Con un video che ha quasi raggiunto le 100.000 visualizzazioni, dopo il debutto con “The best Love Crime”, scritto interamente in inglese, Henry Novi si presenta ora al pubblico con un nuovissimo brano in italiano, intitolato SATELLITE.
Al secolo Enrico Novello, il giovane cantautore, reduce dalla fortunata partecipazione al Trofeo Nilla Pizzi, ha spiegato quanto il suo nome d’arte derivi, non soltanto dal nome con il quale la madre amava chiamare il piccolo Enrico, ma anche dal noto marchio di cioccolato, il quale, secondo i suoi compagni di classe, ben si accostava come diminutivo del suo cognome. Dopo i primi studi di pianoforte alle elementari, con l’adolescenza arriva per Henry un periodo difficile, in cui il vuoto interiore introduce nella sua vita la solitudine e quindi una crisi di identità. Solo all’età di 23 anni l’artista ha la forza di riprendere con la musica, ma da un’altra angolazione, un altro approccio: quello canoro. “Mi piacque all’istante e riuscii ad esprimermi facilmente in quei testi così consunti dai sentimenti e dalle passioni. Una delle primissime canzoni che imparai fu All of me, un cult per i cantanti agli inizi ma che mi ha accompagnato sempre” dichiara a questo proposito l’artista. Purtroppo non passa ancora molto tempo e la vita di Henry viene travolta dalla malattia del padre. Quel vuoto ritorna a farsi sentire dentro di lui e l’unico rimedio sembra essere per Henry la scrittura: “cercai di riempire i miei pensieri fatti di carta grigia e bucata con la scrittura. Iniziai per caso, borbottando parole inventate su degli accordi casuali.” Dopo aver pubblicato alcune poesie, all’improvviso, Henry Novi si rende conto di come la musica potesse accompagnare questi frammenti di scrittura narranti un’anima irrequieta, e fu così che nacque la sua prima canzone. “The best Love Crime” è il suo primo singolo, scritto in inglese, una canzone che diventa simbolo della risolutezza e della forza d’animo con la quale il cantautore riesce a riappropriarsi di sé e che fa approdare Henry alla semifinale del Trofeo Nilla Pizzi, la cui edizione del 2020 si è conclusa pochi giorni fa. Celebre concorso canoro ideato dal produttore Vincenzo Camporeale, da diversi anni il Premio Nilla pizzi permette a giovani talenti di promuovere la propria musica, arrivando spesso a sottoscrivere un contratto discografico e dando loro la possibilità di esibirsi live davanti ad un pubblico. Nel caso di Henry Novi, il Premio Nilla Pizzi diventa proprio l’occasione per la sua prima vera esibizione dal vivo, ottenendo da subito ottimi riscontri destinati a moltiplicarsi nei giorni seguenti come ne è prova l’attuale numero di visite del video SATELLITE.
Un brano che rappresenta la ricerca e la creazione dell’anima dell’artista, il nuovo singolo Di Novi è un tributo e un elogio alla creatività dei cantautori. Questi dipendono infatti da una forza pura, una forza gravitazionale che trova il suo epicentro nella fonte dei sentimenti e delle emozioni. Ciò che rende vivi i cantautori sono le parole, nate nell’universo che, come in una reazione esplosiva, mettono in funzione il motore del loro creato: un macchina alimentata dall’ardore, dal fuoco che accompagna nella notte i cantautori, i quali scrivono nelle grotte oscure dei loro pensieri. Questo fuoco però, non illumina e riscalda soltanto, ma può rischiare di prendere il sopravvento facendo delle emozioni una dinamite pura e autodistruttiva.Ma ecco che appare il dolore, nella sua mera e incisiva verità, esso riporta l’artista all’equilibrio, alla dimensione terrestre.
Nel brano è la luce del pianoforte a risaltare negli occhi dell’ascoltatore, che è come catturato da uno sfondo tenue e delicato ma deciso. Il sound che si avverte è tipicamente italiano, e forte è l’eco della canzone d’autore, primo fra tutti Claudio Baglioni, ma con sonorità dettate dall’idea di stare al passo con i tempi, immettendo in orbita, assieme alla timbrica soffusa e pacata dell’artista, particelle derivanti da varie galassie musicali. Anche nel video, gli stessi colori e le atmosfere ci fanno percepire suoni lineari che poggiano su una vocalità elegante, capace di estendersi in funzione dell’espressività a cui il cantautore intende dirigerci.
Sonia Bellin