La nascita della repubblica di WEIMAR ed il suo fallimento per la crisi sociale ed economica nel brillante lavoro: ”Germania anni ‘20”

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Al Teatro la Comunità di Roma, dal 5 al 15 dicembre 2019

La nazione tedesca,la maggiore e più popolosa del continente europeo, ha vissuto nel XX secolo una serie di vicissitudini che l’hanno posta all’indice dell’attenzione degli storiografi: dalla sconfitta come triplice alleanza nella prima guerra mondiale alla repubblica democratica di Weimar che aprì la strada al nazismo per ritornare ”Uber Alles” per venire alla resa incondizionata di Reims l’8 maggio del ’45, al processo di Norimberga ai gerarchi hitleriani nel’46 e poi all’erezione del muro di Berlino nel ’61 con il suo crollo nel’89 e l’unificazione democratica. Logico che tutto ciò non si potesse analizzare in una pièce della durata di 90 minuti per cui il profondo maestro drammaturgo ed acuto indagatore Giancarlo Sepe s’è limitato ad osservare la fine della grande guerra con il formarsi, dopo i trattati di Versailles del ’19, della repubblica di weimar guidata dal socialdemocratico Stresseman, che dovette fronteggiare il movimento popolare della lega Spartachista di Rosa Luxemburg e Karl Leibchnt ed il ”putscli” di Monaco del ’21 di A.Hitler.La situazione negli anni 20 era disperata con mancanza di luce nelle città che favorivano i crimini, la gente era misera ed affamata, si susseguivano stupri ed incontri promiscui che il regista ha reso bene, quasi melodrammaticamente tra recitazione e canto in tedesco, con problemi naturali di comprensione; il re GUGLIELMO II,reclinato mestamente in avanti, s’era ritirato, ma per i giovani difettavano lusinghiere prospettive liberandosi dalla disciplina borghese dal moralismo religioso. Le donne, come nella rivoluzione francese allorché formarono un gruppo femminista per le loro rivendicazioni dei diritti che costò alla GOUGES la ghigliottina, sono in una condizione marginale e taluna viene già marchiata con una stella,mentre le altre devono rubare o prostituirsi. Tuttavia s’ebbe pure una fioritura culturale con l’espressionismo: OTTO DIX, BERTOLT BRECHT, KURT WEILL, LA BAUHAUS, KARL VALENTINE ed i CABARET come L’ELDORADO in cui gli uomini e le donne, specialmente gli omosessuali, cantavano, ballavano e si esibivano con gli spogliarelli, per esorcizzare quanto avveniva fuori. Una delle attrici e ballerine più diffuse ed acclamate era ANITA BERBER, che era dedita alla sostanza stupefacente ed alla bisessualità prorompente.Intanto l’arte in generale, il teatro, il cinema, le musiche,la pittura ed architettura,stavano diventando violente,mentre l’economia si stava spostando sul versante del capitalismo o degli operai, accentuando le discriminazioni sociali di destra e sinistra, per cui in piena crisi il generale HINDEBURG, CAPO DELLO STATO, fu costretto a convocare nel ’33 le votazioni, che diedero la maggioranza relativa ad HITLER. Si diffondeva sempre più l’antisemitismo ed infatti la commedia politica si chiude con l’espatrio degli Ebrei verso L’Amerika, cui anche F. Kafka dedica un’opera, simbolizzata dal suo swing e dal charleston. Lo spettacolo merita d’essere visto e ci s’augura, una lunga tenuta stagionale.

Giancarlo Lungarini e Susanna Donatelli

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