Frankie Li Causi, un giudice a Bonus Track con il rock nelle vene

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Il bassista dei Litfiba diviso tra il ruolo di talent scout e i progetti musicali della storica band toscana

Frankie Li Causi è l’anima rock nella giuria della trasmissione televisiva Bonus Track, per oltre vent’anni bassista dei Negrita e oggi quello che stende un solido tappeto ritmico alle canzoni dei Litifiba.

All’anagrafe è Franco Li Causi ma tutti lo chiamano “Frankie”, un siciliano di nascita ma toscanaccio d’adozione che ha ancora una voglia incontenibile di fare musica.

La prima edizione di Bonus Track si sta avviando verso la conclusione. Che esperienza è stata?

«Mi sono divertito un sacco e ho imparato molte cose. Come tutti sapete, a me piace stare sul palco a suonare, sono nato per quello, quindi più che giudicare ho cercato di dispensare consigli, anche se a volte posso essere sembrato molto diretto».

Li_Causi_in concerto_ foto Cesare Veronesi_Corriere_dello_Spettacolo

Cosa ti aspettavi quando sei stato chiamato in giuria?

«Non avevo la più pallida idea di cosa sarebbe successo, ma la proposta mi ha stuzzicato subito. Girando per lo stivale in tournée ho la possibilità di conoscere tanti gruppi che navigano nell’underground e mi rendo conto che la musica italiana non è solo quella che passano le radio o le tv.

C’è un mondo sotterraneo variegato che, in base alle zone, ha delle specificità originali e interessanti: pensiamo ad esempio alla Puglia, dove puoi trovare band che uniscono la pizzica al rock e al metal. Ecco perché, quando mi è stata offerta la possibilità di valorizzare gruppi o cantautori emergenti, non ho esitato a dire di sì».

La qualità musicale che hai trovato a Bonus Track ti ha soddisfatto?

«Devo essere sincero: rispetto ai demo che ho ascoltato assieme agli altri giurati e agli autori del programma, durante le preselezioni, alcuni gruppi mi hanno deluso dal vivo.

Qui però entriamo in un argomento complesso, quello della tecnologia odierna, che può dare una mano enorme a incidere musica. Quella stessa musica però devi saperla anche portare sul palco, altrimenti viene a mancare una parte per me fondamentale di chi suona, la dimensione live».

li_causi_Corriere_dello_spettacolo

Solo note negative?

«Certo che no. In altri casi sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ho visto band con musica propria di qualità e con il coraggio di presentarla in pubblico, testi di spessore che non sono nati per girare nelle radio commerciali e quindi privi di filtri o del politically correct. È lì che vedi l’arte pura e viscerale, quella che viene dal cuore e dalle budella».

La scena musicale italiana è in salute?

«Parto da più lontano. Nel mondo non vedo proposte particolarmente originali e questo si ripercuote anche nella musica del nostro Paese. È un vero peccato, perché andando a scavare nell’underground, come ho detto in precedenza, si possono trovare tante idee che avrebbero solo bisogno di essere supportate.

Purtroppo la mancanza di investimenti delle case discografiche e la loro titubanza a osare oggi sono dei grossi ostacoli per chi prova a sbarcare il lunario. Qualcuno veramente bravo riesce a sfruttare piccoli budget per tirare fuori prodotti di qualità che arrivano al pubblico, ma in generale la vita dei giovani musicisti è piena di complicazioni».

Dopo la lunga avventura con i Negrita oggi sei il bassista dei Litfiba. 

«Per me è un’esperienza nuova ed eccitante. Quello dei Negrita era un progetto che ho visto nascere, un lungo percorso di crescita musicale e di vita che mi ha dato tanto. Con i Litfiba la macchina è invece collaudata, quindi mi sono dovuto adattare. Per questo ho imparato a suonare in maniera diversa, a confrontarmi con un altro pubblico, senza tuttavia rinunciare alla carica di energia che cerco di portare sempre sul palco».

Corriere_dello_spettacolo

Ci sono novità in vista per i vostri fans, o come li chiama Piero Pelù “ragazzacci”?

«In questo periodo stiamo lavorando al nuovo disco che uscirà a fino anno o agli inizi del 2017. Non posso anticipare nulla ma sarà un evento per gli amanti del rock italiano. Dai primi anni Ottanta i Litfiba hanno sempre garantito grandi pezzi, a ogni capitolo della loro carriera si sono messi in gioco, non si sono mai adagiati sui successi precedenti e soprattutto non hanno mai avuto peli sulla lingua quando c’erano da dire cose scomode. Tutto questo a me piace tantissimo, quindi spero che la mia avventura con loro duri ancora per molto tempo».

www.bonustrack.it

Marco Botti

Tutte le foto sono di Pamela Nocentini, a parte quella dove Li Causi è in concerto, che è di Cesare Veronesi

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