Al Teatro dei Gordi Sulla morte senza esagerare

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Al Teatro dei Gordi di Milano, il 16 settembre 2023

Con molto piacere sabato sera ho avuto modo di assistere allo spettacolo teatrale dal titolo: “Sulla morte senza esagerare”, messo in scena in occasione del Festival del Silenzio presso lo Spazio Fattoria alla “Fabbrica del Vapore” di Milano. Lo spettacolo, ideato e diretto dal regista Riccardo Pippa, è stato messo in scena dalla compagnia teatrale dei “Gordi”, un gruppo di attori ex allievi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, da cui, anche per questo, il nome “gordi” che in spagnolo significa proprio “grassi”. L’idea base di questo spettacolo è tratta dai bellissimi versi della poetessa polacca Wisława Szymborska, premio Nobel per la letteratura, intitolati appunto: “Sulla morte senza esagerare”.
È sempre difficile dare un giudizio sul lavoro degli artisti vista la fatica e l’impegno che c’è dietro ad ogni singolo spettacolo, ma in questo caso siamo facilitati; sia per la bravura degli attori che per l’originalità della drammaturgia. Iniziamo col dire che lo spettacolo della durata di un’ora è completamente senza parole, ma la bravura degli interpreti fa quasi dimenticare l’assenza del linguaggio. Altra caratteristica è l’uso di bellissime maschere in cartapesta, realizzate dalla bravissima scenografa Ilaria Ariemme, che è pure costumista. L’uso delle maschere riporta al teatro greco, ma pure al teatro dei burattini, in un connubio certamente vincente.
Molto belle le musiche di scena che accompagnano lo spettatore durante tutta l’azione, curate da Luca De Marinis. I quattro attori in scena, precisamente: Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti e Matteo Vitanza, per un’ora esatta tengono lo spettatore incollato al proprio posto in un susseguirsi di baruffe fra “la morte” e i vari protagonisti, tra cui un anziano che cerca invano di suicidarsi impiccandosi, un “rider” che scampa a un incidente motociclistico, una trans che è in bilico tra un’overdose e l’altra e altri personaggi. Il tono generale, però, non è per niente raccapricciante, anzi, spesso è ironico e lieve, merito questo della eccezionale versatilità dei protagonisti e della scorrevolezza dell’impianto scenico.
Molto azzeccato l’uso della luce a cura di Giuliano Bottacin.
Il pubblico, soprattutto giovane (era ora!) ha seguito con interesse e spesso con divertimento lo spettacolo. Di certo questo è un teatro che finalmente rinnova il panorama della programmazione nazionale, creando in modo agile e intelligente un nuovo modo di fare spettacolo pur mantenendo alcuni punti fermi del teatro classico, ottenendo così un risultato stupefacente.
Scroscianti applausi hanno festeggiato i quattro protagonisti, con numerose chiamate a proscenio. Uno spettacolo sicuramente da non perdere!
Stefano Ceniti

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