Elisa Carrera Fumagalli, Attrice, Fotografa, Amazzone
Zona rossa, Covid, Pandemia… quali sono le tue reazioni immediate quando senti o leggi queste parole?
Stanchezza, tanta stanchezza. Non si parla d’ altro.
Come hai vissuto e come stai vivendo questo periodo di pandemia, di lockdown?
Ho cercato di dare un senso ai miei giorni. Stimolare la mente non è semplice, soprattutto se si è chiusi dentro quattro mura. Ma per fortuna la fantasia non mi ha abbandonata e mi ha permesso di continuare a studiare e sperimentare.
Come artista ti sei sentito abbandonato, emarginato, dimenticato? Oppure è la condizione normale degli artisti e quindi…
Condizione normale, direi. L’inesistenza della meritocrazia e l’esistenza dei favoritismi mi hanno permesso di sopravvivere a modo mio. Non ho bisogno di nessuno, se voglio una cosa ci arrivo da sola e con le mie forze. Per questo ho fondato insieme al mio ragazzo, IndieVolpe. Vogliamo fare cinema a modo nostro, quello italiano ci calza stretto.
SITO WEB: https://www.indievolpe.com/
Pensi che la cultura ne abbia tratto beneficio o sia stata ulteriormente deprezzata?
Secondo me? Non è cambiato nulla.
Hai avuto modo di preparati per il dopo?
Sono nata pronta. Faccio l’attrice per necessità e la fotografa per campare Ho le mie soddisfazioni.
Pensi che dalla sofferenza, dal bisogno, dalla disperazione possano nascere forme diverse di arte, magari con una maggiore profondità etica e sociale?
L’Italia è già fin troppo sofferente. Si vedono e sentono le stesse cose. Agli artisti piace piangersi addosso. Non è così che si cambia qualcosa. Bisogna tirare fuori i denti e smetterla di fare i sofisticati o autocelebrarsi continuamente.
Quando crei hai bisogno di isolamento o ti butti tra le folla, si fa per dire, per trovare ispirazione?
Sono una tipa solitaria. Passo molto tempo in mezzo alla natura e con il mio cavallo, Papillon. Lui è mio terapista (lo pago con biscottini e carote). Mi aiuta a superare le crisi dei provini che vanno male, mi allontana da quello che è tossico per la mia mente 😛
Cosa vorresti che si facesse per gli artisti in momenti come questi quando sembrano, o forse sono, i più dimenticati?
Ascoltarli. Ma ascoltare, seriamente. Non so se mi spiego.
Ascoltare chi ha qualcosa di serio da raccontare e smetterla di perdere tempo dietro a ciò che ormai non funziona più da anni.
In questo periodo c’è qualcosa che hai imparato, o apprezzato maggiormente?
Il tempo. Una persona a me cara mi ha insegnato che i soldi tornano sempre, ma il tempo no. Sta a noi decidere come utilizzarlo.
Quando tutto finirà, cos’è la prima cosa che farai?
Il mio prossimo cortometraggio dal nome “Restare Umani”, una nostra produzione. La regia sarà di Francesco Foletto. Siamo partiti con la campagna crowdfunding ed incredibilmente abbiamo avuto molti sostenitori. Sono super felice. Finirà tra 15 giorni e siamo già al 50% della somma. Se volete sostenerci vi lascio il link qui sotto giusto per dargli un’occhiata.
https://www.kickstarter.com/projects/indievolpe/restare-umani?lang=it
Sostanzialmente il racconto è un’allegoria dei tempi che stiamo vivendo. L’emergenza sanitaria ha creato ulteriori discrepanze sociali lasciando indietro le classi più povere e meno tutelate. Tra queste c’è la nostra categoria, la categoria del mondo dello spettacolo. E’ una denuncia delle discrepanze sociali attraverso una storia macabra ed intrigante, come piace a noi.
Cos’è la speranza per te?
Chi vive sperando muore c***. E’ la dura verità. Bisogna rimboccarsi le manichee lottare, senza farci guerre inutili tra poveri ma unire le forze per arricchirci, non per forza economicamente.
E l’arte?
L’à dove l’arte sarà resa libera a tutti, vi nascerà una grande civiltà.
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Memento audere, semper!
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Grazie Elisa!
Daria D.