Luca Papa ha creato una nuova pagina della suo percorso creativo: in scena il 20 e 27 maggio alle ore 20 la nuova opera D’IO presso il Teatro Libero all’interno del Molinari Art Center.
Artista poliedrico, dalle molteplici sfumature, creatore e fondatore della NonAvanguardia – movimento artistico supportato da un manifesto tradotto in sei lingue diverse – Papa é promotore di un vero e proprio laboratorio sperimentale di formazione: un percorso personale e professionale volto a preparare gli interpreti all’arte performativa a 360°.
Artista residente del MAC, Papa lancia l’ennesima sfida con un lavoro provocatorio e allo stesso tempo intimo e riflessivo. Di fatto “ siamo tutti uguali agli occhi” e il nostro unico limite siamo noi stessi: il superamento del limite è forse una delle prime sensazioni che si hanno anche solo nel leggere il nome di questa nuova opera, D’IO. Non sentite già una sorta di turbamento? Quella D, staccata dall’IO, mette di fronte a una lotta interiore fra cosa esiste e cosa no. Quali sono le cose importanti? A chi e a che cosa noi diamo la priorità? Colui che non si è mai messo in discussione ha semplicemente accantonato il discorso, ha addormentato i propri neuroni, anestetizzato le proprie capacità di riflessione. D’IO allora si pone come un vero e proprio viaggio alla scoperta della verità.
Per affrontare la visione di D’IO è certamente necessaria una buona dose di coraggio prima dell’inizio perché, proprio come in un viaggio, conosci il punto di partenza ma non sai cosa vivrai durante, e soprattutto cosa ti lascerà una volta finito.
Per godere a pieno dell’arte di Luca Papa bisogna necessariamente conoscere le sue origini, la sua evoluzione, i suoi cambiamenti, ripensamenti, i suoi passi in avanti, e le tappe di un percorso di vita a volte complesso e difficile. Tutte le sue opere messe a confronto spingono chiunque a chiedersi PERCHE’. E pretendono una risposta.
Lui è pronto a rispondervi.. voi siete pronti ad ascoltare?
LUCA PAPA
Definito dalla critica “Artista Rivoluzionario”, la Rai lo definisce il nuovo talento emergente Romano, Luca Papa inizia la sua carriera a 17 anni da protagonista (attore e ballerino) nel ruolo di Ippolito nella Fedra di Jean Racine e continua a lavorare per numerose produzioni. Inizia ad insegnare giovanissimo recitazione e danza contemporanea e hip hop. Nel 2008 insieme a sua moglie Serena Ansidoni, cantante e psicologa, aprono un centro di arti performative al centro di Roma, lo stesso anno fondano insieme la Jack Project 19 (produzione libera alla quale si associano diversi artisti emergenti per seguire il Metodo di Luca Papa) con la quale gira delle opere video da lui scritte e dirette che verranno mandati in onda alla Rai. Luca Papa, con una sua coreografia, vince il Beds e Co Award a Danza in Fiera, e viene ospitato al teatro Carcano di Milano per la giornata mondiale della danza a ballare con la sua “Toxicity” al fianco delle stelle della danza europea. Rai News gli dedica un piccolo documentario dal nome “Luca Papa Sintesi di un Talento”, un omaggio alla sua carriera emergente.
I suoi studi, però, si spingono ben oltre la recitazione e la danza, fondamentale per lui è lo studio delle arti marziali con il maestro e campione mondiale di Kung Fu Sanda Davide Rosati del quale Luca Papa diventa allievo anziano. Luca Papa crede che la teoria deve essere un supporto della pratica e proprio sul campo si dedica in tutto quello che crede sia utile per la propria arte, dalla ginnastica artistica alla fotografia.Nel 2010, ad esempio, va in America (New York, Orlando,Miami) per perfezionarsi nella danza, nella recitazione e nel cinema digitale.
Nel 2011 Luca Papa con la sua produzione di arte libera, la Jack Project 19, gira l’opera video “Full Moon” da lui scritta, diretta e coreografata, che viene in seguito presentata e trasmessa alla Rai. Luca è anche un pioniere del Cinema Digitale con reflex digitali con il quale gira anche il suo primo film “Rivoluzion”(prima opera del manifesto della NonAvanguardia) da lui scritto, diretto e coreografato, all’interno del quale sono presenti tutti i Performisti della Jack Project 19. Con “Rivoluzion” Luca Papa approda nell’arte contemporanea inizia così’ a creare delle opere di videoarte e delle installazioni viventi. Papa parte alla scoperta di nuove forme artistiche si reca a Parigi, Londra, Key West, Barcellona, Amsterdam, New York, Bruxelles, Miami, Tenerife, Giappone allacciando contatti e collaborazioni con altri artisti. Luca Papa oltre al lavoro di formazione passa dal video alla coreografia dai collage alle installazioni dalle gallerie ai teatri, dai teatri alla strada, inizia così’ a cercare una nuova via per l’arte e la trova, crea così’ il suo Manifesto Artistico la “NonAvanguardia” con il suo movimento nasce l’Artista della NonAvanguardia: il Performista.
Successivamente seguono una serie di live performance di protesta davanti la sede del parlamento Italiano per l’approvazione delle cure compassionevoli (il caso stamina) e il problema delle barriere architettoniche. Dopo il film di Rivoluzion, girato interamente all’interno di un teatro, Luca Papa decide questa volta di girare il lungometraggio “Odio un film comico” tra la gente, in strada, con le persone inconsapevoli di essere anche loro interpreti della sua nuova opera.
Luca Papa torna in Italia per la preparazione di una sua nuova opera e gli viene anche offerta una residenza artistica al MAC Molinari Art Center dove realizza “Educazione Contemporanea” in forma di film e lavoro dal vivo (prodotta dal Molinari Art Center e dalla Jack Project 19) e ancora in Italia crea“Autoritratto” opera di videoarte per il carnevale di Venezia e “Corinzi” opera di videoarte con Hamed Dris e Valentine Garnier in collaborazione con la compagnia francese Cie Fai.
Documentari su Luca Papa:
“Istantanee di un talento” (2009) Rai news 24
“Luca Papa regista e coreografo” (2011) Rai 3
“NonAvanguardia Rivolzion” (2013) Jack Project 19
“Arte y Generación” (2014) Canal Arte
“Il viaggio di un Artista” (2016) Officina della Arti Pier Paolo Pasolini
“Luca Papa NonAvanguardia” (2017) Ars Alterna
PROGETTO NONAVANGUARDIA
“Avanguardia è la denominazione attribuita ai fenomeni del comportamento o dell’opinione intellettuale, soprattutto artistici e letterari, più estremisti, audaci, innovativi, in anticipo sui gusti e sulle conoscenze, impegnati in un rinnovamento, ponendosi in polemica con la tradizione e la cultura ufficiale, mettendo in discussione la stessa natura dell’arte e il rapporto con la società e connotata dal costituirsi di raggruppamenti di artisti sotto un preciso manifesto da loro firmato”.
E proprio aldilà di questa definizione si scorge il progetto NonAvanguardia, un vero e proprio laboratorio sperimentale di formazione, un percorso personale e professionale volto a preparare gli interpreti all’arte performativa a 360°. Il progetto NonAvanguardia vuole rompere gli schemi, andando controcorrente e cercando di riportare l’essere umano all’origine. E’ la resistenza a quello che ci viene imposto. La predisposizione di cercare in continuazione, di scoprire se stessi e tornare all’origine dell’arte, che secondo un punto fondamentale del manifesto è stata creata da Dio e nata per essere divina, ma modificata poi dall’uomo che l’ha trasformata in una sorta di esasperazione e forzatura.
All’interno del progetto si intrecciano varie discipline artistiche e si utilizzano strumenti diversi per ogni genere di arte performativa e non: la finalità del percorso (se così si può definire, dato che non c’è una fine dal momento che un artista – ma prima di tutto un essere umano – non dovrebbe mai arrestare la sua evoluzione) è proprio quello di sviluppare e stimolare il modo di esprimersi nel modo più autentico e personale, guidarlo alla scoperta delle sue reali potenzialità, oltrepassando i propri limiti e insicurezze e facendo pertanto emergere una consapevolezza maggiore della propria artisticità. Uno degli intenti prioritari del progetto NonAvanguardia è quello di preparare chi vi partecipa ad assicurarsi che ogni situazione, ogni luogo, ogni avvenimento sia quello giusto al momento giusto, limitando lo smarrimento e il senso di spaesamento nell’affrontare un mondo artistico che spesso è ben distante dal loro immaginario, in particolare in riferimento a quei momenti in cui ci si trova a fronteggiare registi e coreografi contemporanei internazionali della nuova generazione che adoperano linguaggi lontani dai canoni classici e dalle tecniche codificate e standardizzate. Il progetto NonAvanguardia si preoccupa di diffondere la consapevolezza artistica, avvicinando gli artisti italiani di qualsiasi disciplina (danza, performance, recitazione, musica e qualsiasi altro tipo di arte performativa) alle diverse tendenze internazionali, proponendo nuove forme espressive, artistiche e comunicative.
Tutto questo si mescola con quello che è il cosiddetto “Metodo Luca Papa”, un metodo difficilmente enumerabile quanto estremamente concreto: dopo una parentesi esplorativa durante la quale gli artisti esprimono le loro aspettative nei confronti della loro vocazione artistica e, più in generale dell’arte, viene avviata una fase di liberazione, nella quale si attuano una serie di esercizi mirati a far riscoprire ad ognuno le potenzialità dei propri sensi.
Per concludere il Progetto NonAvanguardia è possibilità. Ti da l’opportunità di andare oltre, oltre l’estetica, oltre il giudizio, oltre la paura, oltre la “tela”.