Intervista ad Alessandro Gassmann  e Daniele Russo per “Fronte del porto”: uno spettacolo di Alessandro Gassmann, in scena al teatro Bellini di napoli

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Dopo il debutto in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena lo scorso 17 ottobre,  approda al Teatro Bellini di Napoli ‘Fronte del porto, il nuovo spettacolo di Alessandro Gassmann in scena dal 6 al 25 novembre.

In origine Fronte del porto (On the Waterfront) è un film del 1954 diretto da Elia Kazan e interpretato da Marlon Brando, vincitore di otto premi Oscar (su dodici candidature).

Nel 1989 è stato inserito fra i film conservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito all’ottavo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al diciannovesimo posto.

Dopo lo straordinario ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’, Alessandro Gassmann dirige di nuovo Daniele Russo nella riscrittura di una storia “cinematografica”: l’adattamento  teatrale firmato da Enrico Ianniello di Fronte del porto. Attore, scrittore, traduttore e regista non nuovo a esperienze di trasposizione scenica – ricordiamo i suoi i fortunatissimi adattamenti di Chiòve e I Giocatori del catalano Pau Mirò – Ianniello ha immaginato la storia a partire dall’omonima opera dell’americano Budd Schulberg (a sua volta ispirato da un’inchiesta giornalistica dell’epoca, diventata la base della sceneggiatura del film di Elia Kazan che vinse otto oscar nel 1954) e dall’adattamento teatrale realizzato, in seguito, dall’inglese Steven Berkoff.

Alessandro Gassmann, dirige Daniele Russo e altri 10 attori in una riscrittura in cui Enrico Ianniello fonde le suggestioni del testo originale con quelle dei poliziotteschi napoletani degli anni ’80. Gassmann, con la sua cifra inconfondibile, costruisce uno spettacolo che trascina gli spettatori nella Napoli di quasi 40 anni  fa: i colori della moda sono sgargianti, la sonorità è quella dei film dell’epoca e un cast di 12 attori straordinari porta in scena una storia corale dalla forte carica emotiva e sociale, fatta di relazioni intense e rabbiose e di atmosfere cariche di suspence. Gassmann, sottolinea: «Come già avvenuto per Qualcuno volò sul nido del cuculo, anche in questo caso la scelta è caduta su un testo ed una tematica che mi coinvolgono profondamente e che portano verso una ricerca di libertà faticosa. Ricostruiremo la vita del porto, le vite degli operai, i loro aguzzini, attaccandoci ai suoni, ai rumori, ai profumi ed alla lingua di questa città.»

In una recente intervista ha parlato di Napoli definendola città culturale del Paese. Il suo avvicinamento a Napoli è recente, dovuto ai suoi ultimi lavori oppure è un amore innato e che c’è sempre stato?

Alessandro Gassmann: Direi che I bastardi di Pizzofalcone ( prima e seconda serie) mi ha permesso di conoscere Napoli e i napoletani molto meglio. Prima la conoscevo solo teatralmente, fermandomi per un massimo di 3 settimane, e quindi è un amore nuovo, forte e molto profondo. Ho imparato a conoscere i napoletani e le loro sfumature e mi ci trovo molto bene. Confermo che è la città culturale del Paese, questo e soprattutto da un punto di vista delle arti, nonostante abbia mezzi minori rispetto ad altre città che hanno i mezzi ma non ne hanno la capacità. I risultati de I bastardi di Pizzofalcone che ci regalano ascolti artistici ed il successo dei miei spettacoli teatrali a Napoli, che spero continuino con Fronte del porto  ne sono la prova. So che lo spettacolo funziona e so l’impatto che ha sul pubblico e son certo di continuare la mia collaborazione con la stupenda città di Napoli.

Quanto c’è del film On the waterfront all’interno  dello spettacolo. E quanto se ne discosta il teatro dal cinema?

Daniele russo: C’è sicuramente il plot in comune, ne cambia completamente il mezzo ed anche la città è diversa. La trama è quella però ci si arriva in maniera completamente diversa.

Alessandro Gassmann: Ho chiesto ad Enrico Ianniello, famoso attore e drammaturgo napoletano, di ambientare la storia a Napoli ed è parlato in lingua napoletana e gli attori sono tutti napoletani. Ho continuato la linea di portare nei miei spettacoli teatrali temi a me cari. In questo caso, si parla di legalità e di voglia di legalità, come gli operai che si ribellano alla Camorra, attraverso la denuncia di uno di questi operai. La storia è un grido di libertà, sempre attuale nel nostro Paese.

Napoli degli anni ’80 e la New York dei ’50, apparentemente cosi diverse eppure in questo spettacolo cosi vicine? Come si son accostate le due città? Come cambia la storia dall’America all’Italia?

Daniele Russo: Le città sono completamente diverse, a parte i problemi che ogni metropoli occidentale può avere. Non è una città ad avvicinarsi all’altra piuttosto sono le storie ad essere vicine. Una storia come la camorra e le mafie può coinvolgere tutti, ci sta tanto a New York ed a Napoli e lo vedevamo negli anni ‘50, negli ’80, oggi nel 2018 e probabilmente lo vedremo anche nel 2056.

Alessandro Gassmann: Non c’è grandissima differenza: sono due città di mare con porti industriali. Napoli si vive e si vede nel nostro spettacolo, non solo perché gli attori parlano in lingua napoletana ma nel mio lavoro di regista ho portato riprese fatte al porto e nel centro storico che si vedranno. Nessuna lingua quanto il napoletano in Italia può toccare, se hai la fortuna di dirigere bravi attori, il cuore degli spettatori e loro lo fanno tutte le sere.

Il film diretto da Elia Kazan e interpretato da Marlon Brando, vincitore di otto premi Oscar (su dodici candidature, considerato dalla critica uno dei film migliori di sempre. Come si sente invece riguardo la versione teatrale? C’è del timore all’accostarsi ad una pellicola cosi tanto amata?

Daniele Russo: Devi vivere per forza la cosa in maniera distaccata altrimenti non vai in scena, stiamo parlando di un mostro sacro come Marlon Brando. Napoli e il teatro comunque ti aiutano a non vivere questo paragone, i mezzi poi sono completamente diversi. Chi vedrà lo spettacolo si discosterà dal film, tanto da non sembrare neanche la stessa storia. C’è da dire che nella mia follia teatrale mi sono sempre accostato nella recitazione di amarcord del cinema come La ciociara o Arancia meccanica per cui non sono avvezzo a tali situazioni. Ho affrontato prove difficili per un attore, oramai questo tipo di discorso lo metto da parte altrimenti ne diverrebbe una malattia, poi i livelli con Marlon Brando sono tutt’altro diciamoci la verità.

Alessandro Gassmann: Stiamo parlando di uno dei capolavori più grandi della storia del cinema, la scoperta di Marlon Brando come attore è inarrivabile per cui non credo ci sia questo paragone. Ho lavorato a fondo per cui ciò non avvenga, la storia è una storia parallela e credo sarà difficile accostare le due cose. Sono mezzi differenti, quello è cinema il nostro è teatro. La cosa che mi interessa è suscitare le stesse emozioni del film, laddove a teatro le emozioni sono ancora più forti, nei miei precedenti lavori da regista ho sempre fatto questo quando ho portato il cinema a teatro, dandogli una dipendenza artistica pur mantenendone le stesse emozioni.

Signor Russo, com’è stato lavorare per la seconda volta con Alessandro Gassmann?

Con Alessandro lavorai 4 anni fa per la versione teatrale di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e mi lusinga l’idea di essere stato scelto per la seconda volta in veste di attore, e che abbia scelto il teatro Bellini di Napoli e ne sono veramente entusiasta. Alessandro ti da i mezzi, ti tende la mano per portarti da un’altra parte.

Perché il pubblico campano dovrà essere al teatro Bellini dal 6 novembre  a vedere Forza del porto?

Daniele Russo: Per emozionarsi perché è uno spettacolo bello. Alessandro ha una sola linea stilistica quando lavora, ovvero quella di emozionare il suo pubblico ed è quello che riesce a fare attraverso queste storie che riesce a raccontare.

Alessandro Gassmann: Dovrebbe venire perché è uno spettacolo dove ci si emoziona e ci si diverte, laddove ho 12 tra i più bravi attori, che ho scelto personalmente facendo dei provini veri a ogni attore. Il mio è un teatro vero che scuote lo spettatore, se invece vogliono vedere solo mere scenografie o delle figurine possono anche scegliere un altro teatro.

Marco Assante

di Budd Schulberg con Stan Silverman
traduzione e adattamento Enrico Ianniello
on Daniele Russo
e Antimo Casertano, Orlando Cinque, Sergio Del Prete, Francesca De Nicolais, Vincenzo Esposito, Ernesto Lama, Daniele Marino, Biagio Musella, Edoardo Sorgente, Pierluigi Tortora, Bruno Tràmice
scene Alessandro Gassmann
costumi Mariano Tufano
luci Marco Palmieri
videografie Marco Schiavoni
musiche Pivio e Aldo De Scalzi
sound designer Alessio Foglia
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
coproduzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Catania

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