Notice: A non well formed numeric value encountered in /web/htdocs/www.corrieredellospettacolo.net/home/wp-content/plugins/td-social-counter/shortcode/td_block_social_counter.php on line 1176

Sei personaggi di cerca di autore al teatro Bellini di Napoli

Data:

Una rivisitazione del classico pirandelliano, il trionfo del metateatro e l’abbattimento della quarta parete

Un classico del teatro di Luigi Pirandello che, ancora oggi, riesce a riproporre il valore e la tensione che attraversano i poli di un palcoscenico: parole e regia, interpretazione e vita reale.
Arte e vita, umanità e maschere, compongono qui il centro di una crisi, che investe il concetto stesso di identità e, allo stesso tempo, rivela la debolezza di un’industria culturale sempre più legata al denaro.
La storia la conoscono tutti e ogni singolo attore o aspirante tale deve conoscere questo classico di Luigi Pirandello. Dunque dare nuova ninfa vitale a un’opera del genere risultava veramente difficile se non impossibile. Invece, a gran stupore, la rappresentazione non solo colpisce lo spettatore ma riesce a tenere a se tutti i cardini dell’opera principale ma con qualche elemento in più. Ciò fa capire quanto sia stato attuale l’autore siciliano creando uno scritto senza tempo e senza luogo, capace di mantenersi perfettamente in piedi anche oggi a tanti anni di distanza.
Sei personaggi a cui sono state affidate delle storie ma che nel corso della scrittura, sono stati abbandonati dal proprio autore e cosi le loro anime sono rimaste in una specie di limbo dal qualche solo con un nuovo autore potevano uscirne. L’occasione diventa ghiotta quando arrivano in un teatro dove c’è una compagnia attoriale che sta per mettere su uno spettacolo. I sei arrivano e invitano il regista a dirigerli, terminando la loro storia e dando loro della pace… il resto e la fine son storia conosciutissima
Una madre, un padre, un figlio naturale e tre figliastri , dove il tutto si gioca su amore naturale e amore acquisito verso il figlio biologico e quelli adottivi
La forza di questa rappresentazione è nel finale: il figlio dopo un triste epilogo non riesce ad abbandonare il palco teatrale e dovrà vivere per sempre in quel limbo che si ripeterà all’infinito. Una forte metafora sulla vita e sul ruolo, temi tanto cari a Pirandello. Se dopo tanto tempo ci troviamo ancora a parlare di questo testo è nella forza dell’abbattimento della quarta parete, gli attori interagiscono col pubblico e lo coinvolgono facendolo cosi sentire parte della kermesse, portando al massimo il concetto di metateatro.

Marco Assante

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

Il Teatro Tirso De Molina apre i battenti della stagione con “Risate romane”

Ben diciannove spettacoli in cartellone, otto in abbonamento e...

“Il Mago Gabriel si racconta”. Un omaggio magico a un Maestro della magia

https://youtu.be/J3H4yMkr62M Interviste di Livio Cepollina e Daniele Giordano

Amakheru Duo: fra innovazione e tradizione musicale

Francesco Santoli, tenore, e Simone Di Crescenzo, pianista: sono...

ALLYNE LEAL DE MELO, LA COLLEZIONISTA DI FASCE DI BELLEZZA

Quasi 25.000 followers su Instagram e un armadio pieno...