Giardini della Filarmonica, Teatro 91 di Roma
Uno dei maggiori scrittori d’attualità nei gusti d’intrattenimento e culturali della popolazione italiana e non solo contemporanea è l’autore siciliano Andrea Camilleri, conterraneo di sommi letterati quali Verga, Pirandello, Rosso di San Secondo e Quasimodo, nonché docente di grande valore di scuola secondaria superiore:egli ormai novantenne e stabilitosi a Roma con problemi alla vista, ha composto un’infinità d’opere di narrativa, da cui sono stati ricavati pure spettacoli teatrali e sceneggiati televisivi, tra cui: “Il commissario di Montalbano” che ha fatto la fortuna in ogni senso, di Luca Zingaretti. Per rendere meglio omaggio, i solisti del teatro, hanno organizzato una serata particolare a lui dedicata all’interno della loro consueta rassegna annuale che va dal 19/07 all’8/09 curata con passione e sacrificio dalla vulcanica Carmen Pignataro,giunta alla sua 24°edizione, in cui V. Contadino, L. Solfizi, P. Poddighe e Mimmo Mignemi, hanno letto con verve idiomatica e spirito frizzante, salace e sensuale, alcune pagine estrapolate, dei suoi migliori lavori, con una raffinata descrizione in lingua d’ambienti e paesaggi, specialmente della provincia d’Agrigento, essendo lui di Vigata. In questa ricca miscellanea, s’è così passati al ”Re di Girgenti” a “Filo di fumo”,”La stagione della caccia,”e a “La cattura”, da “La concessione del telefono” a “La mossa del cavallo”,”Il birraio di Preston”ed “Il casellante” con estrose raffigurazioni di popolane come la comare con i clienti alla porta, tra cui Zosimo e la “cioppa” figlia del principe, da cui sono scaturite piccanti vicende boccaccesche raffigurate con gustoso e libidinoso piacere sessuale, per il sollazzo degli astanti e dello stesso descrittore, che ha accresciuto la resa brillante del testo con espressioni tipiche e vernacolari ad hoc,come “palascianno”che equivale alla parola “gran testa di…”. Camilleri, che campeggiava con il suo gran volto sullo schermo del fondale nell’allestimento del suo “cerimoniere” il regista G. Di Pasquale che ci ha riservato alcuni interventi multimediali per regalarci alcune “chicche sfiziose”come la paura di tornare in Sicilia per non dover annoverare sempre meno amici portati via dalla ”dama nera” ed il fatto che il suo nume di riferimento L. Pirandello aveva voluto farsi cremare per essere le sue ceneri sparse nel mare natio o sotto il grande albero di Porto Empedocle vicino a Girgenti, ma né prima il federale fascista né dopo il prefetto democratico vollero che la sua urna fosse trasportata dal Verano di Roma dove si trova con l’accusa d’essere politicamente schierato con gli avversari.I paradossi ipocriti della storia!
Susanna Donatelli