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Il calcio e l’arte come processo socio-educativo e riflessivo. Filosofia dello sport e della pittura con “Calciatori” (1965) di Renato Guttuso

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Nell’arte possiamo rintracciare molti aspetti legati alla storia in quanto processo di educazione e riflessione e il dipinto “Calciatori” di Renato Guttuso può esserne preso a esempio. Esso raffigura l’umanità unita nel lavoro di squadra; l’importanza di lavorare insieme, senza fare delle distinzioni tra gli individui. Esso esalta l’importanza della collaborazione, della socializzazione, della partecipazione e del contributo di ogni singolo, in un contesto dove non c’è chi è più professionista di un altro; in un contesto dove il successo vero arriva lavorando, giocando insieme e dove ognuno contribuisce al buon sviluppo e funzionamento delle cose. Sviluppo e funzionamento quindi che non possono mai dipendere solo da singole persone; è questo il messaggio della citata opera di Guttuso. I calciatori della sua opera non hanno volti, perché non esistono degli esseri umani che da soli sono capaci di creare, curare, procurarsi degli obiettivi; i volti non sono rappresentati perché non è importante il signolo, ma l’insieme dei singoli. Ogni essere umano è portatore di contributi, di saperi, di pensieri, idee creative. Si tratta quindi di una metafora della vita, rappresentata come una partita di calcio, in cui l’unione di squadra è fondamentale, per giungere al goal. Nel dipinto vengono ben delineati i corpi, i muscoli e le maglie, per indicare che le forze di ogni singolo individuo sono importanti per vincere, per raggiungere delle vittorie, rappresentate da un goal, che possiamo concepire come fosse la costruzione completa di qualcosa, di un obiettivo o di progetto. Potrebbe rappresentare il superamento di una crisi, come un successo lavorativo, come un miglioramento del nostro Paese. Tutto è un campo in cui si gioca una partita, là dove un goal (successo) si ottiene grazie al contributo di tutti, alla complicità e collaborazione di di ciascuno. Nel dipinto qui preso in questione notiamo che un calciatore è rivolto verso l’osservazione e alla riflessione; egli ha il viso di colore nero non ben distinguibile, poiché sicuramente si vuole esaltare la collaborazione, l’importanza di giocare uniti per raggiungere degli obiettivi, senza mirare alla celebrità, bensì al raggiungimento di qualcosa in modo collettivo. Nel dipinto non si celebra il campione, ma l’unione, la specialità e l’importanza di ognuno.

Calciatori_Renato _Guttuso_Corriere_dello_Spettacolo

In questo quadro possiamo concepire l’arte come uno strumento fondamentale per riflettere, trovare vie alternative, superare delle lacune da cui sono avvolte la nostra cultura e la nostra società. Attraverso l’arte possiamo tracciare nuovi processi educativi per una cultura nuova che il tempo odierno ci richiede. Un argomento questo che chiede un approfondimento che tratterò in futuro. L’arte ci racconta la storia, i sogni, i sentimenti delle generazioni passate, ma in essa possiamo anche rintracciare piccoli spunti di riflessione che ci possono orientare verso un nuovo modo di fare le cose, in particolar modo per quanto concerne il processo educativo, visto che non dobbiamo solamente educare, ma far sviluppare le facoltà dei ragazzi attraverso la socializzazione, lo stimolo al coinvolgimento di nuovi progetti, mettendo in risalto le proprie idee e sviluppando senso critico, senza che ci sia un esperto che sembra dire: “Si fa così perchè io sono un grande e lo so fare”, perché questa è una grossa bugia. Di conseguenza, mettiamo fine al narcisismo sociale.

Giuseppe Sanfilippo

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