MALA JIN. TULIPANI NEL CEMENTO DI ANNA D’AURIA

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I mondi della scrittura sono vasti e multiformi, variegati forse più di un continente. Oggi nel nostro salotto virtuale ho un ospite davvero molto interessante… Anna D’Auria autrice del libro “MALA JIN. Tulipani nel cemento”.

Info sull’autrice

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Anna D’Auria insegna Latino e Greco presso il liceo classico ”Plinio Seniore” di Castellammare di Stabia. È una fervida lettrice di romanzi a sfondo psicologico, nonché autrice di testi poetici e narrativi: ”La carezza dell’Èidolon del mare” (settembre 2020); “Skià. Il volto di un’ombra sul cuore” (dicembre 2020), ”’Mala Jin. Tulipani nel cemento” (novembre 2021), edito da Albatros il Filo con prefazione dell’avv. Libera Cesino, pres. Ass. ”Libera dalla violenza” e ”La rosa bianca di Izmir” edito da Guida Editori (luglio 2022). Ha pubblicato anche una silloge poetica dal titolo “Anthea. I fiori della vita” (settembre 2021). La sua passione per la scrittura è nata, in primis, dal bisogno di comunicare e di condividere la propria emotività: è una forma di introspezione interiore, ma anche di terapia dell’anima. La sua produzione letteraria è contraddistinta da una particolare sensibilità verso gli ultimi, gli inermi, che non hanno voce per essere ascoltati, con il chiaro intento di scuotere le coscienze, di sensibilizzare i lettori su questioni sociali rilevanti. Il focus dell’autrice si concentra su storie di riscatto e di resilienza considerate la vera chiave del cambiamento, come l’autrice ha dichiarato recentemente all’emittente Cusano Tv, rilasciando un accorato appello per la pace e la tutela delle minoranze etniche. Nel romanzo ”Mala Jin. Tulipani nel cemento” che ha ottenuto il premio speciale della giuria del Samnium e altri riconoscimenti, Anna D’Auria intreccia in modo originale linguaggio poetico e prosastico, dando vita ad un testo che si presenta al contempo come un omaggio all’eroica resistenza delle donne curde, le Antigoni moderne, soldatesse della pace, nonché come una testimonianza della loro abnegazione, di una vita nutrita di una sorellanza di nobili ideali e di spirito sacrificio, in nome di una causa comune: la tutela della propria dignità e la salvezza della propria etnia dal genocidio. Donne che amano, lottano e si sacrificano per gli altri in una costante ricerca di dignità e verità. Ci insegnano che è giusto credere nei propri ideali, perseguirli con determinazione, resistere senza chinare il capo solo perché, come ripete l’Ismene sofoclea “siamo donne, per natura deboli e costrette ad obbedire alla logica del più forte”, dell’uomo. Imparare ad amarsi per riscoprire la propria forza e strappare insieme i veli del silenzio e della paura, nella piena consapevolezza di quanto la dignità sia donna: questo è il significato che l’autrice consegna al suo libro, di cui è stato appena pubblicato il seguito nel romanzo ‘’La rosa bianca di Izmir”.

Anna D’Auria ha deciso di raccontare l’eroica resistenza del popolo curdo per rispondere alla richiesta di aiuto e di attenzione mediatica, avanzata proprio dalle donne curde attraverso una lettera indirizzata, nel 2015, a tutti popoli del mondo amanti della libertà. Una richiesta che non poteva essere ignorata.

Ma ripercorriamo, breviter, la vicenda di ”Mala Jin. Tulipani nel cemento” che si dipana da uno scenario naturale suggestivo, la baia di Trentova ad Agropoli, per concludersi nel cuore dell’Anatolia, in una terra dove le donne sono ”bambole di carta” che possono essere strappate in mille pezzi, ma proprio per la loro tenacia diventano “Tulipani nel cemento”, simbolo di forza e di coraggio per le nuove generazioni.

La protagonista Elena, nel giorno del suo quindicesimo compleanno, avverte per la prima volta la sensazione di uscire dal proprio corpo e di guardarsi dal di fuori, quasi l’anima avesse preso una pausa per volgersi verso un altrove popolato di altre anime, che hanno ormai perso per sempre la propria dimensione corporea. È qui che la ragazza trova conferma a un sentimento che già da tempo albergava nel suo cuore: poco o niente della vita che ha condotto fino ad ora le appartiene, non il suo nome né il suolo che calpesta ogni giorno, perfino l’amore della donna che l’ha cresciuta come una figlia non è sufficiente a sopire quella sensazione di essere venuta al mondo per fare altro, qualcosa di più importante. Poche parole lasciate su un foglio – “devo tornare nella mia terra” – e poi l’inizio del lungo viaggio verso Muş, una delle zone della Turchia a prevalenza curda, alla riscoperta del proprio passato per dare un significato al proprio futuro. Intenso e coinvolgente fin dalle prime pagine, Mala Jin narra con grande lucidità il dramma quotidiano delle donne curde, bambine cresciute troppo in fretta, giovani guerrigliere pronte a imbracciare il Kalashnikov per difendere il proprio diritto alla vita, anche a costo di sopprimere per sempre ogni naturale istinto femminile. Qui, in Anatolia, giunge a compimento la parabola di formazione della protagonista e, tra le asperità delle montagne e il cemento di città fatiscenti, sboccia alla fine un nuovo tulipano.

Descrizione, in breve, del libro.

Accadde per la prima volta il giorno del suo quindicesimo compleanno: la sensazione di uscire dal proprio corpo e di guardarsi dal di fuori, quasi l’anima avesse preso una pausa per volgersi verso un altrove popolato di altre anime, che hanno ormai perso per sempre la propria dimensione corporea. È qui che Elena trova conferma a un sentimento che già da tempo albergava nel suo cuore: poco o niente della vita che ha condotto fino ad ora le appartiene, non il suo nome né il suolo che calpesta ogni giorno, perfino l’amore della donna che l’ha cresciuta come una figlia non è sufficiente a sopire quella sensazione di essere venuta al mondo per fare altro, qualcosa di più importante. Poche parole lasciate su un foglio – “devo tornare nella mia terra” – e poi l’inizio del lungo viaggio verso Mus, una delle zone della Turchia a prevalenza curda, alla riscoperta del proprio passato per dare un significato al proprio futuro… Intenso e coinvolgente fin dalle prime pagine, Mala Jin narra con grande lucidità il dramma quotidiano delle donne curde, bambine cresciute troppo in fretta, giovani guerrigliere pronte a imbracciare il Kalashnikov per difendere il proprio diritto alla vita, anche a costo di sopprimere per sempre ogni naturale istinto femminile. Qui giunge a compimento la parabola di formazione della protagonista e, tra le asperità delle montagne dell’Anatolia e il cemento di città fatiscenti, sboccia alla fine un nuovo tulipano.

Dettagli

Titolo: “Mala Jin. Tulipani nel cemento”.
Autrice: Anna D’Auria.
Editore: Albatros.
Collana: Nuove voci.
Prezzo: 12,50 euro.
Copertina: flessibile a colori.
Anno edizione: 2021.
In commercio dal: 10 novembre 2021.
Pagine: 232.
Tipo: brossura.
EAN: 9788830646094.

Dove poter acquistare il libro online.

https://www.ibs.it/mala-jin-tulipani-nel-cemento-libro-anna-d-auria/e/9788830646094

https://www.mondadoristore.it/Mala-Jin-Anna-DAuria/eai978883065354/

https://www.unilibro.it/libro/d-auria-anna/mala-jin-tulipani-nel-cemento/9788830646094

La promotrice culturale è Sheyla Bobba della SBS Comunicazione.

Filosofia e Stile SBS Comunicazione

Ilaria Solazzo, giornalista e blogger, ha intervistato, per noi di “Corriere dello spettacolo” la scrittrice Anna D’Auria.

Ilaria – Da dove nasce la passione per la scrittura?
Anna – Mi piace considerare ogni libro come un microcosmo a misura dell’anima. Infatti la mia passione per la scrittura nasce dal bisogno di comunicare, di condividere la mia emotività: è una forma di introspezione interiore, ma anche di terapia dell’anima. Scrivere ci rende maggiormente consapevoli di noi stessi, ci apre all’altro e ci consente di esorcizzare le proprie paure e di metabolizzare i drammi individuali: una vera catarsi!

Ilaria – Che tipo di studi e ricerche hai fatto per realizzare Mala Jin. Tulipani nel cemento? Raccontaci…
Anna – Per diventare un buon autore è indispensabile non solo essere un fervido lettore, in modo da carpire i meccanismi e gli espedienti di una narrazione efficace, ma anche un osservatore della vita. La scrittura si sostanzia di conoscenze acquisite attraverso letture, ricerche e l’osservazione, un quid in più che dà credibilità e specificità alle storie narrate. Il mio libro nasce da questo connubio.

Ilaria – Riassumi in poche righe il senso del tuo libro.
Anna – “Mala Jin. Tulipani nel cemento” narra il dramma delle donne curde, bambine cresciute troppo in fretta, giovani guerrigliere che imbracciano il Kalashnikov per difendere il proprio diritto alla vita, tra le asperità delle montagne dell’Anatolia e città fatiscenti, sbocciando come tulipani nel cemento. Ho deciso di raccontare l’eroica resistenza del popolo curdo e delle sue donne, vere protagoniste della resistenza, perché è una realtà che fino a poco tempo fa non conoscevo ma che ho appreso nel tempo, leggendo in rete numerose testimonianze e storie drammatiche, ma soprattutto la toccante lettera, scritta nel 2015 dalle guerrigliere e indirizzata a tutti popoli del mondo e in primis a noi donne. Il libro nasce dal bisogno sincero e profondo di dare una risposta alla loro richiesta di aiuto e di attenzione. Una richiesta che, da donna, non potevo ignorare. Mi ha sempre connotata una sensibilità particolare verso gli ultimi, gli inermi che non hanno voce per essere ascoltati.

Ilaria – Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Anna – Perché racconta storie di riscatto e di resilienza che sono la chiave del cambiamento. Ci mostra il lato più bello della sorellanza, un universo femminile accogliente, forte ed empatico: donne che amano, lottano e si sacrificano per gli altri in una costante ricerca di dignità e verità. Ci insegna che è giusto credere nei propri ideali, perseguirli con determinazione, resistere senza chinare il capo solo perché, come ripete l’Ismene sofoclea siamo donne, per natura deboli e costrette ad obbedire alla logica del più forte, dell’uomo. Imparare ad amarsi, ad amarci per riscoprire la propria forza e strappare insieme i veli del silenzio e della paura, nella piena consapevolezza che la dignità è donna.

Ilaria – Usando un solo aggettivo, e considerando anche l’ultimo tuo libro, La rosa bianca di Izmir, come si può definire il tuo progetto editoriale?
Anna – Coraggioso.

Ilaria – Se tu potessi pranzare con il tuo scrittore preferito cosa gli domanderesti?
Anna – Maurizio De Giovanni! Gli chiederei qual è il suo prossimo progetto, perché devo confessare che sono ansiosa di leggere le sue nuove storie!

Ilaria – Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Anna – Sì, sono impegnata nella stesura di un romanzo inedito ambientato in India, ma non posso spoilerare troppo!

Ilaria – La tua attività di autrice viaggia parallela al tuo impegno sociale?
Anna – Sì, l’attenzione verso la condizione femminile, che caratterizza la mia scrittura, risente del mio continuo impegno nel sociale, attraverso la partecipazione a diverse iniziative e progetti volti alla sensibilizzazione contro la violenza di genere, nonché collaborazioni con associazioni ed enti del territorio locale.

Ilaria – Casa Sanremo Writer 2023, sappiamo che sei stata selezionata/a per questa importante vetrina, raccontaci le tue emozioni e aspettative
Anna – Sono molto felice di poter prendere parte ad una vetrina così prestigiosa. Sarà un’occasione importante per promuovere la lettura come fonte di conoscenza di sé e degli altri, per ampliare i propri orizzonti emotivi, imparando a leggere gli eventi e a guardare l’altro con approccio empatico, ovvero con gli occhi dell’anima: unica possibile soluzione ad un’indifferenza dilagante, da cui nasce l’onda del disprezzo e della non-accoglienza verso uomini, donne e minori che sono stati privati dei diritti umani, sacri e inviolabili.

 

 

 

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