilevante interesse culturale.

Tutto ciò premesso, la stagione del Teatro Stabile Sloveno ne è un chiaro esempio. Aperto concretamente alla cittadinanza grazie alla presenza di sopratitoli in italiano, dà la possibilità di accostarsi ad un modo diverso di far teatro permettendo così di cogliere non soltanto le differenze ma, soprattutto quel che accomuna.

Teorema che Milan Marković Matthis ha tratto dalle opere omonime di Pier Paolo Pasolini (romanzo e film) lo dimostra chiaramente: c’è nella realizzazione di questa pièce tantissima poesia, levità e rispetto.

Il testo originario viene messo in scena nel primo atto: l’Ospite (Jasmin Mekić – attore ospite) giunge atteso ma poi se ne va all’improvviso e in modo inaspettato sconvolgendo la ricca famiglia borghese (il padre Paolo: Vladimir Jurc, Lucia, la madre: Maja Blagovič ,Pietro, il figlio maggiore: Tadej Pišek e Odetta: Sara Gorše – attrice ospite): li destabilizza a livello razionale ed emozionale mettendo tutti in crisi nel fisico e nell’animo, facendo emergere le incoerenze di ognuno e portandoli a comportamenti esagerati, forse non per tutti sinceri, ma in ogni caso estremi. Il bisogno di rompere con una vita inautentica, indotta dall’ambiente, porta tutti, tranne Emilia (Nikla Petruška Panizon), ad azioni scomposte, alla disperata ricerca di un nuovo centro, di una nuova stabilità.

SSG-Teorema_HiRes-®PeterUhan_073Non c’è niente che possa superare la potenza della musica per acquietare i sensi del pubblico e niente può essere più adatto dell’Introitus dal Requiem di Mozart.

C’è però un seguito e, nel secondo atto si ritrovano tutti i personaggi, spostati nel tempo e nello spazio e ci si ritrova dalla Milano di fine anni Sessanta nel Novecento alla Trieste di oggi; qui la diversità evidente dell’Ospite, prima indefinita, è individuata dal suo essere Straniero, concretizzata dal ritorno in quella casa, orfana per tanto tempo della sua presenza.

Emilia non se n’è andata ed è ancora lì nel ruolo di domestica, ma il tempo sospeso ha lavorato silenziosamente in ognuno e la rinnovata presenza dell’Ospite, seppur per brevissimo tempo, aiuta a ricomporre quel che si era spezzata dopo la prima partenza; il Cha Cha Cha di Piero Piccioni suggella la serenità raggiunta a carissimo prezzo, ma ora consapevolmente solida.

Il momento catartico si realizza in questo caso non alla fine, ma nel primo atto quando Pietro, deciso a trasfigurare la propria sofferenza attraverso l’arte figurativa, inizia prima timidamente, poi in modo sempre più convulso e disperato a dipingere usando il proprio corpo come strumento per imprimere il colore sulla carta, ignorando il pennello o qualsiasi altro elemento tradizionale che si interponga fra se stesso ed il foglio, rappresentando così la propria anima attraverso la fisicità.

Grazie alla sensibilissima regia di Sebastijan Horvat, da uno spettacolo duro, violento, in cui gli scontri e gli incontri fisici non mancano aggiungendosi a quelli verbali, si esce con un senso di pace perché la natura umana, quel che accomuna autoctoni e stranieri provenienti da un Mondo Altro, non importa quale, viene protetta e serbata.

Il senso del tragico, così tanto presente nel pensiero e nell’opera di Pasolini, le sue contraddizioni nel realizzare una narrazione altamente elitaria avendo come punto di riferimento il popolo, la sua capacità di rendere lirico quel che ci appare solitamente come basso e greve, sono state “tradotte” in modo esemplare in un sistema culturale altro aiutando il pubblico di lingua italiana a cogliere aspetti essenziali dati forse troppo per scontati.

Paola Pini

Trieste, Teatro Stabile Sloveno / Slovensko stalno gledališče, dal 10 al 19 marzo 2017
Teorema
di Milan Marković Matthis
dal romanzo omonimo di Pier Paolo Pasolini
regia Sebastijan Horvat
traduzione: Gašper Malej
adattamento e dramaturg: Milan Marković Matthis
scene: Jürgen Kirner
costumi: Belinda Radulović
musiche originali: Drago Ivanuša
coreografie: Anja Bornšek
assistente alla regia: Nina Ramšak
Con:
PAOLO: Vladimir Jurc
LUCIA: Maja Blagovič
PIETRO: Tadej Pišek
ODETTA: Sara Gorše (attrice ospite)
EMILIA: Nikla Petruška Panizon
L’OSPITE: Jasmin Mekić (attore ospite)
PRIMA E REPLICHE
venerdì 10 marzo, ore 20.30 – prima
dedicata al centenario della nascita di Jože Babič
sabato 11 marzo, ore 20.30
giovedì 16 marzo, ore 20.30
venerdì 17 marzo, ore 20.30
domenica 19 marzo, ore 16.00
TSS-con sovratitoli in italiano

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