Basta che torni è un romanzo biografico, una lettera, una confessione autentica di un figlio nei confronti di un padre, è il racconto di un ritorno a casa, di un viaggio alla ricerca della serenità per lasciar andare il passato e riempirsi della gioia del presente.
È la storia vera e commovente di Francesco Arca, di un uomo che cercando chi fosse davvero suo padre ha trovato finalmente se stesso.
Nato a Siena nel 1979, Francesco Arca debutta nel mondo della televisione trasferendosi a Roma nel 2006 per iniziare un percorso di studio attoriale che lo porta ad ottenere diversi ruoli in fiction di successo, tra cui “Don Matteo”, “Ho sposato uno sbirro” e “Le tre rose di Eva”. Il ruolo più importante arriva nel 2013 quando Ferzan Ozpetek gli offre il ruolo da protagonista in “Allacciate le cinture” al fianco di Kasia Smutniak, ruolo per il quale vince il premio Kineo come Miglior Attore Protagonista a Venezia 71. Nello stesso anno fa il suo ritorno in televisione come protagonista per tre stagioni della serie “Il Commissario Rex” dei Manetti Bros, il cui successo lo porta a lavorare per un intenso periodo in Spagna come protagonista nelle serie tv “Los Nuestros 2” e “Promesas De Arena”. Dal 2016 ad oggi è stato protagonista di fiction di grande successo per Rai e Mediaset, come “La vita promessa” e “La donna del vento” di Ricky Tognazzi, “Vite in fuga” di Luca Ribuoli, “Isola di Pietro” di Alexis Sweet e “Fosca Innocenti” di Fabrizio Costa. Nel 2022 torna al cinema con la nuova commedia di Lillo & Greg “Gli Idoli delle donne” e debutta su Netflix con “Guida Astrologica per cuori infranti”. Il 2023 è iniziato con molte novità per Francesco: è stato nuovamente protagonista del piccolo schermo con la seconda stagione di “Fosca innocenti” diretto da Giulio Manfredonia ed è stato il personaggio principale della fiction Rai di successo ambientata a Napoli “Resta con me” di Monica Vullo. In occasione della presentazione della fiction, Francesco è stato ospite durante una delle serate della 73esima edizione del Festival di Sanremo insieme a Mario Di Leva. Francesco Arca è anche tra i protagonisti del docu-film “Materia Viva”, che ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini italiani sull’importanza di cambiare le proprie abitudini quotidiane per effettuare una transazione ecologica, necessaria per il nostro Paese. Francesco ha finito le riprese della commedia romantica “HOTSPOT – Amore senza rete”, di cui è protagonista insieme a Denise Tantucci. Il film, diretto da Giulio Manfredonia, uscirà nel 2024. L’ultimo progetto di Francesco è “Basta che torni”, il suo primo libro, uscito lo scorso 19 marzo in occasione della Festa del papà.
L’attore senese si sofferma nel nuovo libro sulla scomparsa del padre, spiegando come per lui la scrittura sia stata una vera e propria terapia. Passato ormai del tempo dalla scomparsa del padre, avvenuta quando Francesco aveva solo sedici anni, ha avvertito la necessità di ritornare a vivere attraverso la stesura del libro i momenti più belli ma anche quelli più dolorosi legati al padre, compreso quello della sua morte durante una battuta di caccia in circostanze poco chiare, un fatto di cronaca che al tempo scosse la città. Una vicenda, come dichiara Arca, ancora avvolta da molti misteri e molto fumosa.
“Basta che torni” è senz’altro un titolo evocativo e molto forte. Come si è arrivati alla scelta di questo titolo?
“Basta che torni” è la frase che dicevo a mio papà ogni volta che partiva per una missione. Io, mia mamma e mia sorella lo accompagnavamo in aeroporto, lo salutavo per ultimo e gli dicevo sempre “Basta che torni”, e prontamente lui mi chiedeva di prendermi cura di mia mamma e di mia sorella. È una frase che usavo un po’come rito magico perché, alla fine, lui è sempre tornato.
Nella vita è più semplice essere un bravo padre o un bravo figlio?
Essendo chiaramente figlio ma essendo anche padre di due bambini, direi che entrambi i ruoli hanno le loro difficoltà, ci provo ad essere un bravo padre, penso agli insegnamenti che mi hanno dato i miei genitori e cerco di trasferirli ai miei figli, non è sempre facile. Essere un bravo figlio ad oggi che sono genitore forse mi viene più facile, chiaramente durante l’infanzia e l’adolescenza non deve esser stato facile essere mio genitore.
La scelta della copertina com’ è avvenuta?
Cercavo negli “archivi” personali delle foto che potessero riportarmi indietro a quei momenti con mio papà e appena ho visto questa foto, che non ricordavo nemmeno, ho capito che era lei. Siamo io e mio papà a Is Arutas, in Sardegna, mentre peschiamo e non ci stiamo guardando, siamo distanti ma questa foto dice tutto di noi due: anche se non ci guardavamo noi ci siamo sempre stati l’uno per l’altro.
Vi è un detto che recita “Nella vita tutto torna” Quanto c’è di vero?
È un po’ come quando si dice che se fai del bene ti torna indietro il bene. È bello crederci, senza sperarci troppo perché non sono regole scritte, è bello crederci perché in qualche modo ti dà speranza, come dicevo però non esistono regole scritte quindi è giusto sperare ma con le dovute precauzioni.
Cosa comporta nella carriera di un attore come lei a raccontare cosi tanto della propria vita privata?
Questo libro l’ho scritto quasi per un gesto egoistico, stavo iniziando a dimenticare la voce e il profumo di mio papà, l’ho scritto per me. Non ho paura dei giudizi che arriveranno su questo libro, non per arroganza ma perché è un progetto così personale che a me va bene così, è un regalo che ho fatto a lui, a me e tutte le persone che lo amavano e che lo hanno conosciuto.
Se suo padre tornasse, anche solo per un istante, cosa gli direbbe?
Gli direi semplicemente “Ti amo”.
Marco Assante