ERNEST HEMINGWAY, A SESSANT’ANNI DALLA MORTE

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Vederlo raffigurato in qualche vecchia fotografia, la figura di Ernest Hemingway (nato a Oak Park, nello stato dell’Illinois 1899 – 1961), proprio mentre stava per iniziare il nuovo secolo. Sembrerebbe un personaggio uscito dalla penna dello scrittore di Frank Michael Morrison Spillane, con la sigaretta alla fine del labbro e la sua fedele bottiglia di Bourbon, solo che lui fumava sigari e beveva champagne. Autore, capace di uno stile letterario personale, nella stesura di romanzi e racconti che vengono in mente parlando di capolavori come “Addio alle armi” (curioso è sapere che la parte finale fu riscritta 39 volte), senza dimenticare “Per chi suona la campana” non meno “Il vecchio e il mare” (premio Nobel 1954), trasportate dalla letteratura in altrettante magnifiche pellicole cinematografiche.
Qualcuno leggendo i suoi scritti e vedendo i film citati, troverà la differenza tra i suoi romanzi e la sua realtà quotidiana che non fu quella che si dice tranquilla, soffermandoci per un attimo dalla sua famiglia, la quale in parte morì suicida. Un capitolo della sua storia inizia durante la guerra del 1918, trovatosi in Italia non per combattere ma volontario della Croce Rossa, fu proprio allora che venne ferito sul fronte del Piave da una granata, questo episodio lo segnò intimamente. Ristabilito dalla lunga convalescenza presso un ospedale milanese, ebbe modo di scrivere il romanzo di “Addio alle armi” ritornò in patria per rimanerci ben poco, poiché si trasferì a Parigi, scoprendo le sue bellezze. In quel periodo ebbe modo di frequentare ambienti letterari dell’epoca, sino a quando giunse una notizia che lo toccò ancora una volta duramente, turbandone il suo precario stato mentale. Quella di suo padre morto suicida, pregiudicando notevolmente il suo stato psichico, in cui i medici lo diagnosticarono come disturbo bipolare per abuso di sostanze alcoliche.
Staccare questi spazi temporali tra insofferenza interiore, amori e avventura in Africa come cacciatore, sopravvivendo a due incidenti aerei, Ernest passava le sue giornate al bar Floridita a Cuba (esiste ancora, sopra il bancone padroneggia un busto dello scrittore), preso a dimora come “ufficio temporaneo” per scrivere o ricevere persone da intervistare, questo non voleva sdegnare altri locali del luogo ma la compagnia di James Joyce, lo portava in posti dove sovente terminava in una rissa scatenata, dovendo intervenire spalleggiando il suo amico. Quando desiderava deliziarsi invece, si immergeva nella quieta solitudine uscendo con la sua amata “Pilar” la sua barca, usata per pescare (senza prendere mai un pesce) o stilare l’abbozzo di un altro capolavoro letterario. In altre occasioni preferiva unire stranezze dubbiose da parte dell’amico Francis Scott Fritzgerald come la “misurazione delle dimensioni del proprio… pene, confrontandolo con il suo… per rassicurare la moglie Zelda di essere a posto con i suoi attributi, oppure sulla bisessualità” in questo caso sorvoliamo per raccontarvi di quella volta che salì sul ring per essere sconfitto!
Che siano vere o false eccovi alcune curiosità su Ernest Hemingway, in cui si racconta in un momento di ebrezza causata dall’eccessivo alcol ingerito, di aver dormito con un orso.
Oppure, il migliore modo di spendere soldi è comperare champagne. Durante il periodo passato a Cuba, gli venne chiesto di fare la spia per il KGB, fu allora che la CIA lo tenne sotto stretto controllo. Molte delle sue opere furono andate perse per furto avvenuto durante un viaggio in treno. Simpaticamente rubò un orinale da un bar dicendo che con i soldi spesi nel bere in quel luogo, poteva considerarsi di sua proprietà… lo trasformò in una fontana… si potrà ammirare in giardino nella sua abitazione diventato Hemingway Museum.
Per concludere Ernest Hemingway aveva con sé un porta fortuna di nome biancaneve, un gatto con sei dita…
Questo grande scrittore, viveva una vita che un romanzo avrebbe fatto fatica contenere la vita stessa… che decise d’interrompere nel luglio del 1961, preceduta da una commovente telefonata fatta alla cara persona, la più importante della sua vita: Ferdinanda Piovano.

Daniele Giordano

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