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La giornalista Mariagloria Fontana con il suo nuovo libro “La Ragione era Carnale”

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Mariagloria Fontana, giornalista. Laureata in Storia e Critica del Cinema presso il Dams di Roma con la tesi “Il dissolvimento della ragione” su Ingmar Bergman, Carl Theodor Dreyer e il filosofo Soren Kierkegaard, successivamente consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione Pubblica. Ha scritto per “Il Fatto Quotidiano”, “Il Futurista”, “Donnedifatto.it”, “Leiweb.it” (Rcs). Collabora dal 2010 con “Micromega” (Gruppo L’Espresso), ha scritto per il settimanale “Visto” di cui è stata anche inviata al Festival di Sanremo e ha collaborato con il mensile “Ok salute e Benessere”. Cura un blog su “Huffington Post”. Collabora con ‘’Dove’’ la sezione viaggi del Corriere della Sera ed è autrice e conduttrice della trasmissione quotidiana ‘’Presto, si fa sera’’, in onda dalle 17 alle 20 su Radio Roma Capitale (Roma Fm 93 – www.radioromacapitale.it). Dirige la testata femminile online, da lei ideata, “Lecittadelledonne.it”, dedicata alla memoria della scrittrice e regista Nora Ephron.

Cosa significa il titolo del tuo romanzo “La Ragione era Carnale”?

E’ evidentemente un ossimoro. Due elementi apparentemente antitetici convergono  nel mio titolo. La ragione era carnale è anche un verso di una poesia puritana citata da uno dei protagonisti del romanzo. L’idea che le parole siano fatte di carne è uno dei leitmotiv del mio romanzo. All’interno della storia che racconto ci sono sia la ragione che la carne e spesso non sono così divergenti.

Chi è Bianca, la protagonista del romanzo?

E’ una quasi trentenne che sogna di diventare una giornalista alla stregua di Christiane Amanpour della Cnn o della nostra Milena Gabanelli. Ha molte velleità, ma vive in una famiglia disastrata ed è costretta a combattere ogni giorno con la realtà circostante piuttosto difficile. Una giovane donna tenace, bella, intelligente, ma un po’ ingenua e tanto sognatrice. In Bianca ho anche cercato di convogliare diversi aspetti umani rubandoli alle mie letture preferite: è un po’ Joe March di Piccole Donne della Alcott, un po’ Daisy del Grande Gatsby di Fitzgerald, un po’ Elisabeth Bennet di Jane Austen, certo quegli autori sono dei geni della letteratura. Mi sono ispirata a tutte le eroine che ho amato e che hanno plasmato il mio modo di scrivere, così come le autrici Dorothy Parker e Nora Ephron. Ci sono, inoltre, similitudini anche con le protagoniste di due serie tv: Carrie Bradshaw di Sex And The City e Lorelai Gilmore delle Gilmore Girls, e, ancora, con Dorothy del Mago di Oz del film di Victor Fleming, il personaggio di Baby in ‘Dirty Dancing, Noodles in C’era una volta in America, capolavoro di Sergio Leone, ma la mia Bianca è più inquieta, più profonda di questi personaggi cinematografici e televisivi.

Claudia_Conte_Corriere_dello_SpettacoloCome mai hai deciso di ambientare il tuo romanzo nel 2007 e di raccontare una storia d’amore nata sul social Myspace.com?

Myspace era un social ‘’musicale’’, precursore dei tempi, di grande successo fra i giovani, musicisti e non. Il 2007 è una data periodizzante che parte da Myspace un social che rappresentava i ventenni e i trentenni di allora, come oggi Facebook, mentre il defunto ex ministro Padoa Schioppa dava loro dei bamboccioni mantenuti da mamma e papà, senza mai che un politico si sia speso a comprendere le problematiche e le solitudini di questi giovani, agli albori della crisi economica che di lì a poco avrebbe investito tutto il mondo, una crisi paragonabile solo a quella del 1929. Nell’arco di questi dieci anni cambierà tutto. Velocissimamente. Si diffonderà nelle case di tutti e nei luoghi pubblici la wi-fi, ognuno avrà il suo smartphone, il suo cellulare-computer portatile. I rapporti umani, interpersonali, sociali, non saranno mai più gli stessi. Mypace.com rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà ‘’umana’’, l’ultimo legame con la corrispondenza che tenevamo attraverso le lettere che allora erano le email, ormai obsolete. Poi attecchiranno Facebook e Twitter, e per la ‘’ricerca dell’anima gemella’’ si arriverà addirittura a cliccare le fotografie come in un supermercato virtuale, come si fa con Tinder.

Cosa è cambiato in questi dieci anni?

Politicamente abbiamo il Ministro del Lavoro Poletti che fa battute peggiori, se possibile, di quella da me citata di Padoa Schioppa, anziché aiutare le giovani generazioni, la disoccupazione giovanile è salita a più del 36% , la crisi economica imperversa su tutti i fronti, siamo completamente dipendenti da internet e dai vari facebook e whatsapp e i sogni dei ragazzi si stanno affievolendo sempre di più.

La Ragione era Carnale ha come tema centrale il desiderio?

Sì, il desiderio può essere una meravigliosa fantasia, un peccato da sognare o può diventare un’ ossessione. Il desiderio in questa storia è alimentato dall’assenza dei corpi e quanto più c’è mancanza tanto più il desiderio si nutre di questa assenza. Lo strumento della seduzione per i protagonisti sono le parole, il linguaggio scritto di cui si alimentano nella fitta corrispondenza che si scambiano. Le parole si fanno carne viva e affascinano reciprocamente i due , Bianca e Tommaso, ma celano anche un grande limite intrinseco.

A chi è rivolto La Ragione era Carnale: a un pubblico femminile o maschile?

Io mi auguro che lo leggano entrambi anche se in Italia i lettori sono pochi e per lo più sono donne. Mi piace definirlo un romanzo di formazione sentimentale adatto a tutti e a tutte le età.

http://www.radioromacapitale.it/

Claudia Conte

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