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SERENA VILLANI, LA FOTOGRAFIA FRA CORPO E MENTE

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È iniziato tutto per caso. Un messaggio arrivato su Instagram con l’invito a buttarsi nel mondo della fotografia, una proposta a cui Serena Villani ha risposto con un sì istintivo e decisivo. “Ho deciso di mettermi in gioco e sin da subito mi sono resa conto di sentirmi pienamente a mio agio dietro all’obbiettivo, nonostante fossi nuda, senza veli e senza filtri” racconta con la consueta semplicità lei che ha 21 anni, è originaria di Taranto ma ormai da anni vive in Provincia di Pavia. Detto questo, Serena ha sempre fatto sì che non agli occhi del pubblico non arrivasse solo la sua immagine. Studia all’Università, lavora per mantenersi indipendente, ma appena può la fotografia è diventata un richiamo a cui è impossibile chiedere di aspettare. Una bella storia di semplicità sana ambiziose e desiderio di sperimentare. Ma la fotografia non è solo immagine. Per Serena, è diventata il mezzo per lanciare un messaggio. “Mi spinge la possibilità di poter, anche solo in parte, diffondere il messaggio che da sempre porto nel cuore: non avere paura di esprimersi e di mostrarsi per ciò che si è davvero, con ogni sfaccettatura che è parte integrante dell’essere, nel bene e nel male”.

Insomma, la fotografia come arte per raccontare noi stessi.

Sicuramente è più facile a dirsi, perché la parte più difficile è probabilmente quella del confronto con la società, il mondo circostante. Da quando ho iniziato a scattare infatti ho ricevuto diversi commenti, alcuni positivi, altri negativi. Chi voleva complimentarsi, chi voleva spronarmi, chi voleva criticarmi per il mero gusto di giudicare, chi era solo curioso di sapere perché di punto in bianco mi sono messa a nudo, letteralmente.

Giudizi e opinioni che non ti hanno fermata.

Ho sempre scelto di ascoltare solo la mia testa e il cuore, e sono grata per non aver dato ascolto a nessuno se non a me stessa. Grazie a questa esperienza ho avuto la possibilità di conoscere diversi professionisti, molti dei quali sono poi diventati anche amici. Primo fra tutti, il primo ragazzo per cui ho posato, Stefano Cremisi, persona dalla spiccata sensibilità e dote artistica. Ma devo ringraziare anche Max, Giovanni, Marco, Yoriyno, Pasquale, tutti mi hanno arricchita professionalmente e umanamente.

Come ti ha cambiata la fotografia?

Sono fiera del mio percorso perché mi ha permesso di guardarmi con occhi diversi, molto distanti da quelli con cui ci osserviamo allo specchio. Sicuramente parte del merito deriva dallo sguardo artistico dei fotografi che è diverso per ognuno di loro, ma la differenza più grande l’ho percepita a livello personale. Per questo consiglio il medesimo percorso ad amiche e conoscenti: il viaggio alla scoperta di se stessi e del proprio corpo nella speranza che anche altre ragazze possano riuscire a vedersi finalmente belle, complete, e magari scoprire nuovi lati della loro identità che non hanno mai avuto modo di emergere, siano questi pregi o difetti. Forse è questa la mia vera vocazione: aiutare le persone a scoprirsi, conoscersi, accettarsi e poi, finalmente, amarsi.

Anche grazie ai social il tuo personaggio sta prendendo sempre più piede…

I social mi hanno aiutata a creare una rete in un campo che all’inizio mi era del tutto nuovo; naturalmente, viaggio con i piedi a terra, non mi reputo una influencer ed anzi trascorro sui social network lo stretto necessario della mia giornata. Questo perché col tempo ho raggiunto la consapevolezza che i social network, in particolare quelli più in voga al momento, contribuiscono a veicolare un’immagine sì verosimile, ma di certo non reale.

Così, hai fatto una scelta…

Esattamente: trovo positiva la possibilità di utilizzarli come se fossero una una sorta di “vetrina” di noi stessi, valorizzando ciò che vorremmo mostrare al pubblico a discapito di ciò che ci piace meno. Il lato negativo è che spesso le persone tendono poi a dimenticarsi di ciò che c’è dietro, probabilmente perché troppo distratte dalla spasmodica ricerca dell’approvazione altrui che si manifesta sotto forma di un semplice “mi piace”. È bene quindi ricordarsi che non siamo solo semplici utenti, semplici numeri, ma persone dotate di sensibilità e intelletto.

Torniamo alla fotografia, dove ti sei messa in gioco senza filtri. E se si aprissero altre porte?

Non ho ancora avuto modo di sperimentare l’immenso mondo dello spettacolo. Tuttavia non mi privo della possibilità di fare nuove esperienze perché questo è ciò che mi rende libera. Se devo essere sincera però, un po’ mi spaventa questo ambito perché ho sempre visto questo mondo come una totale finzione, e questo un po’ dista dai valori in cui credo.

Lontana dalle luci dei riflettori, infatti…

Non mi ritengo una ragazza esibizionista, anzi prediligo sempre la semplicità. Non saprei neanche scegliere uno stile che mi appartiene perché esprimo me stessa a seconda del momento e del mio umore. Scelgo abiti che mi valorizzano ma cerco di non attirare troppo l’attenzione perché preferisco che le persone mi apprezzino per ciò che sono dentro e non per come appaio fuori.

Che obiettivi vuoi realizzare in futuro?

Penso di continuare in questo percorso in futuro, anche se i miei progetti a breve e medio termine riguardano principalmente i miei studi e la mia crescita personale. Da qui a 10 anni infatti penso di continuare a studiare e sacrificarmi con l’unico fine di essere una persona sempre migliore, per me stessa e per gli altri.

E nella fotografia, che ruolo vuoi avere?

Non pretendo di essere una guida, ma solo una ragazza come tante che ha scelto di mettersi in gioco per trovare se stessa in un mondo che lascia troppo spazio all’apparenza e troppo poco all’essere.

Luca Fina

 

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