BrancaccioDanza: ultima chiamata per le audizioni previste per il 3 Ottobre. Intervista alla Direttrice artistica Alessia Gatta. “Voglio portare la danza italiana sempre più in alto”

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Un’oasi della formazione al centro di Roma per studiare e apprendere i diversi linguaggi della danza, destinata ad accogliere bambini/e e ragazze/i dai 4 ai 24 anni con una scuola e un triennio professionale dove incontrare coreografi e danzatori di fama internazionale. Un centro specializzato, creato per coltivare e trasmettere l’amore per la danza e l’arte performativa: BrancaccioDanza nasce dalla volontà di Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, di promuovere la danza non solo in forma didattica ma favorendo l’accesso al lavoro.

La doppia direzione artistica affidata ad Alessia Gatta, coreografa della [RITMI SOTTERRANEI] contemporary dance company nonché docente internazionale, e ad Alessandro Rende, docente di danza classica e danzatore del teatro dell’Opera di Roma, connota la qualità della proposta.

Per conoscere più da vicino questo ambizioso progetto oggi intervistiamo: la direttrice artistica Alessia Gatta.

Quali sono per lei tre caratteristiche fondamentali che un ballerino ideale deve possedere?

Sono affascinata dalla versatilità di un danzatore, dal suo essere fedele e generoso in sala e sul palcoscenico. Prediligo danzatori sinceri che esprimono se stessi attraverso questa meravigliosa arte e che non siano solo un corpo virtuoso. Che sappiano rinnovarsi sempre ed essere in continuo fermento artistico, non adagiandosi o adattandosi ma che siano sempre curiosi ed esploratori di territori nuovi. Questo suscita interesse e fonda le basi per una profonda stima reciproca.

Quanto conta il carattere per essere un performer di successo?

La determinazione, la perseveranza e il buon senso sono elementi a mio avviso necessari per fare il mestiere del danzatore. Ma una buona dose di follia e viscerale passione sono altrettanto
importanti. Si tratta di trovare il giusto equilibrio.
Mi capita di lavorare con danzatori sensibili, con caratteri ostili e altri testardi: credo debba esserci un carattere che inevitabilmente porta ad un confronto e persino, a volte, a uno scontro. Altre volte ho incontrato danzatori senza obiettivi, senza volontà di entrare come protagonisti nel processo creativo, senza curiosità in merito ai temi affrontati. Questa, a mio avviso, non è la strada giusta per la carriera di un performer.

Rebecca Bianchi Étoile internazionale e prima ballerina del teatro dell’opera di Roma. ©Viola Pantano

La danza può definirsi tale nei suoi vari generi o a detta di molti esiste una supremazia della danza classica su gli altri stili? Quale è la filosofia BrancaccioDanza?

Dipende dai punti di vista: dipende dalla percezione che si ha della danza e del modo di fare la danza! Dipende da ciò che rende felici. Il BrancaccioDanza ha come obiettivo formare danzatori maturi e in grado di saper scegliere la strada migliore per loro. La proposta formativa differenziata per tecniche e stili garantisce proprio una vasta gamma di possibilità. La cura dell’allievo, seguirlo nella crescita, nei suoi anni più preziosi e complessi come essere umani e come artisti sono i nostri fini comuni. Dialogare e trovare una linea artistica con Alessandro Rende in merito a questi aspetti mi ha fatto comprendere quanto sia davvero stimolante confrontarsi ogni giorno con artisti che vedono le cose in maniera diametralmente opposta ma estremamente complementare. W.O.M. where opposites meet è quel luogo magico che vogliamo creare dove gli opposti si incontrano questo. È questo il vero senso del BrancaccioDanza. Senza muri, né barriere, né limiti.

Quali sono le misure in materia di Covid-19 previste da BrancaccioDanza?

Gli spazi del BrancaccioDanza sono molto ampi e per questo i flussi degli studenti sono ben gestiti e in linea con la normativa vigente in materia di Covid-19. Inoltre sono sanificati tutti i giorni e adeguatamente igienizzati tra una classe e la l’altra. Il numero degli allievi è proporzionale alla dimensione della sala e l’accesso alla struttura è consentito solo agli studenti. Inoltre per una maggiore sicurezza il direttore Alessandro Longobardi ha reso possibile lo svolgimento dei corsi più avanzati sul palcoscenico del Teatro Brancaccio in modo da poter distribuire ancor meglio tutti gli studenti all’interno della struttura. È obbligatorio l’utilizzo della mascherina in tutti gli spazi della scuola, igienizzare le mani all’ingresso principale e agli ingressi di ogni ambiente inoltre è obbligatorio ogni settimana consegnare un’autocertificazione Covid. All’arrivo è garantita la misurazione della temperatura. La sicurezza degli allievi, dei docenti e dell’intero staff del BrancaccioDanza è per l’organizzazione una priorità assoluta.

Come si è riorganizzata la danza con l’avvento del covid-19?

La danza sta vivendo un momento molto difficile. Dalla sala alla messa in scena tutto è davvero molto complesso ed ancor più precario di prima. C’è un senso di smarrimento e di impotenza che mette tutto il settore a dura prova. La formazione è molto colpita nei numeri, lo spettacolo dal vivo è praticamente quasi del tutto fermo dallo scorso marzo. Sono sempre molto positiva e lo sono tutt’ora ma è innegabile una ragionevole preoccupazione.

Come i ballerini all’interno della scuola si preparano a diventare i professionisti di domani?

Studiare molto, confrontarsi e essere al passo con i tempi sono le prerogative del BrancaccioDanza. Un programma intenso di materie pratiche e teoriche con un corpo docenti altamente qualificato sono da guida allo studente verso il mondo del lavoro. Un programma diversificato che prevede uno studio giornaliero di almeno 3 ore di lezione per i più giovani fino a 5 ore giornaliere per il percorso professionale. Il tutto arricchito da masterclass tenute da docenti e coreografi internazionali.

Come si gestisce il talento?

Senza dedizione, cultura, adeguati stimoli, sacrifici e la giuste dose di testardaggine il talento è del tutto inutile.

Quale messaggio si sente di lasciare a tutti coloro che si apprestano a diventare dei ballerini.

In questo momento storico credo che la cosa più importante sia non arrendersi alle situazioni. Essere ancora più coraggiosi e determinati e soprattutto portare sempre più in alto la buona danza italiana.

Daniela Di Genova

Foto di copertina Ferdinand Studio

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