Soudain l’été dernier. Improvvisamente l’estate scorsa

Data:

Dall’11 al 14 maggio 2017 al Teatro Strehler, Milano

Suddenly, Last Summer” qui nella versione francese che porta la regia di Stéphane Braunschweig, sin dalla sua prima rappresentazione, era il 7 gennaio 1958, Off-Broadway, continua ad affascinarci come del resto succede per tutto il teatro di Tennessee Williams, uno dei più importanti e raffinati drammaturghi del secolo scorso, incessantemente interessato a un’analisi acuta e profonda dei personaggi, delle loro vicende dette ma il più delle volte non dette, dei problemi sollevati e lasciati poi fluttuare nell’aria umida e calda di New Orleans, tra musica jazz, maschere carnevalesche e giardini tropicali abitati da uccelli e piante di specie rare.

Prendere un suo testo dovrebbe essere una sicurezza di successo, i personaggi sono affascinanti, problematici, sensuali, evanescenti, portatori di segreti e ossessioni, tante facce dell’Autore, tante facce dell’esistenza umana. Testi che sono stati spesso trasportati nella versione cinematografica e interpretati  da grandi attori, o meglio, miti, come Vivien Leigh, Marlon Brando, Paul Newman, Eli Wallach, Katharine Hepburn, Montgomery Clift, Elizabeth Taylor e diretti da registi come Elia Kazan, a dimostrazione della grande attrattiva letteraria e spettacolare che offrono trame e personaggi.

La frase “… improvvisamente l’estate scorsa” è il leitmotiv della vicenda, che in questa versione teatrale si dipana interamente nel giardino tropicale, simile a un giardino dell’Eden abitato da mostri, appartenente a Violet, la madre e a Sebastian, il figlio che però rimarrà sempre e soltanto evocato ma da cui scaturirà una storia al limite del thriller, del mistero.

Perché improvvisamente l’estate scorsa è successo qualcosa di inenarrabile, qualcosa che non si dovrebbe svelare, per non rovinare la reputazione di Sebastian  e per lasciare la madre continuare a vivere nel suo ricordo di ragazzo bello e raffinato, solitario e colto, un dandy con la passione per le piante e gli uccelli rari, i viaggi alla ricerca di Dio, e soprattutto per la poesia.

Improvvisamente l’estate scorsa Sebastian recide il cordone ombelicale che lo lega alla madre, impossibilitata a muoversi per un leggero ictus che l’ha colpita, donna tuttavia forte e dominatrice dietro una maschera di fragilità ed evanescenza, e decide di fare il solito viaggio estivo in compagnia della cugina Catherine. La ragazza nella versione del regista francese è fragile, quasi ancora bambina ma non del tutto insensibile al fascino del poeta. Ella lo “ama” perché è gentile con lei, le regala vestiti, soggiorni in lussuosi alberghi, lui la “ama” perché è un’esca per le sue avventure omosessuali, come lo era stata la madre. Ma mentre Violet attira il bel mondo, Catherine, per la sua età e ingenuità, attira la fauna giovane e molto spesso sordida. E improvvisamente l’estate scorsa, a Cabeza de Lobo, la ragazza assiste alla morte di Sebastian, quasi un atto di cannibalismo perpetrato da ragazzini affamati e abbrutiti dalla povertà, che aveva a sua volta cercato di provocarli in cambio di favori sessuali. Catherine subisce uno shock e viene internata in un ospedale psichiatrico per essere curata e per evitare che racconti pubblicamente la squallida vicenda. Ma Catherine non è pazza, eppure la zia cerca di spingere il dottore Sugar a praticarle una lobotomia, in cambio di una somma molto alta da destinare alla clinica. Una volta lobotomizzata qualsiasi cosa dirà non sarà creduta.

Molti i temi sollevati, soprattutto quelli che stanno a cuore all’Autore come l’omosessualità che a quei tempi era sotto il veto della censura o la questione della lobotomia, cui sua sorella Rose era stata sottoposta e poi l’amore visto come un cappio, una schiavitù, un modo per tenere le persone soggiogate, sfruttandole a proprio piacere. Infatti il problema qui è che tutti usano qualcuno, i parenti di Catherine cercano di sfruttare la zia, Violet, il figlio, il figlio usa madre e cugina, la cugina invece suo cugino, il dottore usa la paziente e la ricca signora, in un gioco crudele in cui i personaggi però non si rivelano mai del tutto ma rimangono avvolti in un mistero che rende la storia ancora più affascinante.

Perché talvolta alludere è meglio che esprimere apertamente, molto meglio dire “quello che potrebbe essere la verità”, una scelta molto più consona a quell’atmosfera rarefatta del Sud, dove i neri sono ancora schiavi, e i bianchi vivono in lussuose dimore in stile palladiano, trascinando la vita a bere daiquiri o whisky, seduti su una sedia a dondolo in veranda ad asciugarsi il sudore, in attesa che qualcosa succeda, abitanti di un mondo che sta lentamente decadendo.

La messa in scena di Stéphane Braunschweig non è particolarmente creativa, soprattutto dal punto di vista della direzione attori che appaiono un po’ troppo realistici nell’interpretazione dei personaggi, svelano troppo invece di nascondere, e sembrano più posati sulla terra di quello che Tennessee Willimas avrebbe voluto. E ci pare si muovano con poca leggerezza in un giardino che resta assai lontano e di cui sembra che non ne abbiano percezione. Purtroppo non si avverte l’atmosfera che sta loro intorno, come se tutto fosse finto ma senza la consistenza immateriale del sogno. Il regista ha prediletto una scelta più moderna, ma non abbastanza profonda dal punto di vista psicologico, più vicina alla materia che alla fantasia, ma ben ha fatto a mettere in scena questo stupendo testo che abbiamo rivisto tuttavia con piacere, rafforzando l’idea che i classici hanno sempre un valore inestimabile, anche in tempi ben lontani da quando sono stati scritti e rappresentati. Molti problemi sollevati da Williams sono stati risolti, al giorno d’oggi, ma non ovunque e non per tutti.

E comunque cosa siano l’amore e i legami affettivi resta ancora un mistero che tutti cercano di svelare, alla fine rimaniamo pieni di dubbi ma almeno avremmo avuto l’impulso di pensarci.

Daria D.

Soudain l’été dernier
Improvvisamente l’estate scorsa
di Tennessee Williams
regia e scene Stéphane Braunschweig
traduzione francese Jean-Michel Déprats e Marie-Claire Pasquier
collaborazione artistica Anne-Françoise Benhamou
collaborazione alle scene Alexandre de Dardel
costumi Thibault Vancraenenbroeck
luci Marion Hewlett
suono Xavier Jacquot
video François Gestin
trucco e acconciature Karine Guillem
assistente alla regia Amélie Énon
assistente alle scene Lisetta Buccellato
con (in ordine alfabetico)
Jean-Baptiste Anoumon, Océane Cairaty, Virginie Colemyn, Boutaïna El Fekkak,
Glenn Marausse, Luce Mouchel, Marie Rémond
produzione Odéon-Théâtre de l’Europe
con il sostegno del Cercle de l’Odéon
Spettacolo in lingua francese con sovratitoli in italiano
Suddenly Last Summer by Tennessee Williams
Soudain l’été dernier è presentato d’intesa con The University of the South, Sewanee, Tennessee
L’autore è rappresentato nei paesi di lingua francese da Renauld & Richardson, info@paris-mcr in collaborazione con Casarotto Ramsay Ltd, London

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