Anche Mazzamauro, con Quattrini e Barale, al 55° Festival teatrale di Borgio Verezzi

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Savona. Ci sarà anche Anna Mazzamauro (nella foto) al 55° Festival teatrale di Borgio Verezzi, in estate, con una grande dedica a Paolo Villaggio. Dopo l’anticipazione di “Slot” con Paola Quattrini e Paola Barale, di cui abbiamo dato notizia su questa testata il 19 febbraio scorso, questa ulteriore presenza è l’importante novità che è emersa dalla conferenza stampa di venerdì 26 marzo, svoltasi in presenza nel palazzo comunale e con collegamenti on line.
“Un Festival è un esempio bellissimo di come operare in momenti di difficoltà”, ha dichiarato il sindaco Renato Dacquino. D’altronde, al lavoro, c’è una squadra forte, che ci crede e si impegna (con lui, il direttore artistico Stefano Delfino, il vicesindaco Maddalena Pizzonia, il grafico Sergio Olivotti, la responsabile organizzativa Carmen Delbalzo, l’addetto stampa Norma Rosso). Ha quindi illustrato i vari settori in cui si sono avute ripercussioni a causa della pandemia: non soltanto un problema di salute, ovviamente, ma che ha investito il lavoro, la mente delle persone, l’economia nel suo insieme. E allora occorre “pianificazione”, che è poi ciò che ha permesso che lo scorso anno si potesse svolgere la 54ma Rassegna. Certo, siamo in un momento in cui “il mondo dello spettacolo soffre e fa sacrifici, e così il mondo della ristorazione”. Per cui è una lieta notizia che “per gli aspetti legati all’accoglienza e alla sicurezza, i volontari di Vivere Verezzi, gli Alpini e la Protezione Civile Aib, abbiano confermato ancora una volta la loro presenza”, al fine di garantire il miglior svolgimento degli appuntamenti. Per il sindaco, il messaggio che da Borgio Verezzi si lancia è questo: “Ragazzi, non state a guardare la partita dai bordi, entrate in campo”.
La domanda che si è posta il vicesindaco con delega al teatro Pizzonia è stata: “Sarebbe stato più facile rimandare il Festival?”. In risposta c’è l’esperienza dello scorso anno, quando “l’arte e la cultura hanno accompagnato le persone durante il lockdown”. E quindi, fare il Festival significa “ribadire che il Teatro è vivo, operante, ed è importante”. Non aspetta altro che di riprendere, pur soggetto a forti limitazioni anche dal punto di vista della sicurezza personale, con i protocolli già messi in atto la scorsa estate. “L’organizzazione non vuole subire il futuro; se gli altri si tirano indietro, noi vogliamo andare avanti”, dichiara Pizzonia.
Stefano Delfino ha ricordato i primi periodi del 2020, quando pensare a organizzare il 54° Festival era equivalso a “un atto di coraggio e speranza”. Poi, qualche mese dopo, ci si è dovuti adeguare alle norme. Ma la 55ma edizione, assicura il direttore artistico, ritornerà a essere vetrina di novità per la stagione invernale, come in passato, con una dozzina di titoli. Il programma sarà vario, teatral-musicale, con note di leggerezza non prive di profondità. Un testo brillante come “Slot”, scritto e diretto da Luca De Bei, con Quattrini, Barale e Mauro Conte, dove si affronterà anche il tema sociale della dipendenza dal gioco d’azzardo e un omaggio a Paolo Villaggio, “Come è ancora umano lei, caro Fantozzi / Parole e musica per Paolo Villaggio”, di e con Mazzamauro, musiche eseguite da Sasà Calabrese.
Ci tiene a evidenziare una cosa, il direttore artistico Delfino: “Mai come quest’anno sono stato in difficoltà a dire di no”. È chiaro che, rispetto alle proposte che gli arrivano sul tavolo, solo una minima parte va a buon fine, questo è sempre successo, ma in un momento in cui la necessità di tutti è “ripartire”, dover comunicare che uno spettacolo veniva escluso è stata una cosa pesante e sofferta. “So che un attore si è improvvisato rider – ha detto – e fa consegne a domicilio. Un altro costruisce e vende oggetti d’arredamento”. Ma gli è arrivata anche una lieta notizia dall’estero, il 3 marzo scorso: una proposta per l’anno prossimo, che gli ha riempito il cuore d’ottimismo per il forte potere d’attrazione che continua ad avere il Festival.
Per conto di Mazzamauro, non collegata on line perché chiamata per il vaccino, è intervenuto Stefano Mascagni (E20inscena), che ha dichiarato quanto l’attrice sia contentissima di tornare a Verezzi. Come sta scritto sulla presentazione dello spettacolo, che si terrà in prima nazionale venerdì 23 e sabato 24 luglio, “come Anna Silvani soltanto io posso, con il mio nome e col suo cognome, raccontare Paolo raccontando Ugo. E leggeremo insieme il nostro incontro, il suo primo film, il mio divertente impatto con il cinema e via via vent’anni della nostra vita professionale a puntate, vent’anni di solitudine della Silvani che non aveva capito che Fantozzi fosse stato l’unico uomo ad averla veramente amata”. Per il testo, l’attrice si è avvalsa anche di scritti e aneddoti che le hanno consegnato i figli dell’indimenticato artista genovese.
“Ringrazio voi per il coraggio e la passione”, ha subito detto Quattrini, ricordando i più bei spettacoli che ha portato a Verezzi. Ed è grazie all’amore e alla passione, che ci tengono uniti, che “sconfiggeremo il virus”. Poi si è addentrata a illustrare “Slot”, di Luca De Bei anche regista, in prima nazionale giovedì 15 e venerdì 16 luglio, e il suo personaggio, una donna problematica che si sente crollare il mondo addosso. Ma non è un testo tragico, si ride, c’è la leggerezza di cui parlava prima Delfino e c’è anche il tema sociale della ludopatia: insomma, una piéce divertente e graffiante che però, alla fine, lascia un nodo in gola. Una particolarità: Mauro Conte, che interpreterà suo figlio, è stato “suo” figlio anche in “Tempeste solari”, sempre di De Bei, al teatro Eliseo di Roma nel 2015, con Ugo Pagliai. Poi ha confessato di aver indossato le scarpe, per il collegamento con la conferenza stampa, anche se non si sarebbero viste. “C’è bisogno di contatto umano”, ha dichiarato, di socialità. “Ben vengano nuove soluzioni, ma lo spettacolo si fa in teatro”, ha concluso prima di ricordare, sollecitata da una domanda, piazzetta Sant’Agostino “allagata” dalle lacrime per “I ponti di Madison County”, che l’ha vista grandiosa attrice, con il pubblico commosso che ha “sperato” in un finale diverso.
Barale è intervenuta ringraziando per la grande possibilità. “In un periodo così non si può stare in casa a farci del male con i social, con tante cose false”, ha detto. “Stando a casa abbamo anche più possibilità di intristirci; non dobbiamo sopravvivere ma convivere con questo maledetto virus” e si è augurata che tutto presto riprenda come prima. Il suo personaggio sarà quello che “ruba” il marito a Quattrini, un rapporto conflittuale che poi si modificherà in solidarietà tra donne. In questo momento, ha raccontato, i tre protagonisti stanno studiando in videoconferenza e lei, dopo 2-3 ore di lezione in cui si sente trasportata in un altro mondo, si ritrova con la certezza di essere un pochino migliorata.
Le due Paola sono molto amiche, e l’affetto traspare da tante frasi. “Ci siamo incontrate un po’ tardi, peccato”, dice Barale di Quattrini. “Lei mi dà veramente tanto”, ha concluso.

Laura Sergi

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