“Prodigi”, tra risate e dubbi

Data:

Teatro Manzoni, Milano, 30 e 31 GENNAIO 2017

Lo spettacolo di Vanni De Luca promette più di quello che offre, nel senso che i suoi “Prodigi” come li chiama “il simpatico Illusionista matematico, esperto in arti marziali, e autentico calcolatore umano” si rivelano un po’ meno tali, divertendoci sull’istante ma facendoci poi sorgere dei dubbi, non sulle sue capacità mentalistiche, ma sul fatto che ci vengano offerti come portenti quotidiane esercitazioni della memoria e della mente. E si sa, più un organo viene usato e meno si rischia di perderlo:
“use it or loose it”. Ci immaginiamo De Luca passare ore e ore a giocare con il cubo di Rubik o a imparare a memoria la Divina Commedia o a fotografare mentalmente intere pagine di giornali e riviste. Come un attore prova ogni giorno una parte, uno sportivo si allena per arrivare a un traguardo, uno studente impara le tabelline o le date della storia, e tante altre attività che richiedono costante applicazione e disciplina. E c’è chi ce la fa e chi no. Vanni De Luca certamente appartiene alla categoria del “volere è potere” ma sicuramente dovrebbe raffinarsi, migliorare i suoi numeri e non pensare mai che il pubblico sia così ingenuo da non capire molti dei suoi trucchi, sorry… prodigi.

Premetto che non ho nulla contro i maghi, gli illusionisti, i fenomeni da baraccone, i prestidigitatori, il circo, e tutto quello che rientra sotto spettacolo leggero o di strada e che gli snob denigrano tanto, convinti che solo in performance noiose e incomprensibili ci sia della sostanza. Oggi più che mai, vista la pesantezza del clima che ci circonda, vorremmo per un paio d’ ore dimenticare problemi e tragedie e rilassarci con spettacoli non troppo impegnativi. Quello di De Luca si presenta come uno spettacolo in stile “salotto ottocentesco”, la maniera in cui è vestito, le citazioni e le storie dei suoi precedessori, da Harry Kahne a Thea Alba alle sorelle siamesi Daisy e Violet Hilton, il modo di declamare e di stare in scena, ma ormai l’Ottocento è lontano e ricrearlo non ha più molto senso. Manca infatti quell’atmosfera che ci immaginiamo doveva esserci a quel tempo, qui, in questo teatro gremito ma troppo contemporaneo e smaliziato.

E’ vero che “Vanni De Luca nel 2015 riceve due importanti riconoscimenti: vince il Campionato Italiano di Mentalismo e il premio come Miglior Performer al Buskers Festival di Ferrara. Nel maggio del 2016 si aggiudica il primo premio del prestigioso Campionato Italiano di Magia. Vanni è l’unico artista capace di creare spettacoli incredibili senza nessun artificio. La sua unica arma è usare alla massima potenza una mente prodigiosa”, come si legge nella sua biografia. Insomma è quello che si usa dire oggi “un mentalista”. Ma un mentalista non è forse una persona che passa le ore ad esercitare la mente, imparare a memoria, ricordare e se davvero avesse poteri straordinari come ci vuole fare credere, non potrebbe metterli al servizio del bene pubblico, per predire catastrofi o vincere al casinò o evitare crolli in borsa e cose così che i non mentalisti non sanno fare? Tutti noi possiamo diventare mentalisti, se ci applichiamo, allora.

La cosa più interessante e utile che possiamo ricavare dallo spettacolo, che invito però ad andare a vedere, anche per il suo excursus storico, è un messaggio chiaro e preciso: le nostre menti vanno allenate, non lasciate alla mercé della tecnologia e della macchine, non rinunciando mai ad usare i cinque sensi più uno, il sesto, quello che ci fa immaginare cose impossibili, e che, talvolta, le fa anche accadere.
Un augurio a Vanni De Luca che possa nel futuro stupirci un po’ meno realisticamente.

Daria D.

Suomi
presenta
PRODIGI
Le magie della mente
con Vanni De Luca
e Tiziano Grigioni
scritto da Davide Calabrese, Vanni De Luca, Fabio Vagnarelli
Regia Davide Calabrese
Produzione esecutiva Fabio Vagnarelli

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