“Ricordo di noi”. Massimo Triolo recita una lirica della raccolta “Nero”

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Presto uscirà la nuova raccolta poetica Nero di Massimo Triolo. Sarà pubblicata dalla casa editrice Nulla Die, come già accaduto per le ultime opere dell’Autore, sia in poesia che in prosa. Ci sarà così la possibilità, come avvenuto in passato, di assaporare il brillante stile di Triolo, sicuramente una delle voci letterarie più interessanti del momento. Le sue sono liriche sincere, che rubano attimi di vita e che sfociano in una dimensione a cavallo tra realismo e visionarietà. Questo con uno stile ricco, capace di gestire diversi stili, forgiando immagini convincenti, a tratti attraverso una prospettiva filosofica ed esistenziale.

In Ricordo di noi, lirica che fa parte di Nero, Triolo trova uno stile intenso e diretto, che differisce da altre poesie in cui il linguaggio si fa più complesso. In questo caso il Poeta sembra rievocare una scena di vita realmente vissuta: “Era una sera di cielo limpido di lapislazzulo, / che si faceva strada con una prima trama di stelle, / ed io disegnavo arabeschi con un dito/ sulla tua pelle d’oca.” Un momento bello, un momento d’amore, che avrebbe potuto forse continuare ancora, se solo vi fosse stata la possibilità di leggere la reale importanza di quell’istante.

“La gioventù ha qualcosa di crudele dentro, / si è sciocchi e temerari, brillanti e vigliacchi, / quasi mai noi stessi, /in quella stagione in cui tutto/ scivola insensibilmente in una maturità/ che non si è chiesto, / e che pure si vive come un destino senza voce.” Dice bene Triolo quando sostiene che la gioventù in qualche modo è “crudele”, a causa dell’ingenuità e dell’inconsistenza di un’età in cui si è accecati e in cui le pose superano la reale essenza, non permettendoci di leggere bene la realtà che ci circonda. Quello era il tempo giusto per capire, ma oggi ormai è troppo tardi, se Triolo scrive: “Siamo in nessun luogo e in nessun tempo, adesso, / se allora eravamo nel giusto tempo e nel giusto luogo/ pur non sapendolo…/ piccola cosa che è durata il tempo di una farfalla…/ piccolo inganno innocente e puro, / a confronto del delitto perfetto che compie la vita.” Infine il Poeta, rievocando una scena di tenerezza e intimità, afferma: “Sono attimi come quello/ che ancora tornano a darmi la pelle d’oca.”

Una bellissima lirica, che si muove tra lirismo e nostalgia, rievocando un passato che non può più tornare e che non può più essere cambiato, qui dove la felicità dell’attimo vissuto si unisce alla tristezza di non aver saputo bene interpretare il futuro; questo comporta anche una perdita di purezza, causata da una esistenza inquinata dove si è costretti a bagnarsi.

Sono versi diretti e viscerali, che rimbombano nel nostro intimo come potenti fulmini, tanta è la capacità di Triolo di sapere toccare le nostre corde emotive.

A seguire Ricordo di noi, recitata dallo stesso Massimo Triolo:

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