New York City, 1962. Tony Vallelonga fa il buttafuori nella vita, anche se ha all’attivo già tanti e differenti lavori, ma il film si apre al locale chiamato Copacabana, che chiude pochi minuti dopo l’inizio lasciando Tony senza lavoro
Tony ha moglie e due figli a cui badare, e dunque deve trovare un modo veloce per sostenerli. Subito si presenta l’occasione buona quando il dottor Donald Shirley, che il realtà è un musicista (pianista) che sta per partire per un tour di concerti con il suo trio attraverso gli Stati del Sud degli Stati Uniti, dall’Iowa al Mississipi. Shirley però è afroamericano, in un’epoca in cui essere di colore in America significava non essere benaccetto , soprattutto nel Sud, un po’ come in Italia dei nostri giorni.
Ad arricchire questo misto di razze ci pensa lo stesso Tony, ossia un italoamericano cresciuto con l’idea che i neri siano allo stesso livello degli animali, tanto che all’inizio della pellicola lo vediamo gettare i bicchieri dove hanno bevuto 2 neri, ospiti in casa sua per via della moglie.
Il musicista però sfida tutti i luoghi comuni e preconcetti di quel, nostro, tempo, essendo istruito, parli molte lingue, vesti sempre in smoking elegantissimi e sia avvezzo alle oscenità e scurrilità , anche Tony asfalta tutti gli stereotipi sugli uomini bianchi essendo rozzo, e parli con un pesante accento del Bronx costellato di espressioni pseudoitaliane ma che italiane non sono, mangia sempre fast food , e basta davvero un niente per fargli prendere a botte la gente.
I due però nelle loro infinite diversità si compensano, siccome ognuno ha qualcosa che all’altro manca, e riesce l’esperimento che il film vuole dare, di creare una miscela dei due, siccome alla fine i due assorbiranno, come una spugna, i tratti caratteristici dell’altro.
Tony aiuta il musicista di colore a risolvere i suoi tanti problemi che l’improbabile duo incontrerà lungo il cammino, ed anche il dottor Shirley aiuterà Tony Lip ( come è chiamato dagli amici per la sua abilità nel mentire sembrando sempre sincero) ad essere più riflessivo, di non prendere subito tutti a pugni e di essere più romantico con sua moglie, aiutandolo a scrivere bellissime e dolcissime lettere d’amore durante la trasferta di due mesi negli stati del sud.
Emblematica la scena in cui Tony fa mangiare a Shirley il pollo da fast food, senza usare posate e fazzoletti e di gettare le ossa dal finestrino dell’auto.
Si rabbrividisce a pensare che negli anni ’60 in un Paese liberale come l’America c’era un Green Book, ovvero un libricino dove vi erano segnati tutti i locali in cui gli uomini neri potevano entrare, questa fu la storia del loro paese. Ci si sente ancora peggio a pensare che ci sono paesi nel mondo dove la situazione di accettazione delle diverse culture è ancora cosi, se non peggio.
Il dottor Shirley è un uomo solo all’inizio del film, ma in corso d’opera si accorgerà di aver trovato un amico del cuore in Tony, e quest’ultimo abbatterà tutti i preconcetti che aveva aiutando il suo nuovo amico a sentirsi finalmente accettato in un mondo che lo ha sempre escluso, e tenuto nel “mezzo” per non essere come un nero, e di non avere la pelle bianca.
Hollywood ritorna sui temi del razzismo e vince ancora una volta. Nel caso di Green book con ben tre Oscar ( tra cui miglior film).
Marco Assante