Il “filugello” importato a Bisanzio nel VI sec. dalla Cina, autori due monaci, dovremmo dar loro il giusto merito, è una grande opera, prodotta grazie a tecniche che hanno bisogno di molto tempo di lavorazione, come si capirà in questa sede parlando delle antiche tecniche medievali. Iniziamo dalla seta. Per arrivare a questo risultato, è essenziale percorrere le cinque fasi: Gelso-bachicoltura, Trattura, Torcitura, Tintura, infine Tessitura. Non desideriamo tediarvi sul procedimento di ogni passaggio per arrivare al prodotto finale, capite però il pregio di questo tessuto, dovuto alla sua lunga lavorazione, a differenza invece del prossimo.
I temporali non sempre vengono per nuocere, specialmente quando un fulmine cadde sulla sabbia… facendola diventare silicio, vetrificandola. Da allora soffiatori, modellatori lavorano il vetro con maestria artistica, da cui, riscaldato con fiamma viva, fuoriescono forme equiparate ad autentiche sculture, lavorate manualmente. Una tecnica antica, acquisita sapientemente con la praticità ottenuta nel tempo.
Abbiamo appena accennato la parola “scultura” che spunta un altro tipo di merceologia, forse più lungo come processo evolutivo. Nel corso di millenni, l’uomo ha cercato di prendere dalla natura ciò che essa offriva, cercando di tramutare la materia prima in oggetti di raffinata fattura. C’è voluto tempo per realizzare simili oggetti “consumando prove su prove” sino a ottenere un manufatto gradito e di valore come la porcellana… Arte di design interpreta gusto e desiderio legata alla produzione della ceramica, disciplina artistica per raggiungere vette di eteree eleganza e raffinata creatività, modellata sapientemente con il semplice tocco delle mani, sino a renderla utilizzabile in uso domestico o decorativo. Così è questa “fragile e preziosa materia esportata dalla Cina, prodotta poi in Europa a Meissen per la prima volta nel 1710”, come racconta Andreina d’Agliano nella pubblicazione “Augarten, la porcellana di Vienna 1923 – 1955” edito da Silvana Editoriale. Dopo le sue molteplici fasi di lavorazione e ricercate tecniche, si ha un risultato sorprendente nel vedere la trasformazione della ceramica tramite le cotture a forno.
Questi tre elementi artistici sono stati racchiusi in altrettanti luoghi affascinanti chiamati Musei, dove troviamo: Il Filatoio Rosso di Caraglio, quello di Vetri e Cristalli a Chiusa Pesio, non ultima (solo per siglare l’acronimo del progetto) la Ceramica a Mondovì, tutti situati in Provincia di Torino. Si è voluto dare spazio a queste iniziative, per fare conoscere nuove realtà museali e l’impegno di alcune persone, come la Direttrice Artistica Andreina d’Agliano, del Museo della Ceramica, Andrea Bruno dello IAAD, la curatrice delle comunicazioni Ulderica Masoni per il programma già delineato, ha potuto dare vita non solo a queste arti e alla loro produttività, ma anche creare un Polo Culturale che le contenesse chiamato Progetto SeVeC (Seta, Vetro Ceramica). Questo pianificando tra l’altro Workshop formativi, tenuti da Giovanni Dalessi e Marlies Crooijmans, in collaborazione con il Fab Lab di Torino per SeVeC Ceramica Lab; il Blob Glass Rings, il gioiello contemporaneo di Barbara Uderzo, i vetri di Patricia Lamouroux di Chiusa Pesio; per Le Propre De L’Homme, Fiber Art, sarà con Jèrèmy Gobè – Un progetto indirizzato a giovani o studenti, in laboratori produttivi, attrezzati con tecnologie d’avanguardia. Vi sono inoltre cicli di conferenze, per avvicinare figure professionali come artigiani, designer, inventori, alla ricerca di una professione individuale o comunitaria, basata sui tre settori citati.
Un lavoro ambizioso che non spaventa certo le persone a capo di questa impresa, le quali sapranno essere all’altezza dei loro compiti, pronti a dare il meglio alle persone che si lasceranno coinvolgere dal progetto: SeVeC
Daniele Giordano