Teresa De Sio incanta il pubblico con le canzoni folk in onore del grande Pino DANIELE e per celebrare la sua controversa città

Data:

Auditorium Sala Sinopoli di Roma

Era da qualche tempo che mancava dalla capitale e di musicofili capitolini e non, che s’apprestano a vivere la nuova straordinaria stagione estiva della cavea con tanti ospiti illustri che andrà dal 17 giugno al 3 agosto, non si sono fatti pregare per accorrere a sentirla nella sua squisita dizione partenopea, non sempre chiari per tutti.Stiamo parlando della star Teresa De Sio, sorella dell’attrice Giuliana presente in platea, che con la sua potente e caratteristica ugola, dalla voce morbidamente vellutata ed armoniosa, pastosa, carica d’enorme vitalismo dinamico ed incisivo ha emozionato e trascinato il pubblico, che l’ha a lungo ammirata,chiamata,complimentata ed applaudita. L’occasione era la presentazione del suo nuovo progetto discografico: Teresa canta Pino,con cui ha reso omaggio al re della musica napoletana, Pino Daniele, prematuramente scomparso per uno scompenso cardiaco di cui era malato. Dopo averlo presentato il sabato mattina presto nella trasmissione “Il caffè” di Cinzia Tani e Mario Barlozzetti ed averlo portato nella stessa serata all’auditorium, l’ha riservato alla gran massa di gente accorsa all’auditorium con “in primis” (partenopei residenti a Roma), per far loro riascoltare con l’arrangiamento pop e folk i più noti e classici motivi del cantautore prima maniera, partendo da autentiche “chicche” quali: La vita, Napule, Napoli mille colori, la mamma lo chiama Ciro, salta, salta, aPistudda. Non solo la sua voce melodiosa e graffiante, bensì il suo splendido e scintillante look, hanno attratto gli occhi dei presenti ed i cellulari per immortalarla: prima un bel vestito a fiori di colore tenue con uno svolazzo rosso e poi una camicetta rossa con gonna marrone, che l’hanno imposta per il gusto dell’abbigliamento insieme alla rosa poetica di composizioni come “notte”, o’Sannone”; od allo sghignazzo polemico contro chi la contesta in “Fatte na pizza”. Ha poi parlato della sua città, dipingendola espressivamente come un quadro dai colori contrastanti, ricca di storia, scienza, tecnica e cultura nel centro monumentale, ma pure degradata e criminale nei quartieri periferici dove vige l’ignoranza; ricca e civile,suggestiva e umana,panoramica e meravigliosa al Vesuvio,Vomero e Campi Flegrei; bensì viceversa povera,misera e ignorante, tossicodipendente dove impera l’analfabetismo e la disoccupazione. Ecco il motivo per cui talora la musica folk è diventata pop e rock con la sua mirabolante orchestra, imperniata sulla chitarra di Sasà, le percussioni ritmiche ed il violino in perpetuo movimento sul palco per diffondere meglio le note.

Susanna Donatelli

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