Al Teatro Anfitrione di Roma, fino all’1 marzo 2020
La cooperativa ”La plautina”, diretta dal grande e brillante attore S.AMMIRATA, rimasto solo dopo la prematura scomparsa per un terribile e fatale ictus,incidente mortale sempre più diffuso, della sua amata PATRIZIA PARISI compagna di vita e di scena, si sta specializzando nella tipizzazione sarcastica e morale dei personaggi delle principali opere degli scrittori moderni e contemporanei. Dopo ”Dindarol,il marito beffato” di Molière, che con Goldoni operò la riforma del teatro passando dalla commedia dell’arte con le maschere ed i canovacci a quella dei caratteri e dei copioni, stavolta l’attenzione s’è posta sulla letteratura del primo novecento e precisamente sulla fase della crisi dell’esistenzialismo e del relativismo,identificabile con PIRANDELLO, ROSSO DI SAN SECONDO e SVEVO. La scelta dell’adattamento teatrale di qualche lavoro di tali autori concernenti il XX secolo è caduta sul romanziere e novellista Agrigentino di cui il commediografo Sante Stern, una delle penne creative al servizio della compagnia,ha rielaborato in una stupenda silloge e contaminazione due significative novelle: ”La patente” e ”La tragedia di un personaggio”. Naturalmente la più conosciuta è la prima in cui Rosario Chiarchiaro, impiegato del monte dei pegni, è denunciato da un accademico e da un farmacista, di nome rispettivamente Bosco e Mascolo, per falso e truffa, raggiro della pubblica buona fede, viene licenziato in tronco perché stimato uno iettatore e scansato quindi da tutti, il cui cicaleccio dispregiativo ed offensivo si sente in sottofondo con viva fonetica onomatopeica del trambusto popolare; addirittura erano state chiuse le porte del teatro paesano in cui Viscardo, interpretato con vivo travestimento da Annachiara Mantovani che veste pure i panni della cantante Von Votten e della santona degli amuleti, con due mascherine impediva al pubblico d’entrare visto che v’era piovuto dentro e solo ROSARIO era rimasto asciutto; per altro il vento aveva sollevato le gonne di tutte le donne con enorme scandalo. Il povero CHIARCHIARO messo generalmente all’indice non intende ritirare la querela per le volgari offese ricevute ed anzi pretende che il giudice, incarnato da un un esterefatto ed agitato per l’inverosimile problematica Francesco Madonna, che in nome del razionalismo è contrario alle richieste della parte, gli conceda la patente ufficiale di corrispondente al “gatto nero”. Il cancelliere invece impersonato da Gianfranco Teodoro come Marranza segue la credenza generale e fa scaramantici gesti clamorosi quando lo vede od incontra, premunendosi pure di catene d’agli e cornetti rossi,mentre la famiglia, tratta dalla seconda novella che fa da apripista alla famosa opera: “Sei personaggi in cerca d’autore” la moglie ha dovuto chiudere il suo negozio di moda per cattiva gestione fallimentare ed i figli RUGGIERO e LUCILLA sono stati abbandonati dagli amanti per la screditata nomea del padre, che ha provocato la rovina del nucleo domestico. Il capocomico e protagonista SERGIO AMMIRATA è straordinario nell’immedesimazione dell’emarginato tipo sociale che evidenzia con il suo abito grigio scuro, neri intendimenti contro la collettività inquisitrice che lo “marchia a fuoco”ma che pure benefica nel finale, per conferire credibilità alla sua controversa personalità,con alcune guarigioni inspiegabili di storpi invalidi e ciechi, dementi. La vicenda dimostrava in chiave grottesca e paradossale per Pirandello,l’ignoranza superstiziosa del volgo plebeo ancora ai suoi tempi. Si replica con la supervisione del bravo SERGIO AMMIRATA fino al 1/03.
Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini
