Roma, Teatro della Cometa, dal 13 novembre al 1° dicembre 2019
Ogni animale, messo alle strette, reagisce secondo quella che è la sua natura per cercare di salvarsi. A ciascuno la sua preda, citando Irene Nemirovsky. Lo spettacolo in scena al Teatro della Cometa dal 13 novembre, Sette anni, ne è un bellissimo e raffinato esempio. Quattro soci fondatori di una grande azienda si trovano costretti, a seguito di accertamenti della Finanza, a dover decidere chi di loro dovrà assumersi la colpa dei reati commessi per salvare gli altri tre e l’azienda stessa che rischierebbe altrimenti di fallire. Per farlo, decidono di assumere un mediatore professionista che dovrà condurli verso la soluzione più indolore. Sette anni di carcere da dover scontare per poi tornare in sella nell’azienda che continuerà ad esistere, questo è il prezzo da pagare, ma per uno soltanto di loro. L’immagine dei quattro soci e amici verrà progressivamente massacrata sotto i colpi reciproci sempre più spietati, che riveleranno situazioni e colpi di scena dolorosi di ognuno di loro, fino al finale beffardo, aperto ad ogni interpretazione. Una drammatica partita a scacchi.
Tratto dall’omonimo film di Roger Gual, su soggetto e sceneggiatura di José Cabeza e Julia Fontana, lo spettacolo diretto magistralmente da Francesco Frangipane è un moderno esempio di come si possa catturare l’attenzione del pubblico in teatro, trascinandolo verso i tanti, tantissimi interrogativi che pone il testo, con delle interpretazioni impeccabili, convincenti, e un ritmo che detta il tempo di ogni singolo istante. I silenzi e gli sguardi sono drammaturgia e in questo caso vengono valorizzati al massimo, aggiungendo tensione alla storia che si va sviluppando sempre più tragicamente. I singoli personaggi sono interpretati in modo molto convincente dai cinque bravissimi attori (Marchesi, Vado, De Mejo, Iansiti e Iannace), è un piacere osservarli anche quando non sono direttamente coinvolti nell’azione, e restituiscono al pubblico le sfumature di un gioco psicologico molto fine che fa piombare la platea in un assorto silenzio (che rarità!). 7 Anni è uno spettacolo che obbliga a riflettere, che stimola l’attenzione, che non lascia lo spettatore passivo sulle poltrone ma lo interroga nel profondo. Agile, moderno, intelligente. Da vedere. Si replica fino al 1° dicembre.
Paolo Leone