Il progetto sulla ex-discoteca Woodpecker, un dialogo poetico tra danza e architettura

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Testo di Luca Di Bartolo, foto originali di Elena Ghini

Il progetto sulla ex-discoteca Woodpecker nasce a quattro mani con il danzatore Alessandro Cascioli di Roma (incontrato a Palermo all’inizio di Agosto, dove danza nel Corpo di Ballo del Teatro Massimo) nella maniera naturale che contraddistingue le idee basate su un sentimento vero: prende

forma  attraverso lo scambio di immagini forti e pensieri su quello che per noi poteva rappresentare uno spazio architettonico così particolare arricchito dai graffiti dell’artista Blu, portato nel vissuto di un danzatore, per un danzatore.

Questo primo progetto completamente personale sulla danza arriva ora, in un profondo momento di crisi verso la professione di architetto, per spalancare definitivamente le porte sulla mia più sincera necessità di espressione attraverso le immagini: architettura e danza si fondono, quasi fosse un passaggio verso una nuova dimensione.

Sono dell’idea che l’architettura non possa essere luogo neutralizzato della sua personalità nel momento stesso in cui la scegliamo per abbracciare la danza, non può diventare luogo pittoresco da ‘utilizzare’, come la danza non può diventare un pretesto per riempirlo di ‘bellezza’.

Lo spazio architettonico si basa solidamente su forma ed equilibrio.

La danza è in egual misura fatta di forma ed equilibri, ma può contenere profondi e violenti stati d’animo che la rendono densa di contraddizioni.

Penso che le due realtà convivano in uno splendido connubio se fatte dialogare onestamente tra loro.

Il nostro tentativo è stato esattamente questo.

In questo tentativo, un apporto straordinario, credo nato perché destino, è giunto da due persone preziose incontrate in questo tragitto di scoperta personale: Marco Marchetti con il suo theremin e Francesca Qoya con la sua voce. La loro musica ha colmato lo spazio tra Alessandro e la superficie della cupola quasi fosse liquido amniotico, è diventata parte integrante di un dialogo divenuto a tre.

Un ulteriore aspetto importantissimo di questo progetto è il desiderio di unire personalità che forse non si sarebbero mai incontrate, la mia posizione di fotografo mi ha portato a conoscere artisti diversi ed ora sento la necessità mia personale di creare situazioni dove ‘unire’. Il nostro scopo nel campo creativo deve essere profondamente umano.

La mia squadra:

Alessandro Cascioli, romano, 25 anni, artista poliedrico innamorato dell’arte a 360°. Danzatore presso il Teatro Massimo di Palermo.

Francesca Romanelli, in arte Qoya, dis-occupata in cerca della voce.

Elena Ghini, 44 anni, impiegata con una grande passione per la montagna, la fotografia e l’arte.

Leila Sadegholvaad, cacciatrice di bellezza in costante ricerca del punto di equilibrio tra gli opposti

Luca Di Bartolo, fotografo emotivo, filmmaker per indole, con una passione profonda per la danza di cui non può fare a meno, narratore per bisogno.

Marco Ragno, bassista e thereminista, muove le mani tra il fisico e l’etereo per creare il suono viscerale e per questo indefinibile.

Luca Di Bartolo

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