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Intervista alla doppiatrice MONICA WARD in occasione della Seconda Edizione del Festival delle Voci d’Attore

Data:

Auditorium Seraphicum, Roma, sabato 7 maggio 2016

Mi hanno colpito molto le parole che ha detto stasera Giancarlo Magalli e cioè che a differenza dei doppiatori che stanno sempre letteralmente all’ombra, gli attori hanno i riflettori puntati. Tu sei in prima istanza una doppiatrice, ma so che fai anche l’attrice (dal 2013 in Cento Vetrine nel ruolo di Daniela Clementi e da dicembre 2015 in Un Posto al Sole nel ruolo di Simona Borrelli). Quanto metti di te nel fare la doppiatrice e quanto sei diversa quando fai l’attrice?

La passione è la stessa e lo stravolgimento è lo stesso. Fondamentalmente poi alla fine uso il cuore e quindi usando cuore e passione riesco a fare entrambe con grande professionalità e trasporto. E questo vale sia per film sia per altro. Ad esempio la prossima settimana ricomincio con i Simpson e da poco ho appena finito una serie pazzesca che si chiama Lady Dynamite e che andrà in onda su Netflix, dove c’è questa attrice che è veramente straordinaria. Da poco ho anche finito di girare Un Posto al Sole dove mi sono trovata benissimo facendo l’attrice. Sono cose completamente diverse è chiaro, ma uno si adatta nel momento in cui lo fa, sia che fai l’attrice, sia che dai soltanto la voce. L’emozione è la stessa.

Pensando a tutte le premiazioni di questa sera, c’è un collega in particolare per cui hai pensato “quest’anno deve vincere lui, se lo merita particolarmente”? E per quale premio in particolare?

Sono stata felicissima per Mario Cordova. E’ un bravissimo attore, un bravissimo direttore di doppiaggio, per cui sono davvero contenta che il premio per la migliore direzione sia stato vinto proprio da lui. Se lo merita. Sono stati anni e anni di lavoro, di fatica, di amore, per cui alla fine è un grande piacere veder premiato un attore del genere.

Oltre a doppiatrice e attrice, stasera hai fatto anche la presentatrice. Come ti sei sentita? Che sensazioni hai avuto?

Io non sono una presentatrice per cui vedo che è molto difficile stare sul palco e coordinare una serata del genere, ma io uso sempre la stessa identica formula: il cuore. Con il cuore, con la trasparenza e con la limpidezza cerco sempre di essere me stessa nei vari lavori che faccio e, in questo caso, pur non avendo un’attitudine particolare, in quanto non sono una presentatrice. Siccome il doppiaggio è un lavoro che amo veramente tanto, ho deciso di buttarmi a fare anche la presentatrice di questo evento, per avere il gusto di presentare una manifestazione del genere, legata al mio lavoro e con l’idea di creare un evento che possa far crescere e conoscere la mia categoria. E’ stato un onore per me.

Anche se non fai la presentatrice di professione, che si solito ha il compito di gestire la serata e altre persone, fai però anche la direttrice di doppiaggio quindi sei già in grado di “gestire” gli altri, anche se nel tuo settore certamente.

Hai dato la giusta chiave di lettura, non ci avevo pensato. Effettivamente sono più di 20 anni che dirigo. E ora che ci penso mi è venuto naturale, non ero nemmeno preoccupata, anzi ero molto rilassata. Abbiamo fatto solo una prova di un’oretta poco prima.

Monica_Corriere_Dello_Spettacolo

Noi ci immaginiamo sempre che facciate ore e ore di prove, ma poi non è così. Voi siete dei professionisti e per chi è ateo a riguardo è molto difficile capire, entrare nel vostro mondo. Dato che tu lo fai da anni, io potrei solo vagamente immaginare quanto tu, voi ne siate immersi. Ma per voi che lo vivere, anche in famiglia, fin da bambini è un’altra cosa. Crescerci è totalmente diverso.

 E’ vero, diversamente non capiresti. Se non lo fai, non lo capisci fino in fondo. Tante volte arrivano anche persone in sala e mi dicono “va beh è facilissimo, che ci vuole a fare doppiaggio! Guarda quanto è brava quell’attrice!”. Però poi entra in sala ed è un’altra cosa.

A me invece verrebbe da pensare al contrario: quanto deve essere complicato doppiare! Vedere e poi riprodurre. Far coincidere il labiale in quei momenti precisi. Per esempio non so nemmeno cosa può essere più difficile: doppiare cartoni oppure persone? Tra l’altro a proposito di cartoni, tutti ti conoscono per la voce di Lisa Simpson che doppi da anni, per cui sei abituata alla categoria animata.

 Sì certo, però dipende anche da cosa devi fare. A volte è più complicato con i cartoni. Per esempio due anni fa in occasione del cartone animato Rio 2, ho avuto l’onore di cantare con Mario Biondi. Il mio personaggio era una rana un po’ principessina ma allo stesso tempo anche molto “soggetta”, per cui bisognava trovare una via di mezzo. Tutto questo è stato molto difficile, perché dovevo anche cantare in lirica e caratterizzare questa rana in modo molto forte a livello emotivo. Ho avuto una grandissima difficoltà. Questo per farti capire quanto spesso i cartoni siano molto complicati.

Invece per le persone c’è un lavoro sull’attrice, ti spiegano il film e il carattere del personaggio. Fondamentalmente essendo attori, dobbiamo essere in grado di fare qualsiasi cosa. Il doppiatore è anche attore, deve nascere come attore per approdare al doppiaggio.

Grazie mille Monica per aver concesso questa intervista al Corriere dello Spettacolo.  In bocca al lupo per i tuoi prossimi lavori!

Un ringraziamento particolare anche a Roberta Iannuzzo, ufficio stampa dell’evento, che ha reso possibile questa intervista.

Flavia Severin

Info sulla carriera di Monica Ward:

https://it.wikipedia.org/wiki/Monica_Ward

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