Dieci anni fa nel piccolo paese delle Langhe nasceva Collisioni, un festival mix di musica, letteratura, cultura ed arte: il tutto annaffiato dall’unico vino che dà il nome al paese. Quest’anno numerosissimi ospiti di eccezione ma su tutti, i Depeche Mode.
Chi era ragazzo negli anni ’80 ha necessariamente sognato sulle note di Enjoy The Silence. Dopo 38 anni esatti, i Depeche Mode sono ancora sulla cresta dell’onda, più in forma che mai con la loro musica senza tempo. Molta acqua è passata sotto i ponti da Basildon, Essex, Inghilterra, dove il gruppo nasce nel 1977: sono stati tra i pionieri del pop elettronico, creando un suono inconfondibile, che è sopravvissuto a crisi personali, mutamenti di mode e svolte generazionali. Andrew Fletcher (classe 1961) e Vince Clark (1960) incontrano Martin Gore (1961) e insieme fondano i Composition Of Sound, nome che verrà cambiato qualche mese dopo, quando i tre sentiranno la necessità di trovare un leader assoluto, un frontman degno di questo nome: chi risponde alle aspettative è un coetaneo, classe 1962, che si esibisce in un locale con la cover di Heroes di David Bowie. E’ la voce calda, unica, particolarissima di David Callcott, poi Dave Gahan, ad entrare nel gruppo ed a farne la storia. Pionieri dell’uso dei sintetizzatori e della musica elettronica, nel 1981 esce il primo album, Speak And Spell, che contiene, tra le altre, New Life e Just Can’t Get Enough, ancora oggi una delle loro canzoni più amate. Sempre nel 1981 avviene una rottura tra Vince Clark ed il resto della band: Martin Gore ne diventa pertanto l’autore principale. Il risultato di questo salto nel buio è A Broken Frame (1982): ecco i Depeche Mode come li conosciamo, sonorità dure e ritmi pulsanti, il caldo della voce di Gahan ed il freddo dell’elettronica, tutto tipico degli anni Ottanta.
E da qui un crescendo di successi per melodie che hanno fatto la storia: del 1983 è Construction Time Again con Everything Counts, e nel 1984 arriva Alan Wilder (classe 1959), autore ed arrangiatore e glia albums sono due: People Are People, con il brano che dà il titolo all’album, e Some Great Reward con Somebody e Blasphemous Rumours. Sono all’apice del successo, ma come spesso capita, non sono tutte rose e fiori: Dave Gahan ha infatti seri problemi di depressione e di droga. Nonostante tutto, continuano la loro produzione in modo abbastanza serrato: Black Celebration (1986) con Stripped, Music For The Masses (1987) con Strangelove, 101 (1989), fino a Violator (1990), che contiene Personal Jesus ed Enjoy The Silence e Songs Of Faith And Devotion (1993), con I Feel You e Walking In My Shoes; contemporaneamente Gahan cade pesantemente nel tunnel dell’eroina, fino a tentare il suicidio nel 1996 tagliandosi le vene in un hotel di Los Angeles. Si salva per miracolo. Alan Wilder abbandona il gruppo, ma i Depeche Mode decidono di continuare anche in tre: nel 1997 arriva Ultra con Barrell Of A Gun, It’s No Good e Home. Dopo qualche anno di silenzio, ritornano sulla scena mondiale nel 2001 con Exciter, poi Playing The Angel (2005), Sounds Of The Universe (2009) con la bellissima Wrong, Delta Machine (2013), fino all’ultimo Spirit (2017) con Where’s The Revolution.
A Barolo i quasi sessantenni approdano nuovamente in Italia dopo le date di Milano in gennaio. Se li si ascolta senza guardarli, sembra di essere tornati indietro di trent’anni. La voce di Dave Gahan non ha perso nulla, nonostante una vita di eccessi: anzi, sul palco è ancora più accattivante e coinvolgente di quando era ragazzo. Contando che Martin ed Andy, impegnati con gli strumenti, devono necessariamente rimanere abbastanza statici, è Dave che tiene il palco: non sta fermo un attimo, canta, balla, si muove, coinvolge il pubblico dall’inizio alla fine. Non si riesce a staccargli gli occhi di dosso! Dopo alcune delle loro canzoni più recenti, i novemila spettatori di Collisioni sono in delirio dalle prime note delle loro canzoni più famose che, nonostante abbiano tre decadi, sono ancora belle, attuali e non stancano mai. Quante volte avranno eseguito Enjoy The Silence o Personal Jesus? Infinite. Eppure, ancora si divertono, e si vede! Per un artista, è la linfa vitale ed il filo che lega al pubblico, quando la propria arte diventa automatismo allora si è perso lo spirito. I Depeche invece danno l’anima, instancabili ed appassionati. Un gruppo che ne ha passate tante, ma che nonostante problemi, dipendenze da droga e alcool, abbandoni vari, non si è mai sciolto: forse gli unici, tra tutti i numerosissimi gruppi balzati alla ribalta negli anni Ottanta, ad essere ancora insieme. L’età non conta, la vera musica sì: lo dimostra il tutto esaurito ovunque si esibiscano.
Chiara Pedretti