IL MECENATISMO ARTISTICO DEL NOVECENTO E LA LOTTA PARTIGIANA DI UNA GRANDE FAMIGLIA. LA DIFESA ARMATA DEI VALORI CIVILI ED IL COLLEZIONISMO DEL MEGLIO PITTORICO PER I “MARCHINI”

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L’ESSERE UMANO NON è SOLTANTO CHIAMATO A LAVORARE E GUADAGNARSI DA VIVERE CON IL SUDORE E LA FATICA, COME lo punì Dio Padre cacciandolo dal Paradiso celeste dell’Eden per il peccato di superbia istigata d Lucifero sotto forma della tentazione del serpente, ma è anche spirito, anima, che unita al corpo od alla materia, secondo il lessico aristotelico per cui nasce l’unico organico denominato “sunolon”, per cui è spinto interiormente a coltivare pulsioni sentimentali e patriottiche che si legano agli ideali razionali che ne determinano le opzioni politiche e culturali. Proprio queste considerazioni stanno alla base dell’opera benemerita che nel campo dell’Arte e sul versante della determinazione del potere nel  nostro Paese nel Novecento s’è collocata l’aristocratica famiglia romana dei Marchini, a cui ora viene dedicata fino ad Aprile dopo Pasqua una bellissima, ricca e suggestiva, mostra a Palazzo Carpegna sede dell’Accademia D’Arte “ San Luca” nata nel Seicento. Il capostipite di tale “cellula sociale” fu iniziata dai fratelli Alfio ed Alvaro Marchini, tuttavia il più appassionato di tele, quadri e cornici di vario genere, fu il secondo che cominciò a raccogliere il meglio della produzione artistica del secolo scorso, partendo dall’astrattismo futurista e policromatico del primo quarto del 900, che i curatori dell’allestimento hanno sistemato al terzo piano sede degli uffici dell’ Accademia. La predisposizione dunque è stata di Francesco Cellini e Gianni Dessì che, partendo da sopra e scendendo per la rampa borrominiana fino al pianoterra , hanno esposto 130 tavole ad olio, carboncino, china ed inchiostro, che appartengono a due periodi diversi : il primo del padre appunto che fu anche un ardente e valente combattente partigiano nella seconda guerra mondiale contro il nazifascismo e le cui foto con i compagni della “ Brigata Garibaldi” si trovano appunto lungo la tortuosa discesa, come quella delle scuderie del Quirinale, corredate da una serie ingente di didascalie esplicative. Questo suo encomiabile lotta ideologica contro la dittatura del regime lo portò ad essere comandante partigiano di sinistra con relativa medaglia d’argento  della Resistenza al valor militare, la cui fiera ed orgogliosa esperienza di tutore fondamentale con  viva fiamma spirituale delle nostre libertà lo spinsero a partecipare alla fondazione del “L’Unità” ormai chiusa da quasi sette anni per far rifulgere l’idee civili e comunitarie per  cui aveva messo in gioco la sua vita con profondo impegno lodevole. La passione per l’Arte invece l’indusse a cominciare a raccogliere capolavori di diversa composizione stilistica : dai paesaggi e ritratti del Verismo naturale, all’Espressionismo coloristico. L’elevato numero di quadri raccolti gli fecero venire l’intenzione d’aprire una galleria in via Frattina nel 1959, che poi si spostò nella seconda parte del 1961 in via del Vantaggio tra via del Corso e via Ripetta dove è situata l’Accademia d’Arte. L’omaggio ai Marchini, nell’allocuzione inaugurale del presidente dell’Accademia l’artista Paolo Icaro, prosegue la linea iniziata tra il 2018 e 2019 con “ La raccolta Berg” che era dedicata monograficamente al pittore Gordon Matta Clark. La galleria di Alvaro, che poi divenne presidente della Roma a cui riservò il suo immenso cuore insieme all’educazione e formazione delle due figlie Carla e Simona che poi avrebbe sposato l’eccentrico calciatore Francesco detto “Ciccio” Cordova, si distinse per l’attenzione posta sull’estetica della figurazione, che poi la brava e generosa, talora un po’ stravagante, Simona avrebbe ripreso insieme alla passione per la lirica. Tra i frequentatori del periodo paterno della galleria, che arriva fino al 1976, possiamo citare nomi altisonanti accomunati al genitore Alvaro dall’affinità elettive e mentali di celebri artisti quali : Trombadori, Guttuso, Cagli, Pasolini, Moravia e C. Levi, che veniva dal confino in Lucania dove aveva scritto il rinomato romanzo fantastico “ Cristo s’è fermato ad Eboli”. Il testimone della staffetta, quando il padre morì il 24 settembre 1985, fu raccolto da Simona che un mese dopo aprì una nuova galleria vicino Piazza del Popolo, che si diede a radunare tele del secondo Novecento risalenti all’Impressionismo e Neorealismo, partecipando alle serate di gala nella società mondana, come palesano le foto, gli articoli di giornale e la documentazione affissa nella seconda parte finale della rampa, ovvero quella dopo il Salone d’Onore in cui le opere presentate contraddistinguono il passaggio del collezionismo dal padre alla figlia, che vengono a raggiungere l’apice della parabola nelle due sale del pianoterra. In tutto pertanto gli artisti sono 77 che nella sezione riservata al buon Alvaro all’ultimo piano si dividono in 6 articolazioni, che s’intersecano con il cartellino alle donazioni accademiche frutto di bontà d’animo altruistica per il bene della crescita collettiva della comunità nazionale; queste sono allusive ai soggetti disegnati e si denominano : “Tra Italia e Francia”, “Parigi”, “Vedute e Visioni”, “La realtà della Storia”, “ Tra cielo e terra” e più esplicito di così per il nudo dal vivo  “l’artista ed i suoi modelli”.  Segue , come detto, il film variegato per immagini  lungo la rampa elicoidale impreziosito da qualche scultura, mentre nel Salone d’Onore scopriamo disegni di Scipione, uno stupendo studio preparatorio per la famosa “Crocifissione “ di R. Guttuso ed opere d’estrosa inventiva di E. L. Kirchner, Otto Dix  e George Grosz dall’estrosa Nuova Oggettività. La raccolta di Simona invece si caratterizza per una nuova concezione del figurativismo, aperto alla revisione dei concetti di “ visione”, “presenza”, “realismo” ed “astrazione”. A collegare idealmente queste due parti della mostra v’è la creazione spaziale di  Maurizio Mochetti  che dal giardino porta alle sale ultime del pianoterra, con i testi introduttivi nel catalogo edito dall’Accademia di C. Strinati, del curatore Dessì , delle figlie C. e S. Marchini, oltre ad una conversazione critica con lo storico L. Villari. La gentile ed attiva Simona ringrazia il faticoso impegno di tutti durato circa due anni, rivendicando nel contempo il permanere della luce interiore di cui le fornirono i genitori e che loro hanno portato avanti strenuamente con le  proprie coscienze. La mostra “ Una storia nell’arte”, con sottotitolo “ I Marchini tra impegno e passione”, resterà aperta in Piazza dell’Accademia, vicino alla suggestiva e ricercata dai turisti Fontana di Trevi, fino al 22 Aprile. Si trova al centro, dove si stanno facendo pure i lavori per l’allargamento di via del Tritone, per cui non si dovrebbe fare fatica ad andare a visitarla, poiché v’è il meglio dell’Arte del Novecento e la testimonianza della nostra Storia bellica e civile da cui crollò la Monarchia e nacque la Repubblica  con la Costituzione realizzata dall’Assemblea Costituente e firmata dal Presidente provvisorio Enrico De Nicola giurista partenopeo, che entrò in vigore il 1 Gennaio del 1948.

Giancarlo Lungarini

Foto aise.it

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