La Butterfly di Rigola-Mori, felice incontro tra futuro e passato

Data:

Teatro La Fenice, Venezia, dal 26 agosto al 24 settembre 2017

Ancora repertorio in queste giornate settembrine al Teatro La Fenice di Venezia. Viene ripresa per sette repliche Madama Butterfly, progetto speciale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2013, che porta la firma di Àlex Rigola con scene e costumi dell’artista Mariko Mori. L’intento comune è attualizzare, o meglio universalizzare, la tragedia giapponese in uno spazio indefinito nel futuro lontano, evidenziando non i tipi, ma gli universali e atemporali equilibri tra sfruttati e sfruttatori. Allo scopo ci arrivano tramite processi di sottrazione scenica e registica. Solo un telo bianco con un gigante Möbius, prima in aria, poi adagiato sul palco (così come il mascherone africano domina nella Norma della Walker), simbolo della ciclicità della vita eterna o reincarnata, fa da cornice ai costumi in tinta pastello disegnati dalla Mori. In questo riuscito impianto, all’uopo illuminato da Albert Faura, la partitura gestuale di Rigola si sposa perfettamente con quanto descritto finora. E’ vero, i gesti si fanno lenti, ma non troppo, i personaggi vivono di quella grazia tipica e misteriosa del teatro Nō, ma non quanto quelli prescritti da Wilson per la sua Butterfly, da me vista in una ripresa al Palafenice sedici anni orsono, regia in cui tutti i movimenti sono legati a un disegno musicale dai valori drammatici straordinari. Eppure la mano di Rigola rimane abile nel lasciare ai personaggi la forte carica umana, eloquente anche nella semplicità delle pose e delle espressioni. Superflue le coreografie delle serve agli ordini di Suzuki. Le proiezioni, invero troppo lunghe, durante l’intermezzo nel secondo atto fanno partecipe il cosmo intero del dolore della giovane illusa. Il coro a bocca chiusa viene eseguito dal fondo della platea e fuori da essa anche dal violino, costruendo una spazialità sonora dispersiva.

Il maestro Daniele Callegari, alla guida dell’Orchestra veneziana, sceglie tempi serrati, dinamiche decise, ma a tratti eccessive, a discapito dei cantanti. La lettura è comunque ricca di colori e
sfumature, ma rimane altro rispetto alle idee di Mori e Rigola.

Serena Farnocchia sostituisce la prevista Monica Zanettin e dimostra di essere interprete di sapiente gusto musicale e teatrale. Basta quel “Crescete!…Calate” detto con perfetta coerenza drammatica, o qualsivoglia frase, a farci capire quanto la sua Cio-Cio-San sia artisticamente matura. Voce salda e omogenea, intonazione precisa e fraseggio correttissimo, svetta nei passaggi verso il  drammatico, come nei frangenti più dolci e amorosi. Il soprano inoltre vanta una convincente presenza scenica che la facilita nel risolvere la parte. Vincenzo Costanzo possiede uno strumento notevole in volume ed emissione, ma il suo Pinkerton necessita ancora di maggior approfondimento. Lo Sharpless di Luca Grassi può contare su vocalità solida e timbrata, emendabile però nel canto di conversazione. Manuela Custer convince nel ruolo di Suzuki, intensa e precisa. Cristiano Olivieri è Goro problematico, sovente afflitto da cali d’intonazione e fraseggio superficiale. Kate dalla dizione migliorabile quella di Julie Mellor. Validissimo lo zio bonzo di Francesco Milanese. Completano il cast Armando Gabba come principe Yamadori e Marco Rumori qual Yakusidé.

Il Coro, preparato da Claudio Marino Moretti, è in splendida forma.

Sala piena e applausi convinti per Farnocchia, Costanzo, Custer e Callegari alla recita del 3 settembre.

Luca Benvenuti

Madama Butterfly
Tragedia giapponese in due atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dal racconto di John L. Long e dalla tragedia di David Belasco
Musica di Giacomo Puccini

Personaggi e interpreti:
Cio-Cio-San: Serena Farnocchia
Suzuki: Manuela Custer
Kate Pinkerton: Julie Mellor
F. B. Pinkerton: Vincenzo Costanzo
Sharpless: Luca Grassi
Goro: Cristiano Olivieri
Il principe Yamadori: Armando Gabba
Lo zio bonzo: Francesco Milanese
Yakusidé: Marco Rumori
Maestro concertatore e direttore: Daniele Callegari
Regia: Àlex Rigola ripresa da Cecilia Ligorio
Scene e costumi: Mariko Mori
Light designer: Albert Faura
Head design: milliner by Kamo
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro: Claudio Marino Moretti
Allestimento Fondazione Teatro La Fenice, progetto speciale nel 2013 della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Foto Michele Crosera

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