Un vulcano di sensualità e di solarità, d’impegno e cervello. Potrebbe essere questa una sintesi perfetta per Romana Adrović, una donna di origini croate, ma che ha scelto l’Italia ormai da moltissimi anni, che non si è accontentata della bellezza – come hanno fatto in molte nel mondo dello spettacolo – ma dimostra sempre la sua freschezza intellettuale, la sua bravura retorica, una giovane donna che alla sua carriera artistica ha sempre messo davanti i sani principi e l’impegno per le sue passioni, non è un caso il percorso di studi in psicologia e la sua devozione alla lettura. Dotata del fascino ammaliatrice dell’est rafforzato dalla passione mediterranea della nostra terra, nella sua vita dimostra quella duttilità e curiosità di cui si caratterizza, passando dall’una all’altra disciplina, a trecentosessanta gradi. Ha collaborato con moltissimi artisti e imprenditori in vari settori artistici, dimostrando una spiccata capacità comunicativa e di collegamento tra organizzazione e palco.
Romana ha iniziato da giovanissima a posare per diversi marchi di abbigliamento, intimo e occhiali, per poi dedicarsi ad attività più dinamiche, come la conduzione e da poco la recitazione a livello cinematografico; spesso si dedica anche al lavoro di redattrice. Moltissime e variopinte sono state le collaborazioni artistiche con quasi tutte le emittenti del Triveneto per eventi come il Merlin Awards presso Cá Sagredo di Venezia, presentazioni aziendali in sostituzione di noti presentatori della Rai, eventi di moda e concorsi di bellezza storici e anche internazionali come Miss Earth Italy, partecipazioni a video musicali in vari ruoli assieme a Rosalinda Celentano, Alvaro Vitali (Pierino), qualche anno fa con Nina Morić. Ha condotto eventi di musica classica, sostenuto associazioni a difesa delle donne e recitato proprie poesie sul tema, riprese dalla Rai in Trentino Alto Adige durante manifestazioni culturali. È persino stata intervistata da Andrea Diprè, non scadendo però nel volgare, proprio perché Romana conosce i suoi limiti e non li supera, gioca, ma non ama trasgredire fino all’eccesso. In questo senso si percepisce in lei un raro fascino femminile, una sensualità che guardandosi intorno si è un po’ persa nella società odierna, fatta di donne guerriere e di uomini inteneriti. Lei ama essere donna e questo lo esprime sotto diverse forme. “ Finché resisto, resto con un piedino fuori dai meccanismi predefiniti dallo spettacolo, gelosissima della mia genuinità. Sarebbe bello poter emergere per una spontanea caratteristica femminile, senza rinunciare alla propria natura, senza vendersi agli stereotipi del momento per la notorietà.” La protagonista dell’articolo ha un carattere determinato e non si trasformerebbe mai in ominide per comodità – cosa che purtroppo si vede spesso. Mentre altre sue colleghe a un certo punto sono scadute nel banale, lei non l’ha mai fatto, proprio perché consapevole dei suoi mezzi e cosciente che l’apparenza non è l’unica forma per emergere.
Romana Adrović è una sorta di capolavoro, un’opera d’arte di cui forse il mondo dovrebbe accorgersi di più, non fermandosi soltanto all’aspetto esteriore che per altro non si impegna nemmeno a sfruttare pienamente, rinunciando spessissimo a servizi fotografici. Il suo grande eclettismo ultimamente ha debuttato anche al cinema, infatti la vedremo nel ruolo della prigioniera Titina nel film Red Land, con Franco Nero, Geraldine Chaplin, Sandra Ceccarelli, oltre che moltissimi altri bravi attori. “Il film è diretto da Maximiliano Hernando Bruno, prodotto da VeniceFilm in collaborazione con Rai Cinema. Si tratta di un pezzetto di storia sulla seconda guerra mondiale ancora mai raccontato. Il mio ruolo, subentrato solo a due settimane dalla fine delle riprese, è breve ma conciso. I costumisti si sono impegnati a trasformarmi completamente, rendendomi un’immagine indefinita, quasi senza genere; indosso la rabbia e la disperazione per il destino crudele a cui il mio personaggio è condannato per mano dei fascisti. Recito in lingua croata e nel mio ruolo preannuncio che verrà scacciato ogni italiano, fino all’ultimo fascista, e l’Istria sarà croata. È un film ricco di verità, di storia, di cultura. Una visione umana sulle violente prese di parte a cui nessuno ha potuto sottrarsi. Una condizione che mi auguro l’umanità non debba più vivere.”
Massimo Gianna