A stasera per “Specchi nel tempo” al Teatro dell’Opera di Roma

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Martedì 31 Gennaio al Teatro dell’Opera di Roma ritorna il secondo ciclo della rassegna “Specchi nel tempo” che propone in ogni appuntamento il confronto tra compositori di epoche diverse, una sorta di tensione musicale tra i grandi maestri dell’800, i classici del ‘900 per arrivare fino alle nuove sfide della contemporaneità.  Protagonisti il direttore armeno George Pehlivanian sul podio e l’estroso violinista serbo Nemanja Radulovic.  Armeno sarà anche l’autore del primo brano della serata, Stepan Rostomyan, uno dei compositori più rappresentativi dell’ ex Unione Sovietica del dopoguerra. Nella sua Sinfonia n.3 per ensemble da camera e nastri, scritta nel 1989, Rostomyan ricrea atmosfere  tipiche del suo paese d’origine attraverso un linguaggio contemporaneo affascinante e ricco di sfumature timbriche che ogni tanto strizza l’occhio alla musica da film senza per questo svilire la sua complessa e ricercata struttura. Quindi si fa un passo indietro di circa un secolo per ascoltare uno dei più celebri concerti per violino, il Concerto in Re Maggiore Op.35, che è anche l’unico scritto da Tschaikovsky per questo strumento. Per comprenderne la complessità tecnica che lo caratterizza basterebbe ricordare che inizialmente più di un violinista si rifiutò di eseguirlo e il grande violinista Leopold Auer, a cui il concerto fu inizialmente dedicato, lo definì addirittura ineseguibile. Radulovic non colpisce soltanto per la sua bizzarra capigliatura e per un look assai poco classico ma anche e soprattutto per l’estrema  raffinatezza con cui tratta il suo Vuillaume: è come se fosse costantemente alla ricerca di nuove sonorità all’interno di un discorso musicale sempre logico, saldo e tecnicamente molto pulito che gli permette di creare un ottimo feeling col direttore e con l’orchestra. Infine nella seconda parte del concerto  l’eclettico Pehlivanian affronterà la suggestiva partitura di Igor Stravinsky, “L’oiseau de feu”, di cui ascolteremo la seconda suite scritta nel 1919. Il maestro Pehlivanian che ama collezionare selfie con tutte le orchestre che lo ospitano e che al di fuori della scena sa regalare momenti esilaranti, sul podio si trasforma, diventa esigente, impone la sua autorità con naturalezza senza forzatura alcuna, richiede all’orchestra colpi d’arco netti, vibrati calorosi, i giusti respiri, un’unità di intenti che trasmette attraverso un gesto sicuro e che coglie l’essenza della musica. Il grandioso finale della suite, che richiama quelli della tradizione della scuola russa di fine ‘800, presenti in particolar modo nelle opere di Mussorgsky, conclude in modo quasi celebrativo una serata al confine tra l’Europa orientale e il continente asiatico.

Azzurra di Meco

Dopo il primo concerto di martedì 31 gennaio, la programmazione proseguirà fino a giugno 2017:venerdì 17 febbraio (20.30) Brahms / Šostakovič / Ives, direttore il Maestro Ingo Metzmacher, violoncello Narek Hakhnazaryan; domenica 12 marzo (ore 18) Čajkovskij / Haydn / Bowie / Sollima, direttore e violoncello solista Giovanni Sollima; giovedì 4 maggio (ore 20.30) Beethoven / Prokof’ev, direttore il Maestro Daniel Smith, violino Vincenzo Bolognese, voce recitante Toni Servillo; giovedì 1 giugno Mozart / Ravel / Widmann, direttore il Maestro Peter Rundel, clarinettoJörg Widmann

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