Roma, Teatro Lo Spazio, dal 12 al 14 maggio 2021
Il volto solare, l’entusiasmo, la caparbietà, oserei dire la luminosità di Marbjena Imeraj, l’attrice e autrice di Albania – Italia solo andata, secondo spettacolo in scena dalla ripresa del Teatro Lo Spazio, è la miglior risposta al cupo e immotivato coprifuoco che tiranneggia ancora sulle nostre teste. Il sogno di un’attrice, il suo cammino costellato di drammi sin dalla gioventù, tra regime comunista, guerre civili, violenze, pregiudizi, viene dispiegato sul palcoscenico con grande forza ma concedendo poco all’autocommiserazione. Piuttosto, il monologo della giovane albanese è un raggio di sole nonostante tutto il brutto che racconta e che è comune a tante storie di persone di cui non sappiamo nulla. Il sorriso, l’ironia dell’attrice nel suo camerino, nel suo dialogo con un Dio dalla voce femminile, poco prima del debutto ne Il gabbiano di Cechov nel ruolo di Nina, ripercorre la sua vita dall’infanzia al qui e ora. Una ricerca continua di libertà, di indipendenza, di dignità, fino al raggiungimento del sogno: gli studi di recitazione, il palcoscenico. Ora è pronta, si può andare in scena.
Marbjena da piccola si nascondeva nella vasca da bagno, il suo porto sicuro mentre fuori infuriava la guerra. Lo fa anche ora, adulta, sul palco, per proteggersi da tutto il male che c’è intorno. Intorno a noi. Ma il suo spettacolo (e la sua vita) supera le paure, va oltre l’odio e il disprezzo che sarebbe lecito nutrire in certi frangenti e spalanca le porte alla luce dell’amore. Per la vita, per l’arte, per il teatro. Amore per l’amore in ogni sua accezione, con una determinazione e una fede in se stessa e nella possibilità di farcela, queste si, fuori dal comune e con la leggerezza di chi ha conosciuto il buio e non ne è rimasto annientato. La gioia vista brillare nei sui occhi a fine spettacolo ne è la testimonianza più bella. Emozionante. In scena per sole tre serate, fino al 14 maggio.
Paolo Leone
