“CATARINA”. ANALISI STORICO- POLITICA DEL XX SECOLO LUSITANO ALL’ARGENTINA. CATARINA ROMPE LA SPIRALE OMICIDA PER CONTRAPPOSTA IDEOLOGIA DELLA FAMIGLIA

Data:

Dall’11 al 14 aprile 2022 al Teatro Argentina di Roma

Continuando la sua linea di ricerca e focalizzazione civile della matrice storica nel Novecento nel mondo europeo e neolatino, dopo lo strepitoso successo riflessivo e divulgativo del “signor M il figlio del secolo” realizzato scenicamente da Massimo Popolizio e Tommaso Ragno dal romanzo di Scurati, stavolta per appena 4 giorni ci siamo trasferiti mentalmente con lo Stabile di Roma in Portogallo, che è la Nazione più ad Occidente del Vecchio Continente. Con la produzione del Teatro Nacional D. Maria II è stato rappresentato il testo di Tiago Rodrigues che ha curato pure la regia di codesto lavoro epico – sociale dell’antica terra dei fiumi Tago e Duro che l Impero Romano conquistò con il nome di Lusitania. L’autore e regista ha trattato diversi temi psicologici, civili, etici e di costume : dai rapporti conflittuali all’interno degli stessi nuclei familiari, al carattere dei personaggi ed alle loro convinzioni etiche, agli scontri di dottrina politica tra fieri nemici ed a come abbattere i regimi tirannici e dispotici per riportare l’ordine, la libertà e la democrazia. Il titolo in questo senso è già del tutto esplicito “ Catarina e la bellezza d’ammazzare i fascisti” considerando che la lente d’ingrandimento prende in esame quanto avvenuto in quel Paese dopo la seconda guerra mondiale con la presa del potere da parte del dittatore di destra Salazar. La scenografia di F. Ribeiro è ambientata in una casa di campagna nel sud del Portogallo, ovvero nell’Algarve vicino a Baleizao dove si riunisce intorno al tavolo per la cena una famiglia che da più di 70 anni per acerrimo odio uccide i fascisti, seppellendoli poi sotto le querce del loro parco ed una di queste campeggia al centro del palcoscenico similmente alla casa del nespolo de “ I Malavoglia” ossia i Toscano del Verga. Alcuni parenti per ritrovarsi come clan familiare al simposio conviviale sono venuti da Lisbona e ciò c’ha ricordato “Zio Vanja” di A. Cechov, mentre la prima “querelle” tra di loro è culinaria giacché i gusti gastronomici sono diversi; spiccano infatti i vegetariani e vegani che per il loro credo non vogliono mangiare di tutto e preferiscono i prodotti della terra allo stato puro e non per esempio gli asparagi messi nelle frittate , che naturalmente sono d’origine animale. Di fianco c’è, legato ad una sedia, un fascista che è stato rapito per il rito d’iniziazione criminale con la pistola di Catarina, rammentandoci in tale circostanza ciò che sta facendo Putin in Ucraina che considerava con i Russi un unico popolo slavo, mentre adesso sta compiendo dei veri genocidi a Bucha ed in altre città come Mariupol che ha avuto lo sterminio civile, il porto occupato ed il teatro distrutto, cui per il culmine dell’orrenda parabola si deve aggiungere una telefonata intercettata in cui una moglie russa aizzava il marito soldato a stuprare le donne di Kiev e dintorni con il “guanto” protettore per non andarci poi lei di mezzo. Ecco il livello di barbarie a cui può condurre l’avversione per il nemico : la carneficina spietata delle caverne in cui gli uomini erano predatori, cacciatori ed “homo lupus homini” come sostiene il Papa, la cui idea di far portare la Croce il Venerdì Santo alla tredicesima stazione al Colosseo da una donna ucraina ed una russa è stata bocciata addirittura dall’ambasciatore presso la Santa Sede della martoriata Kiev con piazza Maidan. Logico perciò che una giovane come Catarina si ribelli allo spargimento di sangue a freddo con aberrante premeditazione, a guisa delle “fatwe” in Albania, in quanto non capisce come si possano cancellare tutti i principi di giurisprudenza e democrazia, scadendo al livello di bestie assetate di sangue come avviene tra le famiglie mafiose per gli “sgarri “reciproci della manovalanza ed ancora teniamo in mente la faida orribile tra calabresi a Duisburg in Germania. Il giorno di festa e lussureggiante  banchetto si tinge di giallo e diventa così uno spietato corpo a corpo dialettico tra la madre invasata dl furore dionisiaco della strage da perpetuare e Catarina che istintivamente rifiuta di seguirla su quella strada e d’uccidere il fascista, che ascolta impassibile la forte opposizione dialettica di principi e valori tra due donne che non si sentono più legate, similmente ad Antigone di Sofocle, dai vincoli di sangue e la più giovane vuole purificarsi catarticamente, non ritenendo che si possa scendere alla violenza per recuperare la calpestata democrazia in vista d’uno sviluppo economico – sociale e progresso civile della comunità patriottica. La madre per incitarla ad eseguire quello che per lei è stato previsto le rammenta che la nonna Catarina Eufemia è stata assassinata nello stesso paese nel 1954 dai golpisti di destra e nel copione originale sarebbe dovuta arrivare per confrontarsi con il fascista che attende di sapere quale sorte l’oggi gli riservi. Tuttavia questa parte finale della tragica scrittura scenica non è stata potuta sottoporre a verifica e costruire come sequenza organica e strutturale per il fatto che la pandemia ha interrotto lo studio del copione e la sua integrale progettazione dopo soli 7 giorni dall’inizio delle prove. Il regista s’è trovato perciò costretto a fare i conti con la riduzione della sua libera e creativa soggettività onirica e  poetica. Pertanto per stare al passo con i tempi ha dovuto rivedere le sue conclusioni impostate nel passato ed aprirsi alle prospettive che ha fatto interpretare dal fascista ormai liberatosi dalla forzata staticità coatta, poiché il gruppo familiare di sinistra s’era fatto fuori con una proditoria sparatoria vicendevole dopo la ferma, coraggiosa e morale presa di posizione di Catarina. L’uomo in scuro, simbolo della destra populista, ha tenuto una perorazione oratoria, un comizio come l’ha valutato qualcuno del pubblico che alla fine s’è irritato ed ha sonoramente fischiato la dissertazione dell’attore, rimarcando che finalmente è caduta la sinistra dopo 50 anni da quando nel 1974 era andata al potere con la defenestrazione di Salazar ad opera della “Primavera delle Rose”. Ora in Portogallo ha ripreso il governo la destra con una nuova Repubblica e Costituzione, non c’è più posto per la corruzione della sinistra, gli aborti, i sindacati illegali, le malversazioni ed i permessi, gli scioperi facili e le banche popolari a tassi agevolati, pene riduttive ed assistenzialismo statale; insomma per coloro che non vogliono mettersi in riga e lavorare con competenza e serietà senza ricorrere con superficialità a malattie e ristorni collettivi, mutui non  rimborsati con mille stratagemmi. Per altro il Paese di Pessoa è quello dove si rifugiano parecchi Italiani in pensione dato che il costo della vita, anche se siffatto modo di spendere il denaro della madrepatria è poco onesto, è basso e le tasse sono relative rispetto alle nostre. Seguire l’interessante spettacolo di pregnante attualità, ricordando che dopo la fine della seconda guerra mondiale pure in Italia camicie nere e partigiani dettero vita a cruente vendette di sorta, è stato facilitato dai chiari, leggibili, anche se talora un po’ veloci, sopratitoli in italiano essendo la compagnia portoghese e quindi la recitazione in lusitano, malgrado la traduzione in italiano di Vincenzo Arsilio.

Giancarlo Lungarini 

Foto Jaime Machado

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati