Valentina Ghetti al cinema con CLASSE ZETA. Nelle sale dal 30 marzo

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Ci vuole tanto talento per trasformarsi in una professoressa seriosa e un po’ antipatica, che scarica le proprie frustrazioni sugli studenti. Specie se nella vita reale sei una bellissima ragazza di Forlì, solare e sempre sorridente.

Valentina Ghetti, conosciuta al grande pubblico grazie ai programmi “Eccezionale veramente” e “Colorado” nelle vesti di comica, è un’attrice a tutto tondo, con tanti anni di recitazione alle spalle, nonostante la giovane età.

«Credo che essere artista sia una forma di vocazione: non avviene una vera e propria scelta consapevole», racconta Valentina, «e quando la si realizza, generalmente, é troppo tardi per poter porre rimedio! Sin da bambina sentivo la necessità di esprimermi attraverso un atteggiamento istrionico e le recite dei tempi dell’asilo furono galeotte!».

Il 30 marzo esce nei cinema “Classe Zeta”, il nuovo film di Guido Chiesa, con un supercast di giovani talenti e la partecipazione di Alessandro Preziosi, una commedia che senza alcun dubbio appassionerà e farà riflettere il pubblico italiano, specialmente le nuove generazioni. Prodotto da Colorado Film in collaborazione con Medusa e ScuolaZoo, la pellicola narra la vicenda di un gruppo di ragazzi svogliati all’ultimo anno di liceo che finisce in una nuova classe creata appositamente per chi non ha voglia di studiare.

Valentina Ghetti è una delle protagoniste della pellicola. Interpreta il ruolo della Professoressa Bonelli, docente di matematica presso l’istituto. Ferrea, severa, probabilmente una di quelle che rovesciano i propri fallimenti e le non realizzazioni sugli alunni. Fa parte del collegio docenti della Commissione di valutazione dei ragazzi (che dovrà dar conto dell’operato al commissario esterno, Antonio Catania), capitanata dal preside, Alessandro Preziosi.

«Ho avuto diverse esperienze al cinema e nelle fiction», continua Valentina, «ma finora il lavoro che mi ha più segnata é stato ”Cesare mori, il prefetto di ferro” trasmesso da Rai Uno per la regia di Gianni Lepre, un regista con una formazione teatrale mitteleuropea, che riesce a tirar fuori da ogni attore il meglio di sé e “Le dissolute assolte, ovvero le donne del Don Giovanni” di Luca Gaeta che mi accompagna da cinque anni sia artisticamente che umanamente ».

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