I RIONALI PERDONO IL COMANDO DEL GIRONE F DELLA SERIE D, UN TRASTEVERE SFORTUNASTO ED IMPRECISO SI FA IMPORRE IL PARI DAL CASTELFIDARDO (1-1)

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Prima o poi doveva succedere che la compagine del presidente Betturri fosse bloccata dagli avversari allo Stadium di villa Pamphili, ma diverse sono le cause che hanno contribuito a determinare il primo stop interno degli amaranto di mister Mazza che hanno trovato sulla loro strada un buon undici marchigiano reduce da 4 gare positive con due pareggi e due vittorie, tuttavia il complesso di casa ha dovuto fronteggiare pure la mala sorte che s’è messa di traverso ed ha impedito di cogliere una meritata affermazione nella ripresa giocata ad una sola porta. Le condizioni psicologiche non erano le migliori perché la formazione capitolina era reduce dalla gara sospesa di Vastogirardi nel giorno dell’Immacolata in cui l’andamento aveva assunto una piega negativa alla mezz’ora del primo tempo quando il capitano molisano Ruggeri aveva realizzato il gol del vantaggio, poi la nebbia totale, come nella lirica “San Martino” di Giosuè Carducci, aveva indotto il fischietto Esposito di Napoli a sospendere l’invisibile incontro, che sarà recuperato il 5 Gennaio nella polare provincia di Isernia ricominciando dal punto in cui la contesa è stata interrotta. Il trainer aveva preferito schierare il modulo 3-5-2 con Monni e Proia in attacco e Crescenzo in funzione di rifinitore, Sannipoli come ala tornante e Corsetti, Giordani , Calderoni e Tarantino a centrocampo per contrastare le folate offensive degli anconetani, con un discreto numero di tifosi al seguito, che avevano Braconi e Marcelli in avanti, con Palladini, De Cesare, Braconi e capitan Bracciatelli a centrocampo, dove nella prima fase della partita ha ristagnato il calcio con troppi passaggi orizzontali e lanci fuori misura dei padroni di casa, che non riuscivano ad impegnarsi con veloci manovre triangolari ed incisive che ne avevano costituito il punto di forza fino allo “scontro” con il Porto d’Ascoli in cui erano già state mostrate dell’incertezze in difesa che avrebbero potuto essere fatali. La storia, come detto, s’era ripetuta nel corso della settimana in Molise, ad indicare che qualcosa da registrare nel reparto arretrato c’è ancora per poter puntare al campionato, però se non si risolve in anticipo il discorso dello stadio in cui eventualmente esibirsi in Lega Pro,  guidata con lungimiranza dall’eugubino Francesco Ghirelli, ogni discorso sarebbe retorico e fuori luogo. Il “big – match” è stato diretto all’inglese dal peloritano  Alfredo Iannello, ben coadiuvato dall’agrigentino Campanella e da Anile di Acireale, che ha lasciato correre assai spesso applicando la norma del vantaggio per non spezzare la bellezza del calcio e dare agli atleti la possibilità d’esprimere le loro risorse fiche e vigoria atletica. Ciò ha lasciato talora perplesse le circa 5oo persone presenti e suscitato le rimostranze dell’allenatore ospite Manolo Manoni, che sul finale del primo tempo s’è beccato il cartellino giallo e questo l’ha in dotto a darsi una calmata. I rudi interventi da tergo per falli tattici e qualche scorrettezza eccessiva nei takles  avevano spinto l’arbitro messinese ad estrarre in talune circostanze il cartellino giallo per imporre la sua personalità e far intendere ai calciatori che non potevano andare oltre una certa misura : dunque erano stati ammoniti Daniello e Palladini per gli ospiti e Crescenzo tra i locali per le loro intollerabili scorrettezze. La prima emozione in fase offensiva l’aveva data il Trastevere allorché su una pregevole e rapida manovra Proia aveva servito Corsetti che a sua volta aveva fornito l’assist a Crescenzo sulla destra dell’area piccola ed il ventenne Demalija  estremo difensore del Castelfidardo era stato bravo a contrare di corpo la conclusione del centrocampista trasteverino, provocando il primo dei due corner a disposizione contro il solo degli altri. Comunque non c’é nessuno ad incornare in porta di rapina come l’anno scorso e similmente a Lautaro contro il Cagliari. Invece di testa al 30° minuto era più scaltro ed astuto, bravo, Baraboglia in  avanscoperta  che sulla destra dell’area di Semprini colpiva di testa , elevandosi  come una torre e schiacciando sotto la traversa imparabilmente, anche per il fatto che il promettente Emanuele si faceva sorprendere avanzato rispetto alla linea di porta e l’inarcarsi sui reni non gli serviva a niente. Insomma ancora un gol incassato in altezza dalla retroguardia del Trastevere che non solo talvolta si fa trovare sbilanciata in avanti, ma nemmeno è ginnicamente  aitante e scattante cosicchè riesce spesso ad essere bruciata sullo staccare da terra, nel modo che già s’era notato a Vastogirardi e ed il trainer Mazza, che fino all’anno passato curava i giovani, non vede certe disfunzioni  tecniche che appartengono alle basi elementari del calcio. La fortuna e bravura del Trastevere era quella di sentirsi morso dalla “Tarantola” e mettere in atto una gagliarda reazione di carattere ed orgoglio che lo portava a pareggiare in due minuti con il solito Crescenzo pronto a spingere un pallone in rete da pochi metri dalla fatidica linea bianca su mischia. L’altra pecca di Tarantino e compagni emergeva al 38° quando di rimessa in contropiede con una funambolica azione di prima Marcelli si presentava da solo davanti a Semprin i che miracolosamente restringeva lo specchio della porta e manteneva inalterato il risultato, c he avrebbe potuto essere ribaltato nella ripresa con una condotta più accorta e precisa. Infatti l’allenatore Mazza nell’intervallo doveva aver ben bene catechizzato i suoi ragazzi che nella seconda frazione della gara s’insediavano nella metà campo marchigiana e costringeva no Bracciatelli e compagni a non oltrepassare più la propria parte del terreno di gioco affidandosi ad una strenua e serrata barricata che, per quanto sopra detto, dava loro alla fine una generosa soddisfazione. Appena rientrati sul terreno, un  diagonale di Sannipoli veniva salvato in  corner ed al 70° nella stessa situazione della rete del pareggio il medesimo Sannipoli era sfortunato poiché prendeva il palo destro della porta avversaria ed al 75° Proia non giungeva in tempo su un radente traversone rasoterra a spingere la sfera la porta con Demalija fuori causa. Il massimo della sventura s’aveva all’84° allorché una girata volante di straordinaria fattura di Monni non era premiata , come meritato, dal punto del vantaggio, giacché la traversa s’incaricava di salvare la squadra del Conero e punire  ingiustamente il  Trastevere. I due tecnici con obiettivi opposti avevano provveduto  a fare numerose sostituzioni  diverse : Manoni aveva fatto uscire Gega, Daniello, Cardinali, Palladini e Bracciatelli per rinforzare con energie fresche e spirito d’interdizione e filtro  centrocampo e  difesa con Mataloni, Murati, Rizzi, Fermani e Baldoni. Dal canto suo Mazza aveva rilevato Proia e Crescenzo, i migliori dei secondi della classe con Sannipoli , Corsetti e specialmente Monni, con Macrì e Fioretti senza tuttavia un concreto giovamento. Domenica il Trastevere avrà un’altra prova ardua e di sicura verifica della sua attuale condizione atletica e  stato di forma tecnico, in quanto andrà in  provincia di Teramo a Vasto che ha travolto a domicilio con un  secco poker l’Atletico Terme Fiuggi che sembra essere entrato in crisi ed avere un netto calo di rendimento rispetto all’avvio del campionato in cui perse per altro alla prima giornata sempre in casa contro il Notaresco.Il Castelfidardo invece riceverà la nuova isolata capolista  Recanatese che, osservata negli highlights contro il Matesee ha veramente impressionato per la fluida scioltezza di prima delle sue trame e la capacità di far segnare tutti ed in qualunque modo, mette veramente paura e si candida come la più seria pretendente alla vittoria del campionato, avendo pure un ottimo stadio per giostrare degnamente in  Lega Pro. S’è fatto  sotto pure il Porto d’Ascoli, che aveva perso con onore allo Stadium, battendo di misura per 3 a 2 il Vastogirardi. Domenica sera ne sapremo di più sugli effettivi valori del girone, ma per quello che s’è criticamente notato la Recanatese è la migliore appunto ed il Trastevere nella città di Leopardi con  “Sempre caro mi fu quell’ermo colle” c’ha naturalmente lasciato le penne.

Giancarlo Lungarini

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