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Intervista a Gabriele Mazzucco, giovane scrittore che debutterà con il suo nuovo testo teatrale “Il Catamarano”, giovedì 19 maggio al Teatro Ambra alla Garbatella

Data:

Roma- Intervista di sabato 14 Maggio 2016

Partiamo da “Il Catamarano”, il tuo ultimo lavoro che debutterà giovedì 19 maggio 2016 al Teatro Ambra alla Garbatella. E’ molto diverso dagli altri tuoi testi e noto che al centro di tutto c’è il rapporto tra Andrea, il protagonista, e suo nonno. C’è per caso qualcosa di autobiografico? A cosa ti sei ispirato?

In questo testo ci sono storie vere che ho legato tra di loro, come quelle della famiglia del protagonista – mi riferisco all’attore Andrea Alesio – ed esperienze mie personali, maturate sia durante la formazione che durante il periodo dello studio, sia quando ho mosso i primi passi nel mondo del teatro che durante i lavori che ho fatto parallelamente per mantenermi agli studi e potermi permettere tutto quello che è stata una fase di grossa gavetta che ho fatto tra i 20 e i 30 anni.

In più è un testo che ho scritto ispirandomi profondamente a un rapporto personale che ho avuto con un mio zio, un mio parente alla lontana che però ho frequentato molto ed era anche molto presente negli anni che racconto. Questo zio è stato presente ai miei primi spettacoli, ha seguito anche la compagnia fino al 31 dicembre scorso, giorno in cui è morto. Per cui il rapporto di cui parlo, tra nipote e nonno, è lo specchio di questo rapporto con mio zio. Il messaggio che volevo dare, utilizzando questa esperienza, era di speranza, anche dopo un distacco. I distacchi sono tanti nella vita, però si può sempre andare oltre. A volte è solo una sorta di arrivederci.

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E più in generale cosa avevi da dire con questa tua nuova opera, oltre al lato biografico che ci hai appena confidato?

Ho raccontato due generazioni distanti da circa 60 anni: il nonno che è nato a fine degli anni ’30, momento in cui l’Italia si preparava ad andare in guerra e poi Andrea, il protagonista, che è invece un ragazzo nato negli anni ’80. Ho coperto una realtà storica della società italiana, che viene sviscerata durante tutta la storia sia dal punto di vista politico e sociale che economico e lavorativo. L’ho utilizzato per raccontare parallelamente come sono cambiate le generazioni, le aspettative e come è cambiato il Paese, gli uomini e le donne. Sentivo di dover marcare in modo molto forte com’era l’italiano di una volta e com’è l’italiano di adesso con le differenze sostanziali, con quell’umanità che dovrebbe legare qualsiasi essere umano indipendentemente dalla nazionalità.

Ho notato che ti piace molto parlare di politica e società nelle tue opere.

Ogni storia che ho scritto fino ad ora presenta analisi, critica e confronto storico, politico e sociale. E questo è il filo conduttore delle mie opere, oltre alla tendenza a voler essere piacevole nell’intrattenimento.

 Ecco a proposito di intrattenimento, parlando del tuo stile comico, unico nella sua originalità e non banale: perché decidi di impostare i tuoi testi così? O ti viene naturalmente?

Ho cercato di essere semplice nell’intrattenimento, di essere intelligente nella comicità, usando un linguaggio che arrivasse facilmente al pubblico. Ho usato una comicità e un’ironia non banale. Ad esempio per quanto riguarda“La Storia di Mezzo”, uno dei miei spettacoli riuscito meglio, tutto sembra tranne che un’analisi dell’anarchismo, anche se in realtà questo è il tema principale. E’ però messo in scena con delle dinamiche molto umane, quindi che i personaggi siano surreali o credibili o reali, comunque sono molto di più di quello che fanno nella storia. E questo vale anche per “Il Fantasma della Garbatella”, che è forse lo spettacolo più comico che ho fatto, dove il punto di partenza è l’analisi dell’individualismo che c’è oggi rispetto alla forza che può essere la famiglia, rispetto alle difficoltà che ci vengono messe davanti, però è scritto in un modo comico.

 Ho letto che tutti i tuoi precedenti lavori sono stati apprezzati da pubblico e critica, anche l’ultimo “Il Fantasma della Garbatella”. Pensi che il pubblico coglierà quello che hai da dire con “Il Catamarano”, quello che mi hai spiegato prima insomma?

Tutta la mia esperienza passata mi porta a credere che tutti i miei testi vadano rivisti più di una volta e li ho scritti tutti quanti con questo obiettivo: quello di dare longevità al testo. Non voglio che i miei testi diventino qualcosa che si risolve con una sola visione, ma che possainvece dare dei punti di intrattenimento e riferimento molto forti a una prima visione e che poi lascino la curiosità e il desiderio di rivederli per scoprire nuove linee narrative, nuovi messaggi. Devo dire che ho sempre scritto i miei testi come se fossero delle sfoglie di cipolla, a strati. C’è sempre uno strato che funziona come intrattenimento, come rapporto causa-effetto degli eventi; poi c’è una linea guida principale che è quella umana, cioè quella dei caratteri dei personaggi e poi come ho detto prima, c’è sempre qualcosa di socio-politico. Inoltre a volte ci può anche essere l’esperienza personale o riferimenti ad altre opere. Spesso cerco anche di prendere degli estratti di canzoni che mi piacciono. E quindi alla fine è come se costruissi vari livelli di lettura del testo. In questo caso specifico dunque, spero che la prima visione de “Il Catamarano” emozioni fortemente il pubblico e che colpisca a livello emotivo. Poi spero anche che tutto dopo averlo visto di nuovo,col tempo, possa essere rielaborato dallo spettatore.

Parliamo ora del tuo rapporto con il Teatro Ambra e con il tuo quartiere appunto la Garbatella. Pensi che sia difficile uscire da questo circuito? Ti piacerebbe portare i tuoi testi magari in altre parti d’Italia o all’estero? E se ci avessi già provato, cosa non ha funzionato?

La difficoltà più grande l’ho trovata su Roma in realtà. Infatti in Italia ho già girato, mi sono trovato anche bene. Poi devo dire che sono stato fortunato, perché potendo scegliere il tipo di circuitazione, ho preferito restare su Roma ed è qui che vorrei poter girare altri teatri oltre quello dell’Ambra e il Teatro Le maschere di Trastevere, che sono i teatri dove ho cominciato e dove mi sento come a casa. Sto comunque provando a produrre questi spettacoli in altre zone di Roma, dato che è molto grande e c’è talmente tanto pubblico da raggiungere che mi farebbe davvero piacere spostarmi magari a Roma Nord o Est. E lì sto trovando qualche difficoltà, parlando della prossima stagione, perché la situazione su Roma è molto bloccata, è come se ogni teatro avesse il suo gruppo di lavoro e di riferimento. Sicuramente è più difficile rispetto a Torino o a Milano o alla Toscana dove spesso ho girato e che non posso aggiungere alla prossima stagione perché non posso sdoppiarmi e preferisco stare qui.

 Infine un’ultima domanda sul tuo futuro. Stai già scrivendo qualcosa d’altro? C’è qualcosa in cantiere?

La prossima stagione ripresenterò dei testi miei già fatti che però sono fermi da qualche anno. Invece per quanto riguarda le novità, c’è un mio testo nuovo che è in programma per la prossima stagione. E’ uno spin off de“La Storia di mezzo”dal titolo “Angie” che è uno dei personaggio più comici ed è la musa della musica e volevo utilizzarla per raccontare il ‘900  attraverso gli occhi di questa dea, che è colei che ha regalato del “bello” nella musica in questo secolo. In particolare mi riferisco ai tanti talenti morti a 27 anni, come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Amy Whinehouse, Kurt Cobainche sono stati scoperti dalla musa che altro non è che untalent scout. Si scoprirà che tutti questi personaggi sono in realtà angeli mandati sulla terra con uno scopo e cioè quello di produrre del “bello” per l’umanità, con l’aiuto di Angie, ma avendo solo 27 anni a disposizione. E il dibattito che si aprirà, riguarderà il lato umano di una dea che si affeziona a questi angeli e alla sua voglia di smettere.Poi se smetterà o meno, lo vedrete a fine spettacolo, non vi svelerò però il finale…

Ti ringrazio Gabriele per questa intervista, anche a nome del Corriere dello Spettacolo.

In bocca al lupo per il tuo debutto e per i tuoi prossimi lavori!

Flavia Severin

 

Dal 19 al 21 maggio 2016 al Teatro Ambra alla Garbatella
Compagnia Degli Artigialli in IL CATAMARANO
Con Andrea Alesio
Scritto da Gabriele Mazzucco
Regia di Gigi Palla
Dal 19 al 21 maggio 2016 al Teatro Ambra alla Garbatella
Compagnia Degli Artigialli in IL CATAMARANO
Con Andrea Alesio
Scritto da Gabriele Mazzucco
Regia di Gigi Palla

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