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Home/ Recensioni / Teatro / M’accompagno da me. Leggerezza mai banale

Mag

17

M’accompagno da me. Leggerezza mai banale

  • 17 Maggio 2017
  • Teatro
  • Paolo Leone, Roma, Teatro

Roma, Teatro Sistina. Dal 16 al 21 maggio 2017

Sì, Rugantino, sei tornato su quelle tavole di legno, in quel teatro Sistina che ti ha visto “rugare” 16 anni fa. Ti sei camuffato con tante maschere diverse, ma ti abbiamo riconosciuto ugualmente. Il cuore è lo stesso e piano piano hai ripreso possesso del tuo sogno, lo stesso che conquistò Pietro Garinei quando venne a vederti nel tuo piccolo teatro e si convinse che per te era il momento giusto per il grande salto.

Michele La Ginestra debutta (e torna, dopo il suo bellissimo Rugantino di tanti anni fa) al Teatro Sistina il 16 maggio con il suo delizioso one man show, M’accompagno da me, che presentò nel dicembre 2015 nel suo teatro Sette. Spettacolo arricchito, con qualche brano nuovo e un personaggio in più, una band dal vivo posizionata in alto sopra la scena e i soliti quattro bravissimi performer “carcerati” (Andrea Perrozzi, autore anche delle musiche, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato e Alberta Cipriani). Eh sì, perché la scena è composta da quattro celle dove sono reclusi coloro che danno il ritmo alla sua performance con brevi e simpatici brani coreografati da Rita Pivano e che introducono ogni personaggio chiamato in aula di tribunale a testimoniare o difendersi dalle accuse di reati diversi. In M’accompagno da me, l’escamotage drammaturgico è infatti la ricerca di un reato da cui rinascere a nuova esistenza perché spesso, nella storia dell’uomo, tutto ha vita da un atto violento.

IMG_8095Inizia così una lunga e gustosa carrellata, inizialmente con i versi di Pascarella e della sua “Storia nostra”, con cui si narra la fondazione di Roma, e via via con tutti i personaggi interpretati da La Ginestra che apportano un pezzetto di verità a questa ricerca, più o meno surreale, e almeno in due occasioni colpiscono al cuore con quella sua peculiare cifra artistica, capace di tramutare il sorriso in commozione in un istante. Scorrono davanti al pubblico giudici che arringano, nemici delle ZTL, cappuccetto rosso più che mai cinica, un’improbabile Biancaneve “strafatta” e confusa, una madre alle prese con un figlio pericoloso già in passeggino, un writer balbuziente dall’infinita tenerezza e dai nobili sentimenti, il mitico Archimede, ubriacone di grande saggezza, fino all’amatissimo personaggio del prete, chiamato a testimoniare su una confessione e che, infervoratissimo, urlerà quelle verità tanto palesi quanto misconosciute dai più. Spettacolo divertente, ben congegnato, con quel pizzico di profondità che arricchisce il tutto. Comicità, quella di Michele, con un retroterra culturale e di spessore, capace poi di mettere lo spettatore di fronte a quelle profondità che si pensavano smarrite, magari con un verso poetico inaspettato, o un’improvvisa dolcezza di un personaggio. Umorismo in alcuni frangenti raffinato, da cogliere tra una battuta e l’altra. Diretto da Roberto Ciufoli, riesce a commuovere dopo una risata, privilegio di pochi, a graffiare dopo un sorriso. Serata piacevolissima e non fatua e la chiusura in versi ne suggella la mai superficiale bellezza.

Va bene Rugantì, pure stavolta hai imperversato su quel palco, ci hai portato nei sogni che solo il teatro può regalare. Che fai, te ne vai adesso? Tranquillo, non lo diremo a nessuno che sei riapparso nel Sistina, faremo finta di niente e se qualcuno ce lo chiede, gli diremo che abbiamo visto solo un certo Michele che ti somigliava tanto.. Oh, sei poi ti andasse di tornare a far la corte a Rosetta, parliamo noi col direttore del teatro. Ciao, alla prossima, e grazie di essere venuto.

Paolo Leone

Michele La Ginestra in
M’ACCOMPAGNO DA ME
con Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato, Alberta Cipriani
con Band dal vivo
regia di Roberto Ciufoli

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    • Pino Caruso , Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza.

    • Orson Welles , Il teatro resiste come un divino anacronismo.

    • Giorgio Albertazzi , Teatro è guardare vedendo.

    • Louis Jouvet , Niente di più futile, di più falso, di più vano, niente di più necessario del teatro.

    • Arthur Miller , Il teatro è così infinitamente affascinante perché è così casuale. E’ come la vita.

    • Joël Jouanneau , Scrivere, è annerire una pagina bianca; fare teatro, è illuminare una scatola nera.

    • Federico Garcia Lorca , Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.

    • Terrence Mann , Il cinema vi renderà famosi; la televisione vi renderà ricchi; ma il teatro vi farà bene.

    • Eduardo De Filippo , Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.

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