LO SPLENDIDO OMAGGIO CON EURIDICE AXEN ALL’ETERNA SEDUZIONE DI MOANA AL PARIOLI. CAPPUCCIO RISCATTA PURE LA CULTURA E LA CRITICA POLITICA DELLA “SEX SYMBOL” AFFASCINANTE

Data:

Dal 19 al 22 gennaio 2023 al Teatro Parioli di Roma

Il poeta degli “ Inni Sacri” nell’Ottocento con il messaggio propugnato con convinta fierezza della Fede, dopo lo smarrimento illuminista e la conversione di ritorno dai salotti di Parigi, dove aveva accompagnato la madre Giulia Beccaria innamorata di Claude Fouriel, per i colloqui con il padre gesuita Degola con la moglie protestante Enrichetta Blondel, che poi sarebbe morta con lui costretto a nuove nozze, divenuto fervente quindi esaltatore degli umili e del popolo con il capolavoro della Provvidenza, ovvero “I Promessi Sposi”, che per la prosa possono essere paragonati alla versificata ed immaginaria “Divina Commedia” del creatore della lingua italiana, che Manzoni riconobbe nel toscano parlato dei vari tempi, c’ha lasciato anche un profondo ammonimento storiografico nell’Ode lirica “5 Maggio”: i giudizi valutativi criticamente dell’importanza e della gloria dei personaggi storici vanno emessi a mente fredda dai posteri .Tale principio è assurto a regola d’ispirazione e scrittura, seguendo il parametro usato per il geniale ed astuto condottiero Napoleone finito tragicamente nella prigionia degli Inglesi a Sant’Elena dopo la sconfitta a Waterloo, del fecondo commediografo napoletano Ruggero Cappuccio, che fattosi apprezzare dalla critica e dai teatrofili per “Shakespeare Re di Napoli” di cui sta lavorando alla relativa produzione cinematografica, sta specializzandosi nella riscoperta e rivalutazione delle figure femminili della leggenda mitologica e della Storia con la teoria dei “Corsi e Ricorsi” che ha applicato prima alla figura di Cassandra, la profetessa cieca figlia del re di Troia Priamo che previde la distruzione della città di Ilio, i cui resti  l’archeologo Schlimann ha rinvenuto negli scavi al settimo livello della sponda asiatica della nazione retta con pugno di ferro da Erdogan passato il Bosforo con il ponte di Galata, con il testo “Resurrexit Cassandra” già presentato in teatro ed ora alla persona indimenticabile della “star” del porno della seconda parte del XX secolo in Italia e suscitatrice perciò di “desideri proibiti” degli Italiani con i sogni durante la notte, avendola osservata con sguardo lussurioso al cinema od in televisione. Naturalmente intendiamo riferirci alla superlativa per fascino e bellezza estetica Moana Pozzi, che purtroppo un tumore maligno ci strappò nel “ fiore della giovinezza” , alla guisa della Beatrice Portinari amata da Dante che lui avrebbe ritrovato come guida mandata da Santa Lucia nella terza Cantica del Paradiso fino all’ultimo canto, in cui dovette essere sostituita da San Bernardo di Chiaravalle per elevare la Canzone alla Vergine e giungere al cospetto di “Colui che move il Sole e le altre stelle” con un’ emblematica metafora con il matematico che cerca di spiegarsi la quadratura del cerchio. Morì nel 1994 a 33 anni, tuttavia lasciò una straordinaria scia di fascinosa seduzione e magico ricordo, tanto che nel suo copione il dotto ed accurato  ricercatore biografico Cappuccio, reduce dal successo al Teatro dell’Opera di Roma ex Costanzi, sostiene che, se la passione tra due coniugi o conviventi, fidanzati, s’era spenta od indebolita, specialmente per la forzata lunga coesistenza coatta durante la pandemia del Covid 19 che sembra tornato a preoccupare i non vaccinati con la quarta dose, bastava spingere il “play” e visionandola riscoppiavano i “fuochi d’artificio” sessuali in coppia. L’autore ha confezionato un lavoro immaginario, per restare nel mondo onirico in cui ripescare la personalità di Moana,  con  una figura femminile ed un uomo che, facendo il giornalista, crede di riconoscere in lei la scomparsa Moana e nasce tra loro una ricca ed intensa conversazione in cui lei gli pone un angosciante interrogativo : desidera corteggiarla come gli individui normali della società o pensa di fare uno “scoop” prezioso per il suo giornale, quotidiani e settimanali che adesso sono stati blindati per legge con i loro copyright”, svelando che non è defunta. La pièce, che ha debuttato al Festival di Napoli nel 2020,è stato affidata alla regista Nadia Baldi che ha scelto un’ottima interprete eccezionalmente aderente bionda, slanciata e d’imponente presenza fisica seducente sul palcoscenico con uno straordinario vestito di chiffon di forte impatto rosso che si dondola  sull’altalena con occhio malizioso ed affabulazione accattivante nell’interpretazione d’una meravigliosa Euridice Axen, che nel nome ci rammenta la donna per cui spasimava Orfeo nell’opera omonima di Poliziano, ovvero Angiolini Ambrogini da Montepulciano da cui la trasposizione latina della sua identità, che vede prevalere il senso materiale con vena d’erotismo su quello spirituale, condizione che Pluto re dell’Ade aveva posto per restituirla in vita al suo amante. La Axen ci cattura pure con le sue moine vezzose, lo strisciare carponi sul palcoscenico senza l’argentee imperlinate scarpe e l’esternare con accenti polemici ciò che la vagheggiata Moana riteneva riguardo alla politica che non solo è corrotta, quale emerge dall’arresto e confessione di Panzeri a Bruxelles che sta collaborando con la Giustizia insieme all’assistente della dismessa vicepresidente greca Kalil, che ha denunciato la grave violazione dei diritti dei detenuti nel suo carcere belga, bensì colloca le proprie mogli, fidanzate e conviventi in Parlamento  e Televisione, ma siffatta pratica compiacente è pertinente altresì d’altri professionisti, che  hanno anche loro pesanti responsabilità in alcuni casi sulle spalle, basti citare la commercialista arrestata dalla Finanza e con incarichi in numerosi organismi, come quei medici specialisti che favoriscono le truffe ai danni dell’assicurazioni. Altre frecciate velenose della Pozzi, portate in scena nell’elaborato e suggestivo monologo recitato mirabilmente dalla Axen, colpivano i partiti e la classe parlamentare in quanto abbandonavano agli stenti i bambini in Africa, adesso va leggermente meglio, lasciandoli morire di fame per l’ingiustizia sociale, con il papa Francesco che andrà in Sud Sudan , oppure i migranti a morire nel Mediterraneo con i barconi e nella neve e freddo dell’Est se giungono con la via balcanica, non riuscendo la CEE ed il Mercato Europeo a mettersi  d’accordo su un’equa ripartizione sostenibile dai 27 Paesi membri del Parlamento Europeo presieduto dalla Metzola maltese, dopo il venir meno dell’ex integerrimo promotore d’una cattolica solidarietà e reciproca integrazione David Sassoli, di cui è stato celebrato l’anniversario del decesso l’11 del mese con un libro a lui dedicato al teatro Quirino alla presenza della presidente della Commissione Europea la tedesca Ursula Van de Leyden ed il professor Prodi ex presidente del Governo e della medesima Commissione. L’ennesima verità, che è stata accertata dalla documentazione critica e ben condotta di Cappuccio, è che Moana non è stata soltanto affascinante e seduttrice, legata dalla passione per la vita spezzata amaramente dal tragico Male che non risparmia nessuno e per esperienza indiretta ne sappiamo con vivo  dolore qualcosa, in realtà visceralmente attratta anche dalla mania continua per la cultura letteraria al punto da leggere i libri di grandi scrittori internazionali. Peccato che lo spettacolo duri unicamente fino a domenica, poiché molti giovani avrebbero avuto la possibilità di scoprirne tutta la carica sensuale ed erotica, mentre la gente più avanti con l’età apprendere la totale filosofia vitale ed artistica, senza catalogarla e limitarla a priori per come rimane scolpita nella nostra memoria, non essendo sicuramente destinata all’oblio. Il costume di scena grazioso e bellissimo nella sua eleganza è di Carlo Poggioli, firmando invece le musiche lascive e mondane, capaci di favorire e sottolineare gli incontri pruriginosi e galeotti , Ivo Parlati. La regia della Baldi ha limato la “performance” della Axen con i giusti consigli e suggerimenti posturali, la loquace espressività ammiccante con il sorriso smagliante o la capziosa energica dizione nei momenti di contestazione della Pozzi,rivissuti per interposta persona, del sistema. Un’ora estremamente essenziale dello spettacolo, che tuttavia è stato ben preparato come una rara “chicca” preziosa per la platea, pienamente attenta nel suo silenzio,  cui stanno dando largo spazio tutti i quotidiani capitolini in questi quattro giorni in cui le temperature si sono abbassate di parecchio, tuttavia la massa sta uscendo lo stesso per frequentare gli spazi artistici di cui sente enormemente il bisogno dopo due anni di logorante, forzata, pausa, svuotante  mente e psiche.

Giancarlo Lungarini

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