Serata finale di Anfiteatro Festival di Albano con un classico della danza. L’ultima pagella del Corriere, il bilancio del direttore artistico Renzo Renzi e del sindaco Nicola Marini

Data:

MARTEDI’ 15 AGOSTO: “Il lago dei Cigni”, Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini.

Si è chiusa con un’interessante serata di danza questa sesta edizione, con l’immortale e poetica storia d’amore tra il Principe Siegfried e Odette la ragazza cigno, con la lotta tra il bene e il male rappresentato dal perfido Rothbart e da sua figlia Odile. L’opera dai mille finali (tante sono le varianti dal 1877 ad oggi), con la poderosa musica di Piotr Ciaikovskij, portata in scena con la bella coreografia di Martelletta, molto agile rispetto all’originale, più breve ed essenziale e con un cast ridotto al minimo. In questo caso il finale sposa la versione negativa, col principe Siegfried nella disperazione per essersi accorto dell’inganno e con la morte di Odette. Lo stesso spettacolo è stato presentato a Mosca e a Milano al Teatro della Luna, nel gennaio 2016.

DSC_5984Giudizio: entusiasma la fisicità della danza (alla Paganini) e la tecnica dei protagonisti, molto bella la coreografia, che supplisce alla mancanza di scenografia. Una danza che si concentra tutta sulle movenze dei ballerini. Come nel teatro, forse non è poi male. Un elegante finale di Festival, davanti ad un nutrito pubblico.

Nell’aria ancora le note di Ciaikovskij, e siamo subito col direttore artistico Renzo Renzi per un bilancio.

Maestro Renzi, sesto anno di Anfiteatro Festival! Sta diventando adulta questa manifestazione.

Sì, è davvero una bella scommessa. Quando i progetti si sviluppano così a lungo nel tempo è perché hanno delle basi solide, delle radici ben ferme e significa anche che ci sono tanti soggetti che li sostengono, che remano tutti dalla stessa parte. Abbiamo dalla nostra un’Amministrazione comunale che crede fortemente in quel che facciamo, c’è Europa Musica che investe energie in questo progetto e ci sono tante individualità del territorio, giovani, tecnici, maestranze, che contribuiscono fortemente a questo Festival con tanta passione.

Ho l’impressione che quest’anno ci sia stata una minore affluenza di pubblico, sbaglio?

No, non sbagli, ma questo è vero in tutta la nostra Regione. Il calo di pubblico c’è stato ovunque. Noi abbiamo cercato di andare incontro a diverse tipologie di gusti. Il nostro punto di forza è l’allestimento operistico e siamo l’unico festival che ne porta ben due in ogni edizione. Ma questo è il nostro lavoro, del resto. Diamo spazio alla musica etnica, quest’anno anche a quella magrebina e del Sud della Spagna, abbiamo avuto un piccolo salotto popolare nella serata con Katia Ricciarelli, i Beatlestory, la commedia musicale. Ma il calo c’è, non si può negare. E’ strano che avvenga da noi che facciamo una politica dei prezzi bassissima. Per quanto riguarda Anfiteatro, io penso che due siano i fattori. Il primo è che siamo partiti tardi con la promozione. Il secondo forse è dovuto al fatto che questo Festival ha sempre avuto grandi nomi, sia nella musica che nel teatro, che quest’anno per vari motivi non abbiamo potuto avere. Abbiamo budget molto piccoli ma riusciamo comunque ad allestire un Festival importante grazie soprattutto al contributo del Comune di Albano e anche al Ministero che ci sostiene, oltre alla Regione e ad Acea.

In compenso, ha potuto presentare due opere che sono andate molto bene, Rigoletto e Tosca. Gran pubblico ed entusiasmo.

Europa Musica produce opere liriche ed è il fulcro di un lavoro molto complesso, che va dai corsi di formazione, alla progettazione e realizzazione degli allestimenti operistici, dai costumi ai corsi per acconciatura e trucco. Una vera fabbrica che riesce a piazzare i suoi lavori sia in Italia che all’estero.

Maestro, parlando tra noi in questi giorni, lei accennava al suo dispiacere per una certa gestione di reperimento delle risorse per allestire Festival come questo e altri progetti culturali.

Guarda, ci sono amministrazioni come questa di Albano, ma non solo, che investono in cultura nel Lazio. I Comuni fanno dei sacrifici enormi, perché i budget che hanno gli assessorati alla cultura sono davvero esigui e incontrano realtà come la nostra Europa Musica che si impegnano per presentare e realizzare progetti culturali. Ma, ti dico Paolo, che più in là di un certo livello non si riesce ad andare, con tutta la buona volontà. Inutile girarci intorno: le risorse sono dentro il Grande Raccordo Anulare! Risorse per la cultura, al di fuori di Roma, non escono. Non è questione di politica, di Ministero, di Regione, niente affatto! E’ qualcosa che va oltre il FUS, oltre le istituzioni. E’ un meccanismo gestito dai salotti romani, certi finanziamenti escono da lì, non c’è niente da fare.

Ma questa è una situazione tipica del Lazio o, che lei sappia, anche di altre regioni?

No, attenzione, non del Lazio. Il Lazio è la più sventurata delle Regioni. E’ una realtà, una situazione all’interno del Raccordo Anulare! Ti faccio un esempio. In Toscana ci sono tre teatri di tradizione, noi non ne abbiamo uno. Sempre in Toscana hanno un’orchestra regionale ed un’altra è in allestimento. Nel Lazio c’è il deserto. Abbiamo quattro istituzioni importanti, ma sempre dentro il Raccordo, di cui due fanno produzione musicale, le altre due ospitano soltanto. La distribuzione culturale nel Lazio è zero! La cosa che fa male, è che poi, dalle miriadi di salotti romani, arrivano sconosciuti ed improvvisamente escono fuori 200/300mila euro per un singolo evento solo perché hanno accesso casualmente a quel salotto, dopodiché spariscono come meteore. Tutto questo dispiace perché non si guarda mai a cosa c’è di bello sul territorio da sostenere, ma solo la singola persona che ha accesso a questo sistema. Così questa Regione non crescerà mai. Io dall’85 svolgo questa attività e mai nel Lazio ho visto finanziare un progetto importante. Non sto parlando dei contributi regionali o del FUS. Tutti i progetti che a mia memoria ho visto nel Lazio, sono stati finanziati ad personam. Un vero peccato.

Alla luce di tutto questo, si può affermare che l’Anfiteatro Festival è un miracolo!

Eh sì, un vero miracolo. Ci sono una serie di sinergie: il luogo è unico e poco conosciuto, un’amministrazione coraggiosissima che investe in questo progetto, ci siamo noi di Europa Musica che raccogliamo le briciole facendo da catalizzatori tra il Ministero, Regione e Acea, che ci sostengono. Tutto senza un imprenditore, magari ci fosse, che riesca ad ottenere una somma cospicua e realizzi un utile con la manifestazione. Al momento è tutto quasi a livello di volontariato.

Aldilà di tutte le difficoltà e al termine di questa sesta edizione che ha visto dodici spettacoli, il Maestro Renzi che fa, rilancia o si lascia avvilire?

(ride) No no, è sempre una grande emozione realizzare e vedere questo Festival in questo luogo meraviglioso. Ti dico che un cambiamento potrebbe essere questo: per la prossima edizione, dato che le risorse non sono molte, diventa importante la tempistica.  Fare con grande anticipo un cartellone, contattare per tempo gli artisti e cercare risorse da subito, potrebbe darci nuovo slancio. Del resto, lo sai, il mio sogno è sempre quello: proporre novità e portare il pubblico a vedere cose che non conosce in un posto magico. Questo dovrebbe essere il compito di un Festival, ma senza soldi è molto difficile. Grandi nomi che attirino il pubblico, ma proponendo cose nuove. La gente, lo abbiamo riscontrato, si muove per andare a vedere ciò che già conosce. Sarà nostro compito quello di proporre serate allettanti per far si che la gente venga e vada via arricchita, vedendo qualcosa di particolare in un luogo speciale.

Con il sindaco di Albano Nicola Marini, raggiunto in extremis al termine dell’ultimo spettacolo

Sindaco, sei anni di Anfiteatro Festival, un bel traguardo.

Sì, anno dopo anno stiamo cercando di dare continuità a questa bella manifestazione, di farla crescere, e speriamo che possa diventare un contenitore culturale a 360 gradi.

So che per la settima edizione state cercando di anticipare i tempi per presentare un cartellone molto presto.

Quest’anno abbiamo deciso di affidare alla società che organizza, realizza e cura la direzione artistica dell’evento (Europa Musica – ndr), la gestione per tre annualità. Quindi diamo stabilità a questa iniziativa e vogliamo programmare sin da subito per la stagione 2018.

Sindaco, quanto è importante, alla luce di questi sei anni, una manifestazione come Anfiteatro Festival per il Comune di Albano?

E’ importante perché noi crediamo fortemente che la cultura sia uno degli asset di sviluppo della nostra città, insieme al commercio ed ai servizi. Ma sicuramente la nostra è una città culturale e deve mantenere questa sua caratteristica.

Paolo Leone

Si ringraziano l’ufficio stampa Comunicazione Integrata e i fotografi ufficiali Elena Lanfaloni e Patrizio Paganucci

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